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Chiusura della Visita Pastorale e indizione del Sinodo diocesano

DIOCESI DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA

 

UFFICIO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI

COMUNICATO

 

Chiusura della Visita Pastorale e indizione del Sinodo diocesano

 

Domenica 5 ottobre 2025 la diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa vivrà un momento di alto valore ecclesiale. Alle ore 18.00 nella Cattedrale S. Maria Assunta di Melfi il vescovo mons. Ciro Fanelli presiederà la S. Messa a conclusione della sua prima Visita Pastorale e, nella stessa celebrazione, indirà il primo Sinodo diocesano. Il precedente, celebrato nel 1950, vedeva le due diocesi unite solo nella persona del vescovo e non nell’attuale configurazione ecclesiastica.

La Visita Pastorale, dal tema “Sto alla porta e busso” (Ap 3,20), riprende lo stesso slogan della Visita del vescovo mons. Cozzi, di cui è in corso la fase diocesana del processo di beatificazione, e, oltre agli aspetti amministrativi che le sono propri, si è nutrita di valori umani e spirituali.

Essa è nata da un lavoro corale e sinodale, poiché debitamente preparata da una apposita commissione, e il suo calendario si è sviluppato valorizzando le quattro zone pastorali in cui la diocesi è suddivisa.

Il vescovo si è recato in tutte le parrocchie della diocesi, dove ha sostato una settimana, condividendo in pieno con i rispettivi parroci le attività ordinarie di ciascuna comunità, dalla più piccola alla più grande.

Oltre che alle comunità ecclesiali, la Visita si è estesa al territorio e a tutte le sue espressioni istituzionali: consigli comunali, scuole di ogni ordine e grado, ospedali e case di cura, caserme, attività commerciali, strutture ricreative e di natura sociale.
Si è trattato di un’esperienza di grande intensità, che ha permesso al vescovo di avere una conoscenza capillare della diocesi, anche attraverso le tante visite agli ammalati che sono state programmate. Nel contempo, le comunità ecclesiali hanno avuto modo di creare rete e proficue collaborazioni con il mondo civile, mondo che ha manifestato una grande attenzione e cordialità a tale esperienza ecclesiale, in cui mons. Fanelli è stato anche coadiuvato da sacerdoti e membri di Uffici di Curia.

A dimostrazione della significatività del legame con il pastore della diocesi, nei Comuni di Barile e di San Fele è stata conferita al vescovo la cittadinanza onoraria.

Per non disperdere il lavoro svolto e dare piuttosto efficace continuità, durante la celebrazione eucaristica del 5 ottobre, il vescovo consegnerà ai parroci e ai segretari dei Consigli Pastorali Parrocchiali una prima e particolare restituzione della Visita Pastorale e farà proclamare il decreto di indizione del primo Sinodo diocesano della Chiesa che è in Melfi-Rapolla-Venosa, come già preannunciato in una lettera indirizzata al popolo di Dio alla vigilia della solennità di Pentecoste.

Il contesto liturgico della Pentecoste ben comunica l’espressione teologica e comunitaria del Sinodo, esperienza che invita tutto il popolo di Dio ad essere lievito e sale per il territorio che la diocesi, in tutte le sue espressioni, abita.

La scelta del vescovo, inoltre, è ottimamente inserita nel Cammino sinodale, che ha conosciuto una dimensione universale e che, a fine ottobre, vedrà anche la fase finale del Sinodo delle Chiese che sono in Italia.

Il Sinodo diocesano, così come la Visita Pastorale, avrà un periodo preparatorio, uno celebrativo vero e proprio, e uno attuativo.

Si auspica che possa essere un momento di grande coinvolgimento, di risveglio e di maggiore determinazione per l’efficacia dell’annuncio del Vangelo agli uomini e alle donne che abitano l’oggi complesso della storia.

Melfi, 1 ottobre 2025


Partecipa anche tu alla marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità – 12 ottobre 2025

Marcia PerugiAssisi
della pace e della fraternità

La Diocesi invita tutti a mobilitarsi e unirsi con cuore e piedi alla Marcia PerugiAssisi per la Pace e la Fraternità, che si terrà il 12 ottobre 2025. Con partenza dai Giardini del Frontone di Perugia e arrivo ad Assisi, lungo un percorso di circa 24 chilometri, la marcia rappresenta da oltre sessant’anni un segno profetico di unità e impegno civile.
In un tempo in cui guerre e conflitti continuano a ferire interi popoli, la nostra comunità ecclesiale sente l’urgenza di mobilitarsi: non basta indignarsi, occorre farsi artigiani di pace, dare voce a chi soffre, testimoniare che la fraternità è possibile. La marcia è un’occasione per incontrarsi, camminare insieme e ribadire con forza che la pace non è un’utopia, ma una responsabilità condivisa, che si costruisce con gesti concreti di solidarietà, dialogo e giustizia.
La Diocesi invita giovani, famiglie, associazioni e parrocchie a partecipare numerosi. Unirsi a questa esperienza significa rispondere all’appello del Vangelo e del nostro tempo: scegliere la pace come cammino, la fraternità come orizzonte, la nonviolenza come stile di vita.
Camminiamo insieme, un passo dopo l’altro, perché il futuro non appartenga alla paura e alla violenza, ma alla speranza e alla dignità di ogni persona.

Sito web: perugiassisi.org

Puntate verso l’Alto!

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

Puntate verso l’Alto!

MESSAGGIO AL MONDO DELLA SCUOLA
ALL’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO 2025-2026

 

Alle studentesse e agli studenti,
ai docenti e al personale tutto,
ai dirigenti scolastici

 

Carissime e carissimi,

  1. all’inizio di questo nuovo anno scolastico, dopo l’esperienza della Visita Pastorale, che mi ha condotto a varcare le soglie dei vostri istituti scolastici, desidero insieme a voi ringraziare tutti i dirigenti con i collegi-docenti per la bellissima opportunità che mi hanno concesso e per l’accoglienza calorosa che mi hanno riservata: grazie! Un ringraziamento particolare mi sia consentito di rivolgerlo agli insegnanti di religione che, con grande capacità di coinvolgimento, hanno fatto in modo che ogni incontro della Visita pastorale fosse bello, ricco e arricchente creando interessanti momenti di dialogo con voi studenti. Ma, mentre si avvia questo nuovo scolastico 2025-2026, voglio soprattutto raggiungere voi ragazze e ragazzi, insieme ai vostri genitori e ai vostri stimatissimi docenti, con un pensiero di augurio, vicinanza e riflessione, perché il tempo che si apre dinanzi a voi non sia solo un susseguirsi di lezioni e verifiche, ma un vero e proprio cammino di crescita umana e spirituale.
    La vostra è un’età importantissima, che va non solo valuta, ma sopravvalutata. Mi spiego. E’ l’età-laboratorio di tutta la vita. E’ l’età in cui succede una cosa fondamentale: si semina il futuro. Ciascuno è irrepetibile.

