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PROFILO CAPPELLA MUSICALE CATTEDRALE DI MELFI

CAPPELLA MUSICALE DEL DUOMO DI MELFI ‘S. MARIA ASSUNTA’

La Cappella Musicale del Duomo di Melfi, dedicata a Santa Maria Assunta, protettrice della città, è nata per iniziativa del M° Don Vito Giannini nell’ottobre del 2001, con lo scopo precipuo di animare le liturgie presiedute dal Vescovo. Il repertorio affrontato si è successivamente aperto anche all’attività concertistica attraverso l’esecuzione di brani di Croce, Schubert, Palestrina, Mozart, Perosi, Frisina, Refice, Ludovico da Vittoria. L’impegno e la dedizione profusi da don Vito nella formazione musicale e nella crescita spirituale dei singoli componenti stanno consentendo alla Cappella Musicale di conseguire, con gradualità, risultati apprezzabili, oltre che di contribuire attivamente alla crescita culturale della città. Di seguito sono riportate le principali manifestazioni, gli eventi culturali e/o religiosi cui la Cappella Musicale ha preso parte:
10 agosto 2002 Bisceglie (BA): Solenne celebrazione per il centenario della nascita di Don Uva.
28-29 settembre 2002 Alessandria-Castelspina (AL): Solenni celebrazioni per l’inizio del processo di beatificazione di Madre Chiara Ricci, fondatrice dell’Ordine delle Suore Francescane Angeline.
8 febbraio 2003 Melfi: Ordinazione episcopale di Mons. Gianfranco Todisco, Vescovo della Diocesi di Melfi, Rapolla e Venosa, presieduta da S. E. Mons. Paolo Romeo, Nunzio Apostolico in Italia.
9 febbraio 2003 Melfi – Festività di S. Alessandro: Concerto – Rassegna A.Ba.Co.
02 giugno 2003 Tito (PZ): Collaborazione con il Coro della Polifonica Materana ‘Pierluigi da Palestrina’ di Matera per il concerto ‘Festa della Repubblica’.
3 settembre 2003 Viggiano (PZ): Solenne celebrazione per la riapertura della Basilica Pontificia Santuario Regionale ‘Maria del Sacro Monte di Viaggiano’ presieduta da S.E. Card. Pio Laghi.
07 dicembre 2003 Melfi: Concerto- meditazione per la festività dell’Immacolata Concezione.
La Cappella è iscritta all’A.Ba.Co, Associazione Basilicata Cori, aderente allaFENIARCO.

