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La parola N. 3 marzo 2024

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L’editoriale

Straordinarie, ordinarie, sante

le donne al centro di questo numero

“La Chiesa è donna” ha detto Papa Francesco nell’udienza ai membri della Commissione Teologica Internazionale e questo numero del nostro giornale diocesano è dedicato proprio alla donna. Un tema ampio, importante, sfaccettato. Un tema che pervade le riflessioni e anche i prodotti culturali del nostro tempo e che abbiamo cercato di condensare in piccoli focus. La donna nella sua interezza, la donna nella Chiesa, la donna nella storia, la donna di oggi e la donna che sarà. Come il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi ci ha restituito un’Italia del passato per parlare di presente, anche noi con questo numero abbiamo inteso raccontare e dare spazio alle donne comuni.
Alle donne che non hanno fatto la storia con la S maiuscola ma che con il loro lavoro e la loro azione nella società hanno lasciato un’impronta affinché tutte e tutti coloro che verranno possano trarne beneficio. Dalla “straordinaria ordinarietà” di Santa Gianna Beretta Molla, sposa, madre, medico, di cui abbiamo una splendida testimonianza diretta nelle parole che il figlio ha lasciato al nostro giornale, alla storia contemporanea di una giovane mamma migrante che ha attraversato il mare piena di dolore ma anche di speranza. E ancora, il dialogo con la psicologa Milena Di Palma intorno al tema purtroppo sempre attuale della
violenza di genere e l’incontro con la storia delle suore del Sacro Cuore di Lavello che poco fa hanno festeggiato il traguardo dei 100 anni dal loro insediamento. Storie quotidiane, delicate, forti. Storie di scelte d’amore, storie di dolore e rinascita. Storie di donne. E in questo numero non poteva mancare la figura femminile per eccellenza, la più preziosa e importante di tutte, la Beata Vergine Maria tratteggiata sapientemente dal nostro Vescovo. Ma non solo. Spazio alla visita pastorale che prosegue tra le parrocchie della Diocesi, al mese della Pace, agli incontri di formazione. Spazio al dialogo interculturale con il racconto in inglese e in italiano di una coppia del Connecticut di origine rionerese, e spazio allo sport con un’istantanea che racconta la squadra calcistica della Fortitudo San Tarcisio.
Un numero carico di colori e di foto in cui non mancano i disegni dei bambini del catechismo, questa volta della parrocchia di Montemilone che hanno rappresentato la Mamma Celeste. Un viaggio di immagini e parole che comincia dalla copertina. Una copertina particolare. Rossa, anzi rosa. Dove due scarpette trovano riparo dalla pioggia e dalle lacrime che cadono su un tappeto di piccole mimose, lasciando spazio al verde di una rinnovata speranza.
Buona lettura!