 

  1. Carissime e carissimi, per questa ragione, dovete portare con sano orgoglio il vostro nome, che ogni mattina viene pronunciato in aula con l’appello scolastico. Voi potete e dovete essere l’inizio di qualcosa di unico. Vorrei iniziare questo mio messaggio prendendo in prestito l’immagine potente di un grande vescovo e un grande studioso della bibbia, il Cardinale Carlo Maria Martini.
    Il Cardinale, arcivescovo di Milano per lunghi anni, ci ha consegnato una riflessione importante su una pagina bellissima del vangelo di San Luca: i due discepoli di Emmaus (Luca 24, 13-35). Da questa pagina ricaviamo una grande verità: La vita è un “lungo” viaggio! Anche l’anno scolastico, anche questo anno che ora inizia, è un meraviglioso viaggio. Come i due discepoli viandanti, anche voi, ragazze e ragazzi, potreste iniziare questa avventura con il “volto triste”, carichi di incertezze, con la “marcia indietro”, forse anche un po’ delusi dalle difficoltà del passato o timorosi per le sfide future. Sono sentimenti umani, comprensibili. La scuola, a volte, può sembrare un luogo che ci espone a “situazioni di vita estreme”, come quelle narrate dalla scrittrice sudcoreana Han Kang (27 novembre 1970), premio Nobel per la letteratura (conseguito il 10 ottobre 2024 con la seguente motivazione: “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”; grazie al romanzo, Atti umani, Adelphi Edizioni), situazioni che mettono a nudo la nostra fragilità e ci costringono a confrontarci con la fatica e il dolore.

 

  1. Eppure, carissimi, proprio come i due discepoli di Emmaus, voi non siete soli in questo cammino. Un compagno di viaggio si fa accanto a voi, spesso in modo discreto. Può avere il volto di una insegnante appassionata, di un compagno di banco che vi offre il suo aiuto, o la voce di una parola letta su un libro che improvvisamente illumina la vostra mente e, come per i discepoli, fa “ardere” il vostro cuore nel petto.  Carissimi, non temete le domande, soprattutto quelle che sembrano non avere risposta.
    È attraverso l’ascolto e il dialogo che ogni paura, piccola o grande, si scioglie e lascia il posto alla comprensione. Ma qual è il metodo per valorizzare il tempo dello studio senza ridurlo ad un impegno sterile che porta ad accumulare nozioni, ma un vero nutrimento per la vita? Carissimi, ogni vero apprendimento inizia sempre dal silenzio e dall’ascolto. Non abbiate paura di fermarvi per capire ed ascoltare, non abbiate vergogna di fare una sosta di fronte a una pagina difficile o a un concetto che vi sfugge. Non cedete alla tentazione immediata di correre avanti, create invece uno spazio interiore per chiedervi: “Cosa significa veramente questo? Perché è importante?”. Da questo silenzio-interrogante, nasce la capacità di ascoltare veramente l’altro che, in qualche modo, ha una correlazione anche con la lezione del vostro insegnante, il capitolo del vostro libro di testo, l’esercizio di matematica, con tutto ciò che accade non per caso ogni giorno. Tutto ha un senso.

 

  1. Ascoltate le lezioni non con l’ansia di memorizzarle, ma con il desiderio di comprenderle. È così che lo studio si trasforma in un incontro, un momento quasi di “nutrimento” in cui la conoscenza viene “spezzata” per voi e diventa “cibo”, qualcosa da assimilare e fare vostro.
    Questo processo vi renderà capaci di raccontare agli altri, cioè di non tenere per voi ciò che avete imparato, ma di condividerlo con gli altri, aiutando chi è in difficoltà e diventando voi stessi testimoni di una cultura che genera vita felice. In questo percorso, vi propongo un modello, un giovane come voi che ha saputo trasformare l’ordinario in straordinario: Pier Giorgio Frassati, che il Papa ha proclamato santo proprio ieri, 7 settembre. Anche Pier Giorgio fu studente. Conosceva la fatica dello studio e le incomprensioni in famiglia. Eppure, la sua vita non fu mai mediocre. La sua vita di giovane cristiano non era fatta di cose strane, ma di una intimità e di un’amicizia speciale vissuta con gioia e fedeltà nella quotidianità. Gesù di Nazareth. Il suo Vangelo.

 

  1. Pier Giorgio insegna, soprattutto a noi adulti, che la fede non è un’abitudine, ma una “convinzione”, una scelta libera e personale. Per Pier Giorgio, l’incontro quotidiano con Gesù non era l’incontro vuoto con un personaggio inesistente, ma l’amicizia con una persona viva, Gesù, che come ogni amicizia vera genera un’energia inesauribile che lo spingeva non a fuggire dagli altri, ma ad andare verso di loro riconoscendoli come fratelli.
    Pier Giorgio diceva ai suoi coetanei: “Gesù mi fa visita con la comunione ogni mattina e io gliela restituisco nel modo che posso, visitando i poveri”. Meraviglioso.

 

  1. Ecco la prima lezione per il vostro nuovo anno: lo studio, la cultura, le competenze che acquisite non sono un tesoro da custodire gelosamente per voi stessi. Sono doni da condividere, strumenti per servire, per riparare la casa, cioè ciò che conta davvero della nostra società. Infatti, un Vescovo eccezionale, don Tonino Bello diceva una frase che amo ripetere spesso, perché è straordinaria: “chi non vive per servire, non serve per vivere!”.
    Frassati era un giovane come voi, pieno di voglia di vivere e abitato da tanti desideri: egli amava stare con gli amici, era innamorato della montagna, dello sport, delle escursioni ed aveva creato un gruppo di amici chiamato “Compagnia dei Tipi Loschi”. Con questo gruppo condivideva tutto. Egli ci mostra che la vita cristiana è ricerca, è sorgente di gioia piena, amicizia e bellezza. Pier Giorgio, era sensibile, ma non era un vigliacco. Era un giovane coraggioso, con un forte senso della giustizia, che non esitò a schierarsi contro la violenza e la prevaricazione del fascismo nascente, arrivando anche ad essere arrestato per difendere i valori in cui credeva. Anche il nostro tempo si trova ad attraversare il tornante difficile dell’orrore delle guerre. Tutti sentiamo il bisogno e l’urgenza di una pace che  – come ha affermato papa Leone XIV –   sia “disarmata e disarmante”. La  testimonianza di Pier Giorgio Frassati ci ricorda che anche noi, oggi, possiamo essere studenti che sanno essere cittadini consapevoli e responsabili, capaci di un “impegno di servizio cristiano al bene comune”.