DON VITO GIANNINI- direttore artistico
Don Vito Giannini è nato a Venosa (PZ) nel 1977. Sin da piccolo manifesta spiccate doti e particolare propensione alla musica. Pertanto, comincia a studiare Pianoforte a Monopoli (BA) sotto la guida del compianto M° Di Noia. All’età di 14 anni entra in Seminario Minore con sede a Potenza, esprimendo la volontà di diventare sacerdote e ivi sotto la guida dello stimatissimo M° Vincenzo Forino, sacerdote e organista compositore per la Santa Sede, continua con sempre maggiore rigore gli studi di Pianoforte e Organo, prestando il suo servizio come organista e maestro sostituto del giovane coro del Seminario. Contemporaneamente si iscrive al Conservatorio di Musica ‘N. Piccinni’ di Bari dove compie gli studi di Organo e Composizione Organistica. Appassionato particolarmente allo studio del canto gregoriano, ha seguito nel 2001 un corso di modalità gregoriana tenuto dal M° T. Molisani, conseguendo successivamente il grado accademico di ‘peritus’ in Estetica e Modalità Gregoriana presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma. Nel corso degli studi filosofico-teologici presso il Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata, dove consegue il Baccellerato, viene nominato dal rettore Organista titolare e Maestro di Cappella del coro virile dei chierici, partecipando a diverse rassegne, tra cui ‘Rassegna Cori Città di Tito’ nel 1998, dove ottiene un particolare riconoscimento, eseguendo la ‘Missa Te Deum laudamus’ di Lorenzo Perosi. Negli anni 1996-2000 offre il suo contributo come organista presso la Basilica Cattedrale di Potenza, mentre dal 2000 al 2002 diventa titolare dell’organo della Basilica e Maestro della Cappella Musicale ‘Santa Cecilia’ del Duomo.
Come Organista ha partecipato all’Estate Venosina del 1997 con un concerto d’organo in Cattedrale sotto la direzione artistica del M° Giuseppe Lioy. Ha tenuto a Torino nella Basilica di S. Maria Ausiliatrice un concerto d’organo, in occasione dell’esposizione della Sacra Sindone; ha partecipato alla ‘Stagione Lauretana’ di Loreto nel 2002 con un concerto all’organo maggiore della Basilica della Santa Casa. Nel settembre del 2003 ha tenuto a Niederdorf e Toblach nel Sud Tirol due concerti e, poi, in Austria, nel Duomo di Salisburgo un Concerto che ha riscosso notevoli consensi di pubblico, testimoniati anche dallo ‘Zetung von Salzburg’. Ha prestato la sua collaborazione come organista invitato presso la Basilica Vaticana di San Pietro in Roma, dove nell’anno giubilare ha eseguito all’organo la messa papale in occasione del Giubileo delle Confraternite e nell’ottobre 2002 ha suonato in occasione del Raduno della Associazione Europea Amici di san Rocco; in serata ha tenuto nella Basilica di San Rocco in Roma un concerto di musica antica organistica per i partecipanti al Convegno Internazionale.
Come Continuista ha suonato a Irsina (MT) e Lavello (PZ) nel 1998 in una formazione cameristica di musicisti lucani e baresi il Concerto in Do minore per violino ed Orchestra d’archi di Benedetto Marcello, la Sonata VI dal ‘Pastor fido’ di Antonio Vivaldi e la Suite Orchestrale n.2 in B minor (BWV 1067) di J. Sebastian Bach sotto la sua stessa direzione artistica.
Ha diretto nel 2001 l’Orchestra della provincia di Potenza nell’esecuzione del Concerto in La M per Clavicembalo e Orchestra (BWV 1055) di Bach e il Coro potentino ‘Vox Populi’ del M° L. Branno nell’esecuzione del Magnificat in SI bemolle di F. Durante.
Attualmente è vicario della parrocchia Sacro Cuore di Melfi e titolare dell’organo e Maestro di Cappella della Cattedrale di Melfi. A livello diocesano è Direttore dell’Ufficio pastorale di Musica Sacra, mentre a livello regionale è membro del Comitato Artistico dell’A.BA.CO. e, dal febbraio 2004, delegato regionale della C.E.B. per il coordinamento della Musica Sacra.

La Chiesa locale da l’addio a Mons. Emanuele Laconca

Ieri è deceduto improvvisamente Mons. Emanuele Laconca.
Nato a Venosa il 16 giugno 1926, era stato ordinato sacerdote il 15 luglio 1951. Aveva svolto il suo ministero per circa due anni a Spinazzola nella Parrocchia S. Pietro Apostolo, poi era ritornato a Venosa ed era stato per oltre trent’anni Cancelliere di quella Curia e per diversi anni anche Parroco della Cattedrale.
Infine, fino a qualche mese fa, aveva svolto il suo ministero come Capellanno all’Ospedale di Venosa.
Nonostante la sua salute malferma, la morte è giunta improvvisa e la notizia inattesa per tutto il presbiterio.
La Messa è stata presieduta dal Vescovo, P. Gianfranco. Hanno concelebrato il vescovo emerito Mons. Vincenzo Cozzi e un buon numero di confratelli.
Il Vescovo ha ricordato come la nostra vita sia un andare incontro al Signore, come ci ricorda l’avvento, “vigilanti” nell’attesa del suo ritorno. Quel Figlio promesso, la cui presenza nel mondo viene resa possibile dal sì di Maria, è il punto di riferimento della vita di ogni credente e in particolare del presbitero che ha consacrato la sua vita ad annunciare questo mistero d’amore.
Don Emanuele ora vede faccia a faccia ciò che noi ancora aspettiamo di raggiungere.
In conclusione il vescovo ha affidato alla preghiera di tutti non solo il confratello defunto, ma soprattutto i confratelli operanti nel ministtero, in particolare i più giovani. perché crescano quotidianamente nella fedeltà e generosità al ministero.

