Il 23 ottobre in Brasile si vota per la proibizione del commercio delle armi

DAL PROFONDO DEL CUORE

Che grande tristezza la disattenzione del resto del mondo sulla prova cui la
popolazione brasiliana e’ chiamata questa domenica 23 ottobre.
Distratti da tante cose sovente di poco momento, i grandi mass-media, le
grandi organizzazioni e finanche molte personalita’ illustri non si sono
accorti che fra tre giorni in Brasile e’ in gioco il futuro dell’umanita’
intera.
Perche’ se domenica in Brasile vinceranno le nostre sorelle ed i nostri
fratelli, e con lo strumento democratico del voto la maggioranza della gente
di quel grande paese dira’ si’ al disarmo, si’ alla proibizione del
commercio delle armi assassine, si’ al diritto di ogni donna e ogni uomo a
vivere, ebbene, questo si’ sara’ un si’ che varra’ per l’umanita’ intera.
Questo si’ aprira’ un’epoca nuova. Questo si’ porra’ all’ordine del giorno
in tutti i paesi del mondo la scelta del disarmo, dimostrando che essa non
solo e’ necessaria, ma anche possibile. Questo si’ salvera’ innumerevoli
vite. Questo si’ schiudera’ un nuovo corso alla storia.
Se sciaguratamente dovessero vincere i trafficanti d’armi, i boss mafiosi,
gli squadroni della morte, l’industria bellica, i fascisti di tutte le
risme, allora sara’ una sconfitta, una disasatrosa sconfitta, per l’umanita’
intera.
*
Tutte e tutti avremmo dovuto in queste settimane correre al soccorso delle
sorelle e dei fratelli brasiliani che con pochi mezzi e coraggio grande
hanno promosso l’informazione e la coscientizzazione affinche’ il voto
referendario sia consapevole, giusto, buono. Un voto che salvi le vite,
tutte le vite, anche le nostre e quelle di coloro che verranno.
Chi tra noi legge la stampa brasiliana sa che i mercanti di morte dispongono
la’, come qui, di un apparato propagandistico che comprende pressoche’ tutti
i piu’ grandi mass-media e soprattutto quelli televisivi, la cui capacita’
di ottundimento e manipolazione, la cui capacita’ di corruzione e menzogna,
e’ enorme; enorme, e difficilmente contrastabile. Eppure le sorelle e i
fratelli si sono gettate e gettati nella lotta, perche’ sanno che la loro
vittoria salvera’ innumerevoli vite umane, la loro sconfitta provochera’
nuove immani stragi.
Tutte e tutti avremmo dovuto in queste settimane correre al soccorso, dal
mondo intero. Con i nostri mezzi limitati ma cumulabili, e con le nostre
intatte volonta’.
In questo mondo meraviglioso e terribile ai quattro quinti dell’umanita’ e’
precluso finanche poter far sentire la propria voce. Ma noi, qui, la
possibilita’ di far sentire la nostra voce l’abbiamo. E quindi in questa
circostanza avremmo dovuto essere anche voce dei senza voce, avremmo dovuto
in queste settimane farci sentire anche per quelle e quelli le cui lingue
sono state tagliate, avremmo dovuto farci sentire anche per quelle e quelli
che sono stati uccisi, che ogni giorno vengono uccisi.
Ed ecco siamo a questo giovedi’ 20 ottobre, e mancano tre giorni a quel
voto.
E di cosa dobbiamo parlare se non di questo?
*
Chi puo’, agisca.
Scrivendo alle persone brasiliane che conosce, pregandole di votare si’
anche per noi, per salvare anche le nostre vite.
Scrivendo a tutte le persone amiche, in Italia e nel mondo, per chiedere
loro di fare altrettanto, perche’ dicano si’ al disarmo e alla dignita’
umana, al diritto alla vita di ogni umana persona.
Scrivendo ai mass-media distratti, la cui distrazione non e’ innocente.
Scrivendo alle rappresentanze istituzionali, perche’ l’ipocrisia non e’ piu’
l’omaggio che il vizio rende alla virtu’, ma l’ultima forma della
complicita’ con la ferocia assassina.
Scrivendo, parlando, pensando. Avendo a cuore l’umanita’.
Scegliendo di essere il cuore pensante di questa nostra immensa baracca.
Scegliendo la parte di Etty Hillesum. La parte di Anne Frank. La parte di
Edith Stein. La parte di Marianella Garcia.
Dal profondo del cuore, si’.