 

  1. Mi permetto di fare anche un riferimento letterario: la scrittrice Han Kang. Come vi dicevo, le opere del premio Nobel Han Kang – soprattutto il romanzo Atti umani – pur nella loro durezza, ci parlano di corpi che diventano segno di protesta contro la violenza del mondo.
    Anche i vostri gesti quotidiani, le vostre scelte, possono diventare comportamenti veri, cioè “azioni profetiche”: scegliere l’onestà quando sarebbe più facile copiare, difendere un compagno bullizzato, dedicare tempo al volontariato, usare i social network per costruire ponti e non per alzare muri, fare visita agli ammalati e ai sofferenti, stare vicino ai nonni, coltivare il senso di responsabilità per il creato, sognare un futuro pieno di bellezza e impegnarsi per lo sviluppo del nostro territorio.
    Sono queste le “scelte determinanti” che danno qualità alla vostra vita.

 

  1. Carissime e carissimi,  imitate dunque i due discepoli di Emmaus che, dopo aver messo “la marcia indietro” per andare a rinchiudersi nella “zona confort” di Emmaus, cambiano totalmente solo dopo aver  fatto  l’esperienza di un incontro speciale e diventano capaci di dare una nuova direzione al loro cammino. Ritornano a Gerusalemme. Si sentono liberi di ricominciare.
    Voi, ragazzi, infatti, non dovete restare fermi. Avvertite in voi  l’urgenza di “partire senza indugio” con la “marcia in avanti” che vi riporta a Gerusalemme, per condividere con altri la gioia di ciò che avete scoperto.
    L’anno che vi attende è per voi un’occasione unica, che noi adulti, purtroppo, non abbiamo più con la stessa vostra intensità.
    Non lasciatevela sfuggire. Siate curiosi, studiate con passione, coltivate amicizie vere, non abbiate paura di puntare “verso l’Alto”.

Vi accompagno tutti con affetto, con la mia preghiera e la mia benedizione.

Buon anno scolastico!

Melfi, 8 settembre 2025.

+ Ciro Fanelli

Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

 


ALLA RICERCA DI SOLUZIONI POSSIBILI E CONCRETE PER LE PRESTAZIONI SANITARIE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

COMUNICATO

PER DARE VOCE ALLA GENTE E PER FAVORIRE IL DIALOGO
ALLA RICERCA DI SOLUZIONI POSSIBILI E CONCRETE
PER LE PRESTAZIONI SANITARIE NEL VULTURE-MELFESE-ALTO BRADANO

 

L’incertezza che circonda in questi giorni i presidi sanitari convenzionati  preoccupa tutti i cittadini del nostro territorio. Come Vescovo sento il dovere di farmi portavoce delle persone fragili di questa nostra comunità, che hanno necessità di interventi diagnostici e prestazioni sanitarie urgenti e facilmente raggiungibili, dato che ogni anno vengono assisti un numero importante di pazienti del nostro territorio.

Ogni legittima valutazione sull’ottimizzazione della spesa sanitaria non può e non deve minimamente intaccare il diritto alla salute dei cittadini, un bene pubblico indiscutibile che va non solo difeso ma coltivato e promosso sempre di più. E questo obiettivo non può che coincidere con il sostegno fattivo ai presidi sanitari convenzionati, centri che negli anni hanno raggiunto traguardi importanti nel campo della diagnostica, della cura e dell’assistenza e che oggi costituiscono un patrimonio di competenze e professionalità importante nel sistema sanitario regionale.

Mi appello alle istituzioni politiche e sanitarie della Regione Basilicata. Spero fortemente che all’ascolto attento seguano decisioni a tutela del diritto alla salute di tutti ma in modo particolare delle persone più fragili. Confido che tutti sapranno fare squadra per risolvere questa emergenza avendo a cuore innanzitutto il bene delle famiglie, dei pazienti e degli operatori nel settore sanitario. Di certo la Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa continuerà a prestare la sua voce alla propria gente e farà la sua parte per favorire il dialogo alla ricerca di soluzioni possibili e concrete.

Melfi, 6 settembre 2025

+ Ciro Fanelli

Vescovo

Aree interne: Lettera aperta al Governo e al Parlamento

Aree interne: Lettera aperta al Governo e al Parlamento

Pubblichiamo la “Lettera aperta al Governo e al Parlamento”, sottoscritta a conclusione dell’annuale convegno dei Vescovi delle Aree interne. Il documento, firmato al momento da 139 tra Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Abati, resta aperto per ulteriori adesioni. Il testo sarà consegnato all’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili”.