L’unione Missionaria

In occasione della giornata missionaria dei presbiteri e religiosi, presentiamo la finalità della Unione Missionaria il cui fondatore è stato Padre Paolo Manna

Finalità
Gli obiettivi dell’Opera sono affermati chiaramente negli Statuti del 1980 e nella Redemptoris Missio:
– “promuovere la formazione e l’informazione missionaria dei sacerdoti, dei membri degli Istituti religiosi o della società di vita comune o degli Istituti secolari, dei candidati al sacerdozio e alla vita consacrata, come pure delle altre persone impegnate nel ministero pastorale della Chiesa. L’Unione si rivolge a tutti coloro che sono chiamati ad animare il popolo di Dio” (Statuti, II, 23).
– “Cooperare alla missione vuol dire non solo dare, ma anche saper ricevere: tutte le Chiese particolari, giovani e antiche, sono chiamate a dare, e a ricevere per la missione universale e nessuna deve chiudersi in se stessa” (Redemptoris Missio, 85)

Presbiteri:
”Il dono spirituale che i presbiteri hanno ricevuto nell’ordinazione non li prepara ad una missione limitata e ristretta, bensì ad una vastissima e universale missione di salvezza, fino agli estremi confini della terra” (Presbyterorum Ordinis, 10).

Religiosi/e:
I membri degli Istituti di vita consacrata ”dal momento che si dedicano al servizio della Chiesa in forza della loro stessa consacrazione, sono tenuti all’obbligo di prestare l’opera loro in modo speciale nell’azione missionaria, con lo stile proprio dell’Istituto” (Redemptoris Missio, 69)

Seminaristi:
Postulanti, novizi/ie, seminaristi: è tempo di andare ”oltre i confini della propria diocesi e del proprio Istituto religioso e guardare alla Chiesa universale pronti a servire il Vangelo dappertutto”(Redemptoris Missio, 67)

Gerusalemme città della pace

Gerusalemme, 5 aprile 2005
Caro Giorgio Bernardelli,
nel libro di cui mi ha inviato un’anteprima ho trovato finalmente chi ha
avuto il coraggio di superare i luoghi comuni e guardare in faccia la
realta’, accorgendosi di situazioni forse poco visibili ma molto
significative. Leggendolo mi sono venute in mente parole come quella di
Isaia: “Ora ti faccio udire cose nuove / e segrete, che nemmeno sospetti”
(Is 48, 6; vedi anche Ger 31, 22 e ss.). Infatti molta gente pensa a
Gerusalemme oggi come la citta’ dei conflitti. I mass media hanno
sottolineato in questi anni passati gli atti di terrorismo, creando persino
nella nostra gente la paura di venire qui in pellegrinaggio, paura che oggi
fortunatamente appare un po’ superata.
Ma a di la’ di queste immagini di violenza, che pure sono vere, mi sono
sempre sforzato, incontrando i nostri pellegrini, di dire che la Gerusalemme
odierna presenta anche altri aspetti, quelli cioe’ di dialogo, di mutua
accoglienza, di riconciliazione, che pur non facendo per ora notizia, sono
capaci di farci intravedere quale sia la via di un futuro di pace. Lei ha
raccolto in queste pagine alcuni di questi esempi, tra cui vedo come
particolarmente commovente quello del “Parent’s circle”, che viene descritto
per primo. Si tratta di persone colpite gravemente negli affetti familiari
per la morte di uno dei loro cari ucciso dalla violenza, che non hanno
voluto chiudersi nel loro dolore ma hanno cercato di comprendere il dolore
dell’altro, di chi, pur trovandosi dall’altra parte, ha sofferto un lutto
simile. Ne sono nate iniziative ammirevoli di incontro e di dialogo che
mostrano la fecondita’ anche umana di un simile atteggiamento che non esito
a definire “evangelico”, anche se nato al di fuori della tradizione
cristiana.
Interrogato recentemente su che cosa mi colpisce di piu’ nella Gerusalemme
di oggi, non ho esitato a rispondere che vedo in essa anzitutto la citta’
della preghiera, la citta’ del dialogo e la citta’ dell’amore. Citta’ della
preghiera, perche’ in essa si prega molto, sia dagli ebrei, in particolare
nello shabbat e nelle feste, sia dai musulmani nei loro giorni di preghiera,
sia dai cristiani, in particolare nelle domeniche. Citta’ del dialogo,
perche’ innumerevoli sono le iniziative di dialogo e di incontro sia a
livello religioso (tra ebrei e musulmani, ebrei e cristiani, come pure i
dialoghi a tre) sia a livello culturale e civile. Citta’ dell’amore, a causa
della molteplicita’ di istituzioni e gesti di carita’ e di assistenza ai
piu’ deboli, da parte di un volontariato che proviene da Israele, dai paesi
arabi e da ogni parte del mondo.
Con cio’ non si negano anche i dolorosi aspetti del conflitto, che Lei
richiama pure in queste pagine. Ma quanto il Suo libro vuole sottolineare e’
quel cammino silenzioso ma efficace di dialogo e di riconciliazione che e’
gia’ una risposta di Dio alle nostre preghiere per la pace e che non potra’
non portare frutto anche a livelli piu’ visibili.
Scrivo questa lettera alla vigilia del mio viaggio a Roma per partecipare
alle esequie di papa Giovanni Paolo II. Egli ha sottolineato con forza la
necessita’ di creare ponti anche la’ dove ci sono conflitti e queste pagine
sono una testimonianza della verita’ e fecondita’ del suo coraggioso e
instancabile impegno per la pace, che egli ha perseguito fino all’ultimo
istante della sua esistenza.
Suo cordialmente
Carlo Maria card. Martini, S.I.