Lucia Nardiello

Direttore Responsabile

Gerusalemme città della pace

Gerusalemme, 5 aprile 2005
Caro Giorgio Bernardelli,
nel libro di cui mi ha inviato un’anteprima ho trovato finalmente chi ha
avuto il coraggio di superare i luoghi comuni e guardare in faccia la
realta’, accorgendosi di situazioni forse poco visibili ma molto
significative. Leggendolo mi sono venute in mente parole come quella di
Isaia: “Ora ti faccio udire cose nuove / e segrete, che nemmeno sospetti”
(Is 48, 6; vedi anche Ger 31, 22 e ss.). Infatti molta gente pensa a
Gerusalemme oggi come la citta’ dei conflitti. I mass media hanno
sottolineato in questi anni passati gli atti di terrorismo, creando persino
nella nostra gente la paura di venire qui in pellegrinaggio, paura che oggi
fortunatamente appare un po’ superata.
Ma a di la’ di queste immagini di violenza, che pure sono vere, mi sono
sempre sforzato, incontrando i nostri pellegrini, di dire che la Gerusalemme
odierna presenta anche altri aspetti, quelli cioe’ di dialogo, di mutua
accoglienza, di riconciliazione, che pur non facendo per ora notizia, sono
capaci di farci intravedere quale sia la via di un futuro di pace. Lei ha
raccolto in queste pagine alcuni di questi esempi, tra cui vedo come
particolarmente commovente quello del “Parent’s circle”, che viene descritto
per primo. Si tratta di persone colpite gravemente negli affetti familiari
per la morte di uno dei loro cari ucciso dalla violenza, che non hanno
voluto chiudersi nel loro dolore ma hanno cercato di comprendere il dolore
dell’altro, di chi, pur trovandosi dall’altra parte, ha sofferto un lutto
simile. Ne sono nate iniziative ammirevoli di incontro e di dialogo che
mostrano la fecondita’ anche umana di un simile atteggiamento che non esito
a definire “evangelico”, anche se nato al di fuori della tradizione
cristiana.
Interrogato recentemente su che cosa mi colpisce di piu’ nella Gerusalemme
di oggi, non ho esitato a rispondere che vedo in essa anzitutto la citta’
della preghiera, la citta’ del dialogo e la citta’ dell’amore. Citta’ della
preghiera, perche’ in essa si prega molto, sia dagli ebrei, in particolare
nello shabbat e nelle feste, sia dai musulmani nei loro giorni di preghiera,
sia dai cristiani, in particolare nelle domeniche. Citta’ del dialogo,
perche’ innumerevoli sono le iniziative di dialogo e di incontro sia a
livello religioso (tra ebrei e musulmani, ebrei e cristiani, come pure i
dialoghi a tre) sia a livello culturale e civile. Citta’ dell’amore, a causa
della molteplicita’ di istituzioni e gesti di carita’ e di assistenza ai
piu’ deboli, da parte di un volontariato che proviene da Israele, dai paesi
arabi e da ogni parte del mondo.
Con cio’ non si negano anche i dolorosi aspetti del conflitto, che Lei
richiama pure in queste pagine. Ma quanto il Suo libro vuole sottolineare e’
quel cammino silenzioso ma efficace di dialogo e di riconciliazione che e’
gia’ una risposta di Dio alle nostre preghiere per la pace e che non potra’
non portare frutto anche a livelli piu’ visibili.
Scrivo questa lettera alla vigilia del mio viaggio a Roma per partecipare
alle esequie di papa Giovanni Paolo II. Egli ha sottolineato con forza la
necessita’ di creare ponti anche la’ dove ci sono conflitti e queste pagine
sono una testimonianza della verita’ e fecondita’ del suo coraggioso e
instancabile impegno per la pace, che egli ha perseguito fino all’ultimo
istante della sua esistenza.
Suo cordialmente
Carlo Maria card. Martini, S.I.