Nella difficile fase in cui siamo immersi è indubbio che nel Paese si stia allargando la forbice delle disuguaglianze e dei divari, mentre le differenze non riescono a diventare risorse, tanto da lasciare le società locali – e in particolare i piccoli centri periferici – alle prese con nuove solitudini e dolorosi abbandoni. Sullo sfondo, assistiamo alla più grave eclissi partecipativa mai vissuta. S’impone, dunque, una diversa narrazione della realtà, capace nel contempo di manifestare una chiara volontà di collaborazione e di sostegno autentico ed equilibrato, al fine di favorire le resistenze virtuose in atto nelle cosiddette Aree Interne, dove purtroppo anche il senso di comunità è messo a rischio dalle continue emergenze, dalla scarsa consapevolezza e dalla rassegnazione.
La recente pubblicazione del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne, che aggiorna la Strategia Nazionale per questi territori, delinea per l’ennesima volta il quadro di una situazione allarmante, soprattutto per il calo demografico e lo spopolamento, ritenuti nella sostanza una condanna definitiva, tale da far scrivere agli esperti che «la popolazione può crescere solo in alcune grandi città e in specifiche località particolarmente attrattive» (p. 45). Nel testo, vengono a un certo punto indicati alcuni obiettivi che, però, per la stragrande maggioranza delle aree interne, risultano irraggiungibili per mancanza di «combinazione tra attrattività verso le nuove generazioni e condizioni favorevoli alle scelte di genitorialità» (ivi). Sono molti gli indicatori che fanno prevedere all’ISTAT un destino delle aree interne che, sotto tanti aspetti, sarebbe definitivamente segnato, al punto che l’Obiettivo 4 della Strategia nazionale s’intitola: «Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile». In definitiva, un invito a mettersi al servizio di un “suicidio assistito” di questi territori. Si parla, infatti, di struttura demografica ormai compromessa, «con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività. Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse». In sintesi, il sostegno per una morte felice.
In questo quadro complesso – e preoccupante! –, la comunità ecclesiale resta una delle poche realtà presenti ancora in modo capillare sul territorio nazionale. Già nel maggio 2019 i vescovi della Metropolia beneventana sottoscrissero un documento (Mezzanotte del Mezzogiorno? Lettera agli Amministratori) che metteva a fuoco il persistente e grave ritardo nello sviluppo delle cosiddette “aree interne”. Prese avvio allora un percorso che ha avuto i suoi sviluppi. Via via s’è andata difatti manifestando in maniera crescente anche l’esigenza di mettere a fuoco la questione da un punto di vista più strettamente pastorale: è per questo che, dal 2021 ogni anno, a Benevento, s’incontrano vescovi provenienti da tutte le regioni d’Italia al fine di avviare un confronto con l’obiettivo, se non di enucleare una pastorale per le aree interne, almeno di abbozzarne qualche linea.
Va inoltre precisato che la stessa Caritas italiana, facendo seguito alle richieste delle Caritas diocesane, sta avviando un coordinamento nazionale per le aree interne, pure con l’intento di sostenere le realtà territoriali nell’elaborazione di progetti che promuovano la coesione sociale e favoriscano la “restanza”, ovvero la possibilità concreta per le persone, soprattutto i giovani, di scegliere di rimanere e costruire il proprio futuro nei luoghi in cui sono nati: un lavoro frutto di un processo dal basso, fondato sull’ascolto dei bisogni e sulla mappatura partecipata delle risorse locali.
Anche diversi interventi promossi con i fondi dell’8xmille testimoniano questa attenzione concreta: attivazione di una rete d’infermieri e operatori sociosanitari di comunità, servizi di taxi sociale, valorizzazione delle risorse esistenti per favorire occupazione e imprenditorialità locale.
Come vescovi e pastori di moltissime comunità fragili e abbandonate, quindi, non possiamo e non vogliamo rassegnarci alla prospettiva adombrata dal Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne; risuonano anzi ancor più forti, dentro di noi, le parole del profeta: «Figlio dell’uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele» (Ez 3,17). Non possiamo del resto non considerare come, nel corso degli anni, documenti e decreti governativi e regionali siano finiti in un ingorgo di dispositivi legislativi per lo più inapplicati, non di rado utili soltanto a consolidare la distribuzione di finanziamenti secondo logiche politico-elettorali, mettendo spesso le piccole realtà in contrasto tra loro e finendo per considerare come progetti strutturali piccoli interventi stagionali.
Chiediamo perciò che venga esplorata con realismo e senso del bene comune ogni ipotesi d’invertire l’attuale narrazione delle aree interne. Sollecitiamo le forze politiche e i soggetti coinvolti a incoraggiare e sostenere, responsabilmente e con maggiore ottimismo politico e sociale, le buone prassi e le risorse sul campo, valorizzando un sistema di competenze convergenti, utilizzate non più per marcare differenze, ma per accorciare le distanze tra le diverse realtà nel Paese. Chiediamo altresì di avviare un percorso plurale e condiviso in cui gli attori contribuiscano a costruire partecipazione e confronto così da generare un ripopolamento delle idee ancor prima di quello demografico.
Riteniamo, inoltre, che si debba ribaltare la definizione delle aree interne, passando da un’esclusiva visione quantitativa dello spazio e del tempo – in cui è ancora il concetto di lontananza centro-periferia a creare subalternità – a una narrazione che lasci emergere una visione qualitativa delle storie, della cultura e della vita di certi luoghi: si favoriscano esperienze di rigenerazione coerenti con le originalità locali e in grado di rilanciare l’identità rispetto alla frammentazione sociale; s’incoraggi il controesodo con incentivi economici e riduzione delle imposte, soluzioni di smart working e co working, innovazione agricola, turismo sostenibile, valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, piani specifici di trasporto, recupero dei borghi abbandonati, co-housing, estensione della banda larga, servizi sanitari di comunità, telemedicina.
In questi luoghi in cui la vita rischia di finire, essa può invece assumere una qualità superiore: guardarli con lo stesso spirito con cui ci si pone al capezzale di un morente sarebbe – oltre che segno di grave miopia politica – un torto fatto alla Nazione intera, poiché un territorio non presidiato dall’uomo è sottoposto a una pressione maggiore delle forze della natura, con il rischio – per nulla ipotetico – di favorire nuovi e sempre più vasti disastri ambientali, senza contare il rischio della perdita di parte di quell’immenso patrimonio artistico-architettonico che fa dell’Italia intera un museo a cielo aperto.
Ci auguriamo che queste nostre riflessioni, frutto di esperienze maturate sul campo, che offriamo in spirito di serena collaborazione, siano fatte oggetto di attenta riflessione da parte del Governo e del Parlamento. Per questo, saremmo lieti di poter esporre le nostre riflessioni in un dialogo sereno e costruttivo, qualora ciò si ritenesse opportuno.

Con vivissima cordialità.