Il 23 ottobre in Brasile si vota per la proibizione del commercio delle armi

DAL PROFONDO DEL CUORE

Che grande tristezza la disattenzione del resto del mondo sulla prova cui la
popolazione brasiliana e’ chiamata questa domenica 23 ottobre.
Distratti da tante cose sovente di poco momento, i grandi mass-media, le
grandi organizzazioni e finanche molte personalita’ illustri non si sono
accorti che fra tre giorni in Brasile e’ in gioco il futuro dell’umanita’
intera.
Perche’ se domenica in Brasile vinceranno le nostre sorelle ed i nostri
fratelli, e con lo strumento democratico del voto la maggioranza della gente
di quel grande paese dira’ si’ al disarmo, si’ alla proibizione del
commercio delle armi assassine, si’ al diritto di ogni donna e ogni uomo a
vivere, ebbene, questo si’ sara’ un si’ che varra’ per l’umanita’ intera.
Questo si’ aprira’ un’epoca nuova. Questo si’ porra’ all’ordine del giorno
in tutti i paesi del mondo la scelta del disarmo, dimostrando che essa non
solo e’ necessaria, ma anche possibile. Questo si’ salvera’ innumerevoli
vite. Questo si’ schiudera’ un nuovo corso alla storia.
Se sciaguratamente dovessero vincere i trafficanti d’armi, i boss mafiosi,
gli squadroni della morte, l’industria bellica, i fascisti di tutte le
risme, allora sara’ una sconfitta, una disasatrosa sconfitta, per l’umanita’
intera.
*
Tutte e tutti avremmo dovuto in queste settimane correre al soccorso delle
sorelle e dei fratelli brasiliani che con pochi mezzi e coraggio grande
hanno promosso l’informazione e la coscientizzazione affinche’ il voto
referendario sia consapevole, giusto, buono. Un voto che salvi le vite,
tutte le vite, anche le nostre e quelle di coloro che verranno.
Chi tra noi legge la stampa brasiliana sa che i mercanti di morte dispongono
la’, come qui, di un apparato propagandistico che comprende pressoche’ tutti
i piu’ grandi mass-media e soprattutto quelli televisivi, la cui capacita’
di ottundimento e manipolazione, la cui capacita’ di corruzione e menzogna,
e’ enorme; enorme, e difficilmente contrastabile. Eppure le sorelle e i
fratelli si sono gettate e gettati nella lotta, perche’ sanno che la loro
vittoria salvera’ innumerevoli vite umane, la loro sconfitta provochera’
nuove immani stragi.
Tutte e tutti avremmo dovuto in queste settimane correre al soccorso, dal
mondo intero. Con i nostri mezzi limitati ma cumulabili, e con le nostre
intatte volonta’.
In questo mondo meraviglioso e terribile ai quattro quinti dell’umanita’ e’
precluso finanche poter far sentire la propria voce. Ma noi, qui, la
possibilita’ di far sentire la nostra voce l’abbiamo. E quindi in questa
circostanza avremmo dovuto essere anche voce dei senza voce, avremmo dovuto
in queste settimane farci sentire anche per quelle e quelli le cui lingue
sono state tagliate, avremmo dovuto farci sentire anche per quelle e quelli
che sono stati uccisi, che ogni giorno vengono uccisi.
Ed ecco siamo a questo giovedi’ 20 ottobre, e mancano tre giorni a quel
voto.
E di cosa dobbiamo parlare se non di questo?
*
Chi puo’, agisca.
Scrivendo alle persone brasiliane che conosce, pregandole di votare si’
anche per noi, per salvare anche le nostre vite.
Scrivendo a tutte le persone amiche, in Italia e nel mondo, per chiedere
loro di fare altrettanto, perche’ dicano si’ al disarmo e alla dignita’
umana, al diritto alla vita di ogni umana persona.
Scrivendo ai mass-media distratti, la cui distrazione non e’ innocente.
Scrivendo alle rappresentanze istituzionali, perche’ l’ipocrisia non e’ piu’
l’omaggio che il vizio rende alla virtu’, ma l’ultima forma della
complicita’ con la ferocia assassina.
Scrivendo, parlando, pensando. Avendo a cuore l’umanita’.
Scegliendo di essere il cuore pensante di questa nostra immensa baracca.
Scegliendo la parte di Etty Hillesum. La parte di Anne Frank. La parte di
Edith Stein. La parte di Marianella Garcia.
Dal profondo del cuore, si’.