Il 23 ottobre in Brasile si vota per la proibizione del commercio delle armi

DAL PROFONDO DEL CUORE

Che grande tristezza la disattenzione del resto del mondo sulla prova cui la
popolazione brasiliana e’ chiamata questa domenica 23 ottobre.
Distratti da tante cose sovente di poco momento, i grandi mass-media, le
grandi organizzazioni e finanche molte personalita’ illustri non si sono
accorti che fra tre giorni in Brasile e’ in gioco il futuro dell’umanita’
intera.
Perche’ se domenica in Brasile vinceranno le nostre sorelle ed i nostri
fratelli, e con lo strumento democratico del voto la maggioranza della gente
di quel grande paese dira’ si’ al disarmo, si’ alla proibizione del
commercio delle armi assassine, si’ al diritto di ogni donna e ogni uomo a
vivere, ebbene, questo si’ sara’ un si’ che varra’ per l’umanita’ intera.
Questo si’ aprira’ un’epoca nuova. Questo si’ porra’ all’ordine del giorno
in tutti i paesi del mondo la scelta del disarmo, dimostrando che essa non
solo e’ necessaria, ma anche possibile. Questo si’ salvera’ innumerevoli
vite. Questo si’ schiudera’ un nuovo corso alla storia.
Se sciaguratamente dovessero vincere i trafficanti d’armi, i boss mafiosi,
gli squadroni della morte, l’industria bellica, i fascisti di tutte le
risme, allora sara’ una sconfitta, una disasatrosa sconfitta, per l’umanita’
intera.
*
Tutte e tutti avremmo dovuto in queste settimane correre al soccorso delle
sorelle e dei fratelli brasiliani che con pochi mezzi e coraggio grande
hanno promosso l’informazione e la coscientizzazione affinche’ il voto
referendario sia consapevole, giusto, buono. Un voto che salvi le vite,
tutte le vite, anche le nostre e quelle di coloro che verranno.
Chi tra noi legge la stampa brasiliana sa che i mercanti di morte dispongono
la’, come qui, di un apparato propagandistico che comprende pressoche’ tutti
i piu’ grandi mass-media e soprattutto quelli televisivi, la cui capacita’
di ottundimento e manipolazione, la cui capacita’ di corruzione e menzogna,
e’ enorme; enorme, e difficilmente contrastabile. Eppure le sorelle e i
fratelli si sono gettate e gettati nella lotta, perche’ sanno che la loro
vittoria salvera’ innumerevoli vite umane, la loro sconfitta provochera’
nuove immani stragi.
Tutte e tutti avremmo dovuto in queste settimane correre al soccorso, dal
mondo intero. Con i nostri mezzi limitati ma cumulabili, e con le nostre
intatte volonta’.
In questo mondo meraviglioso e terribile ai quattro quinti dell’umanita’ e’
precluso finanche poter far sentire la propria voce. Ma noi, qui, la
possibilita’ di far sentire la nostra voce l’abbiamo. E quindi in questa
circostanza avremmo dovuto essere anche voce dei senza voce, avremmo dovuto
in queste settimane farci sentire anche per quelle e quelli le cui lingue
sono state tagliate, avremmo dovuto farci sentire anche per quelle e quelli
che sono stati uccisi, che ogni giorno vengono uccisi.
Ed ecco siamo a questo giovedi’ 20 ottobre, e mancano tre giorni a quel
voto.
E di cosa dobbiamo parlare se non di questo?
*
Chi puo’, agisca.
Scrivendo alle persone brasiliane che conosce, pregandole di votare si’
anche per noi, per salvare anche le nostre vite.
Scrivendo a tutte le persone amiche, in Italia e nel mondo, per chiedere
loro di fare altrettanto, perche’ dicano si’ al disarmo e alla dignita’
umana, al diritto alla vita di ogni umana persona.
Scrivendo ai mass-media distratti, la cui distrazione non e’ innocente.
Scrivendo alle rappresentanze istituzionali, perche’ l’ipocrisia non e’ piu’
l’omaggio che il vizio rende alla virtu’, ma l’ultima forma della
complicita’ con la ferocia assassina.
Scrivendo, parlando, pensando. Avendo a cuore l’umanita’.
Scegliendo di essere il cuore pensante di questa nostra immensa baracca.
Scegliendo la parte di Etty Hillesum. La parte di Anne Frank. La parte di
Edith Stein. La parte di Marianella Garcia.
Dal profondo del cuore, si’.

VINCERE LA PAURA PER COSTRUIRE LA PACE. APPELLO PER LA QUARTA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO

APPELLI. VINCERE LA PAURA PER COSTRUIRE LA PACE. APPELLO PER LA QUARTA
GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO
[Dal comitato organizzatore della quarta giornata del dialogo
cristianoislamico (per contatti: redazione@ildialogo.org) riceviamo e
diffondiamo]