   Mons. Felice Accrocca, Arcivescovo di Benevento

Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, Presidente CEI

Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari, Segretario Generale CEI

Card. Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma

Card. Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli

Card. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino, Arcivescovo-Vescovo di Susa

Card. Francesco Montenegro, Amministratore Apostolico dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, Arcivescovo emerito di Agrigento

Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena Nonantola, Vescovo di Carpi, Vicepresidente CEI

Mons. Gianpiero Palmieri, Vescovo di Ascoli Piceno, Vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, Vicepresidente CEI

Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio, Vicepresidente CEI

Mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Presidente COMECE

Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù

Mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti

Mons. Adriano Cevolotto, Vescovo di Piacenza-Bobbio

Mons. Domenico Pompili, Vescovo di Verona

Mons. Franco Moscone, Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

Mons. Mario Vaccari, Vescovo di Massa Carrara-Pontremoli

Mons. Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace

Mons. Giacomo Cirulli, Vescovo di Teano-Calvi, Vescovo di Alife-Caiazzo,
Vescovo di Sessa Aurunca

Mons. Sabino Iannuzzi, Vescovo di Castellaneta

Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Caserta, Vescovo di Capua

Mons. Gaetano Castello, Vescovo ausiliare di Napoli

Mons. Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona

Mons. Arturo Aiello, Vescovo di Avellino

Mons. Carlo Villano, Vescovo di Pozzuoli, Vescovo di Ischia

Mons. Lauro Tisi, Arcivescovo di Trento

Mons. Giuseppe Vegezzi, Vescovo ausiliare di Milano

Mons. Andrea Bellandi, Arcivescovo di Salerno

Mons. Francesco Soddu, Vescovo di Terni-Narni-Amelia

Mons. Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Mons. Benoni Ambarus, Arcivescovo di Matera-Irsina, Vescovo di Tricarico

Mons. Ciro Fanelli, Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

Mons. Vincenzo Carmine Orofino, Vescovo di Tursi-Lagonegro

Mons. Stefano Rega, Vescovo di San Marco Argentano-Scalea

Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa

Mons. Antonello Mura, Vescovo di Nuoro, Vescovo di Lanusei

Mons. Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia

Mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo

Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano, Vescovo di Ales-Terralba

Mons. Corrado Melis, Vescovo di Ozieri

Mons. Franco Alfano, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia

Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale

Mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento

Mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone

Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta

Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania

Mons. Gualtiero Isacchi, Arcivescovo di Monreale

Mons. Giuseppe Schillaci, Vescovo di Nicosia

Mons. Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto

Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo

Mons. Guglielmo Giombanco, Vescovo di Patti

Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina

Mons. Giuseppe La Placa, Vescovo di Ragusa

Mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa

Mons. Pierino Fragnelli, Vescovo di Trapani

Mons. Cesare Di Pietro, Vescovo ausiliare di Messina

Mons. Luca Raimondi, Vescovo ausiliare di Milano

Mons. Giuseppe Mazzafaro, Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti

Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo

Mons. Ambrogio Spreafico, Amministratore Apostolico di Frosinone-Veroli-Ferentino, Amministratore Apostolico di Anagni-Alatri

Mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio, Vescovo di Città di Castello

Mons. Vito Piccinonna, Vescovo di Rieti

Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Orvieto-Todi

Mons. Daniele Gianotti, Vescovo di Crema

Mons. Mauro Parmeggiani, Vescovo di Tivoli, Vescovo di Palestrina

Mons. Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano-Monopoli

Mons. Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia

Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana

Mons. Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta

Mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo di Potenza

Mons. Francesco Neri, Arcivescovo di Otranto

Mons. Mauro Maria Morfino, Vescovo di Alghero-Bosa

Mons. Mario Farci, Vescovo di Iglesias

Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro

Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra

Mons. Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca

Mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia

Mons. Gianrico Ruzza, Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, Vescovo di Porto-Santa Rufina

Mons. Franco M. G. Agnesi, Vicario Generale di Milano

Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie

Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona-Osimo

Mons. Livio Corazza, Vescovo di Forlì-Bertinoro

Mons. Giovanni Mosciatti, Vescovo di Imola

Mons. Calogero Marino, Vescovo di Savona-Noli

Mons. Andrea Migliavacca, Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Mons. Francesco Beneduce, Vescovo ausiliare di Napoli

Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Cesena-Sarsina

Mons. Marco Brunetti, Vescovo di Alba

Mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo

Mons. Fortunato Morrone, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova

Mons. Daniele Salera, Vescovo di Ivrea

Mons. Claudio Giuliodori, Ass. Eccl. Generale dell’Azione Cattolica Italiana e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Mons. Roberto Fornaciari, Vescovo di Tempio-Ampurias

Mons. Giacomo Morandi, Arcivescovo-Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla

Mons. Domenico Beneventi, Vescovo di San Marino-Montefeltro

Mons. Renato Marangoni, Vescovo di Belluno-Feltre

Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Vescovo di Foligno

Mons. Giuseppe Mengoli, Vescovo di San Severo

Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara

Mons. Francesco Marino, Vescovo di Nola

Mons. Santo Marcianò, Vescovo eletto di Frosinone-Veroli-Ferentino,
Vescovo eletto di Anagni-Alatri

Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi-Cava de’Tirreni

Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli

Mons. Giuseppe Giudice, Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno

Mons. Bernardino Giordano, Vescovo di Grosseto, Vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello

Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova

Mons. Vincenzo Calvosa, Vescovo di Vallo della Lucania

Mons. Gerardo Antonazzo, Vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo

Mons. Ivo Muser, Vescovo di Bolzano-Bressanone

Mons. Pierantonio Pavanello, Vescovo di Adria-Rovigo

Mons. Giuliano Brugnotto, Vescovo di Vicenza

Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia

Mons. Giampaolo Dianin, Vescovo di Chioggia

Mons. Michele Tomasi, Vescovo di Treviso

Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia, Vescovo di Pescia

Mons. Saverio Cannistrà, Arcivescovo di Pisa

Mons. Gherardo Gambelli, Arcivescovo di Firenze

Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia

Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace

Mons. Enrico Solmi, Vescovo di Parma

Mons. Sergio Melillo, Vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia

Mons. Paolo Ricciardi, Vescovo di Jesi

Mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei

Sottoscrive il documento l’intera Conferenza Episcopale Abruzzese Molisana:

Mons. Camillo Cibotti, Vescovo di Isernia-Venafro (Presidente), Vescovo di Trivento

Mons. Emidio Cipollone, Vescovo di Lanciano-Ortona (Vicepresidente)

Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto

Mons. Tommaso Valentinetti, Arcivescovo di Pescara-Penne

Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri

Mons. Michele Fusco, Vescovo di Sulmona-Valva

Mons. Giovanni Massaro, Vescovo di Avezzano

Mons. Biagio Colaianni, Arcivescovo di Campobasso-Bojano

Mons. Claudio Palumbo, Vescovo di Termoli-Larino

Mons. Antonio D’Angelo, Arcivescovo di L’Aquila

Mons. Francesco Sirufo, Arcivescovo di Acerenza

Dom Luca Antonio Fallica, Abate di Montecassino

Dom Diego Gualtiero Rosa, Abate Territoriale di Monte Oliveto

Don Michele Petruzzelli, Abate di Cava de’ Tirreni

Don Riccardo Luca Guariglia, Abate di Montevergine

26 Agosto 2025

22 agosto: digiuno e preghiera

22 agosto: digiuno e preghiera

La Chiesa italiana aderisce all’invito del Papa

Questa mattina, 20 agosto, al termine dell’Udienza Generale, Papa Leone XIV ha invitato “tutti i fedeli a vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e preghiera, supplicando il Signore che ci conceda pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti in corso”. La Chiesa in Italia aderisce a questo invito, chiedendo alle comunità ecclesiali di invocare il dono della riconciliazione per la nostra Terra che, ha sottolineato il Pontefice, “continua ad essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina, e in molte altre regioni del mondo”.
“Ci uniamo al pressante appello del Santo Padre: il perdurare di situazioni di violenza, odio e morte ci impegna a intensificare la preghiera per una pace disarmata e disarmante, supplicando la Beata Vergine Maria Regina della Pace di allontanare da ogni popolo l’orrore della guerra e di illuminare le menti di quanti hanno responsabilità politiche e diplomatiche”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI ricordando che “la pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa (Leone XIV, Udienza ai Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, 17 giugno 2025).

NON SABOTIAMO LA PACE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

NON SABOTIAMO LA PACE

“Non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato”

 

Carissimi,

  1. quest’anno, mentre ci prepariamo a celebrare la solennità dell’Assunta – facendo eco all’appello di Papa Leone XIV e della Chiesa italiana – sento nell’animo il dovere morale di raggiungervi con questo messaggio per chiedervi una corale preghiera per la pace e un forte impegno civico, affinché non si lasci nulla di intentato per porre fine alla tragedia della guerra che sta colpendo in particolare il cuore dell’Europa e il Medio Oriente. Il nostro cuore credente – illuminato dalla luce della fede in Cristo, re della Pace – non può non rivolgersi all’Altissimo con la forza della preghiera affinché cessi quanto prima l’orrore della guerra in ogni parte della terra e i popoli possano convivere nella pace, nella libertà e nella giustizia. Noi cristiani, infatti, siamo fermamente convinti che, come affermava san Giovanni Crisostomo, «l’uomo che prega ha le mani sul timone della storia». Con questa certezza nel cuore chiediamo nella preghiera il dono di una pace che sia, come ci ha detto Papa Leone XIV, «disarmata e disarmante».
  1. La necessità della preghiera per la pace nel mondo, per noi cristiani, si fa più urgente in questo giorno solenne nel quale onoriamo Maria Santissima, assunta in cielo in anima e corpo, segno di sicura speranza per l’intera umanità. Contemplando la Vergine di Nazareth, vittoriosa sul peccato e sulla morte, sentiamo innanzitutto il dovere morale di uscire da ogni possibile forma di indifferenza con la quale possiamo rapportarci alle tragiche e drammatiche notizie che ci provengono dai luoghi martoriati da una guerra ingiusta e ingiustificata. Papa Leone XIV ha ricordato di recente che «il Signore, infatti, ci invia al mondo a portare il suo stesso dono: “La pace sia con voi!”, e a diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana. (…) Deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione. L’apostolo Paolo ci esorta così: ‘Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti’ (Rm 12,18); è un invito che affida a ciascuno una porzione concreta di responsabilità».
  1. Pensando in particolare all’Ucraina e a Gaza, il dolore e la preoccupazione ci spingono a stare dalla parte di quanti soffrono ingiustamente per gli orrori della guerra e di tutti coloro chiedono il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi.  Il nostro tempo sta vivendo una grave crisi umanitaria, soprattutto in quei luoghi dove la guerra schiaccia la popolazione civile: bambini, donne, anziani, persone vulnerabili. Tutti abbiamo il dovere di far giungere ai capi delle nazioni il grido delle popolazioni, che soffrono a causa di questi disumani conflitti, affinché cessino queste guerre fratricide e le nazioni coinvolte si incammino sinceramente sulla via del dialogo. La logica del conflitto, purtroppo, sta distruggendo ogni principio del diritto internazionale e sta calpestando la dignità delle persone, soprattutto dei più fragili. Questa tragica prospettiva ha un solo obiettivo condurre a stravincere su tutti, a non voler cedere in nulla, a non accettare nessuna di quelle soluzioni che hanno come unico obiettivo il bene complessivo. Molto spesso queste logiche perverse si presentano anche con ragionamenti geopolitici apparentemente rispettabili, ma che in realtà mostrano soltanto sete di sangue umano e volontà di asservire gli altri.  Questi ragionamenti accecano le coscienze, boicottano la pace e fanno incamminare l’umanità verso il baratro dell’autodistruzione.
  1. Non si difendono i diritti di un popolo quando vengono annullati i più elementari principi umanitari, ma si mostra semplicemente che a muovere le decisioni è la vendetta e la ritorsione! La Parola di Dio ce lo ricorda con chiarezza che chi è schiavo di queste logiche diventa cieco riguardo al volto umano dell’altro. Le atroci violenze che si perpetuano oggi in Ucraina e Gaza, e in tante altre parti del mondo, sono il segno che c’è una spudorata adorazione dell’idolo del potere. Chi ha fiducia solo nella violenza e nel potere prima o poi tende ad eliminare e distruggere l’altro, non accorgendosi che alla fine giunge a distruggere anche sé stesso. Già san Paolo ammoniva: “Non vi fate illusioni: non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato” (Lettera ai Galati 5,15 e 6,7).
  1. Siamo nel vortice di una crisi di umanità che intacca il vincolo di solidarietà fra tutto quanto ha un volto umano. Oggi è l’idea stessa di uomo, di umanità, che viene offesa; è il volto stesso di Dio che viene deturpato nell’immagine sfigurata e ferita dell’uomo: bambini, donne, anziani, persone vulnerabili! Ma proprio da questa situazione, dalla presa di coscienza di trovarsi in un tragico vicolo cieco di violenza – a cui più volte hanno fatto riferimento sia Papa Francesco che Papa Leone XIV – può scaturire un grande e corale grido di allarme, più forte di ogni logica sacrilega che vede, paradossalmente, la violenza come la via per garantire la pace. È un grido che si traduce concretamente nel proclamare che non vi sono alternative al dialogo: se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la pace e credere nella forza del dialogo!
  1. Questo grido dell’umanità sofferente, precede ogni dichiarazione pubblica, per quanto necessaria e accorata. Di alternativo alla pace oggi vi è solo la violenza, comunque espressa. Soprattutto in questo momento in cui sembrano prevalere il male e il terrore, la sola alternativa è il dialogo come una necessità ineludibile. Per questo i leader di tutte le parti tra loro contrastanti debbono ritrovare le ragioni del diritto e costruire senza esitazioni ponti di pace. Anche le nostre comunità e le nostre istituzioni locali devono avvertire forte il dovere di non tacere e di esprimere nelle forme consentite la ferma condanna di ogni guerra, riconoscendo a tutti i popoli il diritto a vivere nella pace e nella libertà nella propria terra. La Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa esprime, anche visibilmente ponendo sulla casa episcopale accanto ai tradizionali drappi le bandiere della pace – la più ferma condanna ad ogni violazione del diritto internazionale umanitario, che diventa sempre preludio di mali più gravi: crimini contro l’umanità, genocidio, pulizia etnica ecc… Come credenti in Cristo Gesù, unico salvatore del mondo ieri oggi e sempre, noi affermiamo la piena solidarietà a tutte le vittime di questi conflitti. Siamo infatti fermamente convinti che “dare voce al dolore altrui – come affermava il cardinale C. M. Martini – è premessa di ogni futura politica di pace”.
  1. La Vergine Santa, regina della pace, interceda per il mondo intero. Al suo Cuore Immacolato vogliamo rivolgerci con le parole di Papa Francesco raccogliendo le preghiere di tutti: «Ricorriamo a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto».