DON PEPPINO E’ TORNATO ALLA CASA DEL PADRE

Nella giornata di mercoledì 14 settembre tutta la Comunità di Ripacandida ha dato l’estremo saluto a don Peppino Gentile, parroco per oltre 50 anni.
Con un’ordinanza comunale il Sindaco Giuseppe Mastantuono ha proclamato il lutto cittadino per manifestare in modo tangibile la solidarietà verso questo parroco che per circa 60 anni ha esercitato il ministero sacerdotale, nell’accorrere al letto degli infermi, nell’impartire l’insegnamento religioso alla gioventu’, nell’evangelizzare ai poveri, agli umili ed all’intera Comunità.
Tutto il paese era coperto di manifesti dalla Federazione Lucana della Coldiretti, della Scuola Media ed Elementare, del Comune, dell’Associazione Santuario di Ripacandida ed Amici di Padre Pio, quest’ultima associazione nei volantini affissi in tutto il paese ha ricordato don Peppino Gentile con queste parole. ‘ gli siamo grati per la sua sollecitudine dalla quale ci siamo sempre sentiti abbracciati, per il fulgido esempio della sua appassionata dedizione a Cristo redentore dell’uomo, per la sua incessante opera pastorale ed educativa, per il suo instancabile Amore per i ragazzi, per la sua azione tesa a scoprire e perpetrare la memoria delle nobili figure che hanno onorato Ripacandida per la loro testimonianza di fede e di vita cristiana’. La messa funebre è stata concelebrata dal Vescovo della Diocesi, Mons. Gianfranco Todisco, dal Vescovo Emerito Vincenzo Cozzi e da don Ferdinando Castriotti, parrroco di Ripacandida.
Alla presenza di circa 30 sacerdoti della Diocesi, del Comandante dei Carabinieri Francesco Marrone, dei Vigli Urbani di Ripacandida e Ginestra, il Vescovo Gianfranco Todisco, durante l’introduzione della messa, ha detto: ‘ oggi la Chiesa celebra l’Esaltazione della Croce, Gesu’ innalzato sulla croce, attira a sé tutti ed ha chiamato don Giuseppe Gentile, infaticabile sacerdote, in oltre 50 anni, ha impartito la Parola del Signore ed i Sacramenti. Gesu’ e la Madonna sono stati l’unico anelito della sua vita. Vogliamo esprimere la speranza che don Peppino continuerà a far parte della nostra vita’.
Don Vincenzo Cozzi, Vescovo Emerito per circa 21 anni della Diocesi, durante l’omelìa, ha aggiunto: ‘ il suo è stato un sacerdozio fatto di desiderio e di annuncio della Santità. Ha realizzato l’aspetto sociale di un cristianesimo vissuto in pienezza di bontà, amore ed abnegazione per gli altri. Ha sempre premuto per il processo di beatificazione di Suor Maria di Gesù. Si preoccupava di trovare il modo di dire a tutti seguiamo i Santi, che rappresentano il segno vivo della Chiesa. Una santità che aveva come meta la salvezza della società. E’ la migliore eredità che ci ha lasciato. E la presenza di tanta gente questa mattina è la testimonianza di una Comunità che esalta ciò che ha realizzato questo parroco.
Il Sindaco Giuseppe Mastantuono, nel suo breve, commosso, intervento ha detto: ‘ don Peppino non smetterà di vivere tra noi. Coraggioso testimone del Vangelo, lo zelo, la diligenza, l’ardore, la puntualità ha contraddistinto la sua vita sacerdotale. Si fece occhio per il cieco. Era amico di quelli che leggevano molto e di quelli senza lettura. Invitava a scandagliare il proprio animo. Non era un uomo dalle manifestazioni pompose. Questi ricordi positivi ci faciliteranno nell’adempimento dei nostri doveri’. Una rappresentante del consiglio pastorale parrocchiale, Maria Linda, ha aggiunto: ‘ gli operatori pastorali ringraziano don Peppino Gentile per essersi sacrificato, per aver dato non solo il pane quotidiano eucaristico, ma per essere stato una guida morale e spirituale a tanti. Ci ha aiutati a crescere nella fede col suo incommensurabile affetto per Ripacandida.
La sua dipartita lascia un vuoto nei nostri cuori, sei stato padre, maestro e guida’. E’ stata letta una lettera di ringraziamento per il suo impegno come assistente spirituale nella Coldiretti Regionale, giunta a Ripacandida e firmata dal presidente nazionale spirituale, padre Renato Cantatore. Don Ferdinando Castriotti, il parroco attuale di Ripacandida, ha chiuso gli interventi dicendo: ‘ mi porto dietro l’immagine di un testimone ricevuto proprio da don Peppino. Di questo dono prezioso ricevuto da don Peppino, che ha dato tanto alla chiesa, facciamone tesoro. Ho ricevuto tantissime telefonate da don Peppino che mi raccomandava la puntualità e l’impegno per questo paese. Ripacandida ha tanti sacerdoti, religiosi, frati, tutti espressione della ricchezza di questa Comunità’.
La bara di don peppino è stata portata fuori dalla Chiesa ‘Santa Maria del Sepolcro’ dai suoi confratelli. A ricevere le condoglianze sul piazzale della Chiesa di San Donato c’era la sorella Suor Nunziata ed alcuni nipoti.
Lorenzo Zolfo