Il mondo ha bisogno di saggezza, di pace, di concordia fra le nazioni, fra
le culture e le religioni. Gli esseri umani hanno bisogno di riconciliarsi
con la natura che viene invece sempre piu’ violentata e distrutta da una
politica dissennata di sfruttamento delle risorse naturali e da una politica
economica che ha il suo centro propulsore nella produzione di armamenti.
C’e’ bisogno di impegnarsi non per la guerra ma per dare da mangiare a tutti
gli esseri umani. L’Africa, l’Asia, L’America del sud, chiedono pane non
proiettili. C’e’ bisogno di impegnarsi a fondo per trovare rimedi alle
malattie che affliggono l’umanita’ quali l’aids, il cancro, le malattie
genetiche. C’e’ bisogno che il genere umano gareggi nel fare il bene invece
che il male.
*
Negli ultimi due mesi abbiamo invece assistito a continui proclami a favore
della violenza e ad incitamenti al razzismo. Scrittori, giornalisti,
filosofi, capi di stato, hanno fatto a gara nel diffondere paura e violenza,
razzismo e xenofobia, odio del diverso, di chi ha un diverso colore della
pelle o una diversa religione o cultura. Le azioni terroristiche sono
servite a rafforzare tale orientamento e non certo a fermarlo.
I risultati di questa politica dissennata sono sotto gli occhi di tutti: la
potente America e’ stata messa in ginocchio da un uragano che ha messo in
luce come la politica degli armamenti sostenuta da quel governo, abbia
portato alla consistente diminuzione delle risorse destinate alla
collettivita’. Le spese per sostenere un esercito gigantesco, con alcuni
milioni di americani in armi sparsi per il mondo, hanno portato alla
riduzione drastica degli investimenti per tutto cio’ che avrebbe consentito
di evitare quello che e’ accaduto a New Orleans, distrutta per la mancata
manutenzione degli argini di un fiume e da una inesistente protezione
civile.
*
Di fronte ai drammi che l’umanita’ sta vivendo, occorre che i credenti delle
grandi religioni monoteistiche, l’ebraismo, il cristianesimo, l’islam,
sappiano liberarsi dalle diffidenze reciproche alimentate ad arte da chi usa
la religione a fini di dominio sul proprio popolo o sul mondo intero.
Occorre combattere il male con il bene che e’ l’unico modo per spezzare il
circolo infernale che riproduce il male all’infinito. Occorre liberare la
capacita’ degli uomini e delle donne di Dio di costruire alleanze e dialogo
fra le civilta’ e le religioni. Occorre che gli uomini e le donne di Dio si
schierino decisamente per il dialogo e la pace togliendo qualsiasi alibi o
appoggio a chiunque usi la violenza terroristica o militare per risolvere i
conflitti internazionali.
*
Dobbiamo “vincere la paura per costruire la pace”: questo lo slogan,
drammaticamente attuale, che abbiamo lanciato quest’anno per la celebrazione
della quarta edizione della giornata ecumenica del dialogo
cristianoislamico, che, come negli anni scorsi, si terra’ nell’ultimo
venerdi’ di Ramadan che quest’anno cade il prossimo 28 ottobre 2005.
Invitiamo tutte e tutti a moltiplicare le occasioni di incontro e di dialogo
dal basso con le comunita’ islamiche e con tutte le religioni, per far
diventare la pace una prospettiva reale e non piu’ solo una vaga speranza. E
la pace trionfera’ se tutte e tutti la sapremo non solo reclamare dai
governanti ma vivere conseguentemente nella nostra vita di tutti i giorni.
Ed e’ con tale spirito che invitiamo tutte e tutti a partecipare alla marcia
della pace Perugia-Assisi dell’11 settembre 2005
*
Promuovono l’appello le seguenti riviste e associazioni a cui ci si puo’
rivolgere per adesioni o segnalazione di iniziative:
– “Adista”, via Acciaioli 7, 00186 Roma, tel. 066868692, 0668801924, fax:
066865898, e-mail: info@adista.it, sito: www.adista.it
– “Confronti”, Roma, tel. 064820503, 0648903241, fax: 064827901, e-mail:
redazione@confronti.net, sito: www.confronti.net
– “Cem-Mondialita’”, via Piamarta 9, 25121 Brescia, tel. 0303772780, fax
0303772781, e-mail: cemmondialita@saveriani.bs.it, sito:
www.saveriani.bs.it/cem
– Cipax – Centro interconfessionale per la pace, via Ostiense 152, 00154
Roma, tel./fax: 0657287347, e-mail: cipax-roma@libero.it, sito:
www.romacivica.net/cipax
– Emi – Editrice missionaria italiana, via di Corticella 181, 40128 Bologna,
tel. 051326027, fax: 051327552, ufficio stampa: stampa@emi.it, sito:
www.emi.it
– “Forum Internazionale Civilta’ dell’Amore”, via Roma 36, 02100 Rieti, tel.
0746750127, fax: 0746751776, e-mail: forum@forumreligioni.it
– “Il dialogo”, via Nazionale 51, 83024 Monteforte Irpino (Avellino), tel.
3337043384, sito: www.ildialogo.org; e-mail: redazione@ildialogo.org
– “La nonviolenza e’ in cammino”, foglio quotidiano del Centro di ricerca
per la pace di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.
0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
– “Missione Oggi”, via Piamarta 9, 25121 Brescia, tel. 0303772780, fax:
0303772781, e-mail: missioneoggi@saveriani.bs.it, sito:
www.saveriani.bs.it/Missioneoggi
– “Mosaico di pace”, via Petronelli 6, 70052 Bisceglie (Bari), tel.
0803953507, fax: 0803953450, e-mail: info@mosaicodipace.it, sito:
www.mosaicodipace.it
*
Per l’elenco completo dei firmatari dell’appello, per tutti i materiali ad
esso relativi e per le iniziative in corso si puo’ visitare il sito:
www.ildialogo.org, e-mail: redazione@ildialogo.org