Melfi, 14 agosto 2025

+ Ciro Fanelli
Vescovo


INVITO DELLA CEI A PREGARE PER LA PACE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

INVITO DELLA CEI A PREGARE PER LA PACE

 

Carissimi fratelli e sorelle,

in considerazione del drammatico momento di violenza a cui stiamo assistendo, il cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, accogliendo il pressante appello di Papa Leone XIV, invita tutte le comunità a chiedere nella preghiera al Re della Pace di allontanare al più presto dall’umanità gli orrori della guerra.

Nell’attesa di ulteriori indicazioni da parte della CEI per momenti da vivere “coralmente”, tenendo in considerazione le precedenze dei giorni liturgici, è bene che per le celebrazioni dell’Eucaristia si utilizzino i formulari delle Messe “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano pp. 894-896).

Altresì, è auspicabile che nella Liturgia delle Ore si inseriscano particolari intenzioni per implorare dal Signore il dono della pace e che si organizzino momenti di preghiera e di adorazione.

Vi saluto tutti cordialmente.

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 

Pubblichiamo la lettera che il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ha inviato ai Vescovi e alle comunità ecclesiali invitando a intensificare la preghiera per una “pace disarmata e disarmante”.

Il drammatico momento di violenza, odio e morte a cui stiamo assistendo ci impegna a intensificare la preghiera per una “pace disarmata e disarmante”. Accogliendo il pressante appello di Papa Leone XIV, tutte le nostre comunità sono invitate a chiedere al Re della Pace di allontanare al più presto dall’umanità gli orrori e le lacrime della guerra.

Nell’attesa di ulteriori indicazioni per momenti da vivere “coralmente” nelle nostre Chiese, tenendo in considerazione le precedenze dei giorni liturgici, è bene che per le celebrazioni dell’Eucaristia si utilizzino i formulari delle Messe “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano pp. 894-896). Altresì, è auspicabile che nella Liturgia delle Ore si inseriscano particolari intenzioni per
implorare dal Signore il dono della pace e che si organizzino momenti di preghiera e di adorazione.

+Matteo Maria Card. Zuppi
Presidente CEI

 


Santuari: ricognizione ufficiale e nuove istituzioni in Calabria e Basilicata

Santuari: ricognizione ufficiale e nuove istituzioni in Calabria e Basilicata

Si è conclusa la chiarificazione giuridico-pastorale, sulla base del Codice di Diritto Canonico (cann. 1230-1234) e i nn. 136-137 dell’Istruzione in materia amministrativa della Conferenza Episcopale Italiana del 31 maggio 2005, nella regione ecclesiastica della Basilicata e Calabria.

Santuari in Basilicata: nuovi titoli e centralità pastorale

In Basilicata, dopo aver pubblicato i dati nella monografia Classificazione e Decreti dei Santuari (Giustina Aceto, LEV, 2019) sono stati eretti: L’11 febbraio 2020 il luogo sacro dedicato all’Adorazione Perpetua Sante Lucia e Agata alla Fontana in Matera con il titolo di Santuario Diocesano (Prot. N.12/2020), unico Santuario Eucaristico in Basilicata e Calabria, istituito con decreto dall’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo.

Volendo istituire il primo Santuario dedicato alla Famiglia, in Basilicata, il 17 luglio 2022, memoria liturgica di Santa Sinforosa l’ordinario diocesano mons. Vincenzo Carmine Orofino vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro ha eretto il Santuario Diocesano della Famiglia “Santa Sinforosa, San Getulio e figli martiri” nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo.

Il 12 ottobre 2022 (XXV anniversario dalla Beatificazione del sacerdote Lentini e inizio del «Giubileo Lentiniano – 12 ottobre 2022-12 ottobre 2023»), mons. Vincenzo Carmine Orofino vescovo di Tursi-Lagonegro ha eretto la chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari in Santuario Diocesano con il titolo “Beato Domenico Lentini”.

Il 1° dicembre 2022 mons. Giovanni Intini vescovo di Tricarico ha eretto la piccola chiesa della Parata a Santuario Diocesano dedicandola a San Giuseppe Lavoratore, unico luogo sacro presente in Basilicata e Calabria, allo sposo della Beata Vergine Maria e padre putativo di Gesù.

Il 25 aprile 2023 la chiesa parrocchia San Nicola in Tolve e Santuario Diocesano con il titolo di “San Rocco”, Patrono principale della Città da tempo immemorabile, è da molti secoli punto di riferimento spirituale e luogo di pellegrinaggio di fedeli dell’Arcidiocesi di Acerenza, è stato insignito con il titolo e della dignità di Basilica Minore.

Il 2 luglio 2024 (Boll. vol. II fol. 18 n. 018) l’arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ha confermato e dichiarato la chiesa di Santa Maria Fonte delle Grazie, ubicato a 12 chilometri da Tricarico (MT), a Santuario Mariano Diocesano come luogo di pellegrinaggi, di preghiera e di pietà popolare per i fedeli della diocesi di Tricarico e delle diocesi limitrofe «ab immemorabili».

L’11 febbraio 2025 mons. Ciro Fanelli vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa ha eretto con decreto (Prot. 10/25/V R.G.) i «luoghi di culto presenti nel territorio della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa».