VINCERE LA PAURA PER COSTRUIRE LA PACE. APPELLO PER LA QUARTA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO

APPELLI. VINCERE LA PAURA PER COSTRUIRE LA PACE. APPELLO PER LA QUARTA
GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO
[Dal comitato organizzatore della quarta giornata del dialogo
cristianoislamico (per contatti: redazione@ildialogo.org) riceviamo e
diffondiamo]

Il mondo ha bisogno di saggezza, di pace, di concordia fra le nazioni, fra
le culture e le religioni. Gli esseri umani hanno bisogno di riconciliarsi
con la natura che viene invece sempre piu’ violentata e distrutta da una
politica dissennata di sfruttamento delle risorse naturali e da una politica
economica che ha il suo centro propulsore nella produzione di armamenti.
C’e’ bisogno di impegnarsi non per la guerra ma per dare da mangiare a tutti
gli esseri umani. L’Africa, l’Asia, L’America del sud, chiedono pane non
proiettili. C’e’ bisogno di impegnarsi a fondo per trovare rimedi alle
malattie che affliggono l’umanita’ quali l’aids, il cancro, le malattie
genetiche. C’e’ bisogno che il genere umano gareggi nel fare il bene invece
che il male.
*
Negli ultimi due mesi abbiamo invece assistito a continui proclami a favore
della violenza e ad incitamenti al razzismo. Scrittori, giornalisti,
filosofi, capi di stato, hanno fatto a gara nel diffondere paura e violenza,
razzismo e xenofobia, odio del diverso, di chi ha un diverso colore della
pelle o una diversa religione o cultura. Le azioni terroristiche sono
servite a rafforzare tale orientamento e non certo a fermarlo.
I risultati di questa politica dissennata sono sotto gli occhi di tutti: la
potente America e’ stata messa in ginocchio da un uragano che ha messo in
luce come la politica degli armamenti sostenuta da quel governo, abbia
portato alla consistente diminuzione delle risorse destinate alla
collettivita’. Le spese per sostenere un esercito gigantesco, con alcuni
milioni di americani in armi sparsi per il mondo, hanno portato alla
riduzione drastica degli investimenti per tutto cio’ che avrebbe consentito
di evitare quello che e’ accaduto a New Orleans, distrutta per la mancata
manutenzione degli argini di un fiume e da una inesistente protezione
civile.
*
Di fronte ai drammi che l’umanita’ sta vivendo, occorre che i credenti delle
grandi religioni monoteistiche, l’ebraismo, il cristianesimo, l’islam,
sappiano liberarsi dalle diffidenze reciproche alimentate ad arte da chi usa
la religione a fini di dominio sul proprio popolo o sul mondo intero.
Occorre combattere il male con il bene che e’ l’unico modo per spezzare il
circolo infernale che riproduce il male all’infinito. Occorre liberare la
capacita’ degli uomini e delle donne di Dio di costruire alleanze e dialogo
fra le civilta’ e le religioni. Occorre che gli uomini e le donne di Dio si
schierino decisamente per il dialogo e la pace togliendo qualsiasi alibi o
appoggio a chiunque usi la violenza terroristica o militare per risolvere i
conflitti internazionali.
*
Dobbiamo “vincere la paura per costruire la pace”: questo lo slogan,
drammaticamente attuale, che abbiamo lanciato quest’anno per la celebrazione
della quarta edizione della giornata ecumenica del dialogo
cristianoislamico, che, come negli anni scorsi, si terra’ nell’ultimo
venerdi’ di Ramadan che quest’anno cade il prossimo 28 ottobre 2005.
Invitiamo tutte e tutti a moltiplicare le occasioni di incontro e di dialogo
dal basso con le comunita’ islamiche e con tutte le religioni, per far
diventare la pace una prospettiva reale e non piu’ solo una vaga speranza. E
la pace trionfera’ se tutte e tutti la sapremo non solo reclamare dai
governanti ma vivere conseguentemente nella nostra vita di tutti i giorni.
Ed e’ con tale spirito che invitiamo tutte e tutti a partecipare alla marcia
della pace Perugia-Assisi dell’11 settembre 2005
*
Promuovono l’appello le seguenti riviste e associazioni a cui ci si puo’
rivolgere per adesioni o segnalazione di iniziative:
– “Adista”, via Acciaioli 7, 00186 Roma, tel. 066868692, 0668801924, fax:
066865898, e-mail: info@adista.it, sito: www.adista.it
– “Confronti”, Roma, tel. 064820503, 0648903241, fax: 064827901, e-mail:
redazione@confronti.net, sito: www.confronti.net
– “Cem-Mondialita’”, via Piamarta 9, 25121 Brescia, tel. 0303772780, fax
0303772781, e-mail: cemmondialita@saveriani.bs.it, sito:
www.saveriani.bs.it/cem
– Cipax – Centro interconfessionale per la pace, via Ostiense 152, 00154
Roma, tel./fax: 0657287347, e-mail: cipax-roma@libero.it, sito:
www.romacivica.net/cipax
– Emi – Editrice missionaria italiana, via di Corticella 181, 40128 Bologna,
tel. 051326027, fax: 051327552, ufficio stampa: stampa@emi.it, sito:
www.emi.it
– “Forum Internazionale Civilta’ dell’Amore”, via Roma 36, 02100 Rieti, tel.
0746750127, fax: 0746751776, e-mail: forum@forumreligioni.it
– “Il dialogo”, via Nazionale 51, 83024 Monteforte Irpino (Avellino), tel.
3337043384, sito: www.ildialogo.org; e-mail: redazione@ildialogo.org
– “La nonviolenza e’ in cammino”, foglio quotidiano del Centro di ricerca
per la pace di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.
0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
– “Missione Oggi”, via Piamarta 9, 25121 Brescia, tel. 0303772780, fax:
0303772781, e-mail: missioneoggi@saveriani.bs.it, sito:
www.saveriani.bs.it/Missioneoggi
– “Mosaico di pace”, via Petronelli 6, 70052 Bisceglie (Bari), tel.
0803953507, fax: 0803953450, e-mail: info@mosaicodipace.it, sito:
www.mosaicodipace.it
*
Per l’elenco completo dei firmatari dell’appello, per tutti i materiali ad
esso relativi e per le iniziative in corso si puo’ visitare il sito:
www.ildialogo.org, e-mail: redazione@ildialogo.org