Santuari in Calabria: nuovi riconoscimenti e decreti generali

In Calabria al Censimento dei luoghi Sacri – iniziato il 1° novembre 1999 (Ordinamento generale di mons. Giuseppe Agostino in I Santuari dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000, pp. 30-32) – si sono aggiunti:

L’11 settembre 2019 (Prot. 041/2019 – decreto 028/2019) la chiesa di Santa Liberata in Santo Stefano di Rogliano (CS), già Santuario Foraniale, con prot. 032 e decreto 027 del 7 settembre 2004, è stata eretta alla dignità di “Santuario Diocesano di Santa Liberata” dall’arcivescovo di Cosenza-Bisignano mons. Francescantonio Nolè.

Il 16 luglio 2021 l’arcivescovo di Rossano-Cariati mons. Maurizio Aloise ha dichiarato, con decreto (Prot. n. 10/2021), la chiesa parrocchiale di San Francesco di Paola in Corigliano Calabro con il titolo di Santuario Diocesano.

Il Santuario Diocesano Madonna del Castello in Castrovillari, appartenente alla diocesi di Cassano all’Jonio, è stato elevato alla dignità di Basilica Minore il 3 gennaio 2022.

Con decreto vescovile l’8 maggio 2022 mons. Donato Oliverio vescovo dell’Eparchia di Lungro ha eretto la chiesa della Madonna della Stella, posta nel territorio del comune di San Costantino Albanese in provincia di Potenza, a Santuario Diocesano Mariano.

L’8 settembre 2023 mons. Stefano Rega vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea ha stilato il Decreto sui Santuari della Diocesi di San Marco Argentano-Scale (Prot. N. 09/2023/D).

Il 12 settembre 2023 l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago ha confermato e dichiarato la chiesa della Madonna della Rocca in Settingiano (CZ) a Santuario Mariano Parrocchiale.

La chiesa Cuore Immacolata di Maria Rifugio delle Anime, sorta a Paravati, voluta dalla Serva di Dio Natuzza Evolo (1924-2009) è stata elevata da mons. Attilio Nostro vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea alla dignità di Santuario il 23 agosto 2024 (Prot. N. 31/24/D).

Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).

Il Censimento dei Santuari in Calabria si conclude con il Decreto Generale di Qualificazione e Riordino dei Santuari dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova (Prot. N. A/16/25 del 1° maggio 2025) dell’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra (CEC) mons. Fortunato Morrone.

 Mappatura e digitalizzazione dei dati: un progetto condiviso

L’obiettivo del Censimento è realizzare la schedatura e “mappatura” dei Santuari, registrandone gli elementi più caratteristici e significativi, corredati da una ricca e spesso inedita documentazione, con lo scopo finale di pubblicare le schede – secondo fasi incrementali – sul sito del catalogo gestito dall’ICCD (Censimento dei santuari italiani – ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (cultura.gov.it)): considerato l’interesse di questa attività di ricognizione sistematica, le schede prodotte sono disponibili sul sito della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI) (https://www.pami.info/santuari-censimento/), a corredo di una mappa con la georeferenziazione dei luoghi santuariali.

Dal mese di maggio 2024 è stata avviata la pubblicazione dei dati sui siti diocesani delle diocesi ecclesiastiche della Basilicata e Calabria; la fase di immissione si concluderà entro il mese di agosto.

Verso il Giubileo 2025: volumi, QR code e contenuti multimediali

I risultati della ricerca verranno pubblicati, in occasione del Giubileo 2025 pellegrini di speranza, anche in una collana di monografie a colori riguardanti i Santuari; si inizierà con I Santuari della Basilicata e Calabria, in uscita per il nuovo anno pastorale (ottobre 2025), con la presentazione dell’arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo vescovo di Cesena-Sarsina e membro della Commissione Episcopale per la Liturgia, e si continuerà con Sardegna e Sicilia, Campania e Puglia.

Visita la pagina:
I Santuari della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa

La parola N. 8 luglio 2025

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L’editoriale

… e state con noi

Bentrovati nel nuovo numero del giornale diocesano “La Parola”. Questa edizione estiva racchiude tanti temi e tanti eventi accomunati dal filo conduttore della speranza, la virtù protagonista dell’anno giubilare che stiamo vivendo. E già la copertina di questo numero porta con sé un messaggio forte e chiaro con la raffigurazione del quadro realizzato dall’artista Massimiliano Ferragina: la “Madonna dei pellegrini di speranza”. Una tela di grandi dimensioni che nel suo tour nazionale ha esordito proprio nella nostra diocesi. Il cammino giubilare come pellegrini di speranza sulle orme di San Paolo, che ha visto protagonista la diocesi lo scorso 17 giugno a Roma, è racchiuso nelle parole del nostro Vescovo che sapientemente traccia l’insegnamento dell’ “apostolo delle genti” e ci parla della speranza come “forza viva che fa vedere oltre le difficoltà e mette in movimento”.

Di grande importanza l’annuncio del Sinodo diocesano per rinnovare l’azione pastorale e annunciare il Vangelo. Ripercorreremo, poi, per immagini le tappe della visita pastorale a Pescopagano, Rapone, Ruvo del Monte, San’Ilario e Cecci. Il giubileo è protagonista anche nel racconto di Mario Miglionico parlando della giornata dedicata agli adolescenti e poi della giornata giubilare degli adulti di Azione Cattolica a cura di Vincenzo Cascia. Spazio alla seconda assemblea sinodale tenutasi a Roma, cui hanno partecipato i delegati diocesani don Mauro Gallo, Donatina Allamprese e Teresa Sperduto, e spazio anche al percorso di formazione unitaria, a cura di Angela Boccomino, e al convegno ecclesiale diocesano raccontato da Roberta Martino. Inoltre, troverete l’esperienza di Emma Spennacchio come facilitatore, un’interessante riflessione sulla genitorialità a cura di Daniele Lagatta, il racconto emozionante ed emozionato di Domenico Marchitiello sulla fumata bianca e il ricordo del giudice Livatino nel racconto di Gaetano Araneo. Chiude questo numero una delle “10 storie prima della buonanotte” a cura di Emilia D’Arace in un progetto di sostegno alla genitorialità a favore dei detenuti, di cui vi avevamo parlato nello scorso numero.

Un numero ricco e pieno di contenuti.

Non resta che augurarvi una buona lettura, magari sotto l’ombrellone.

Lucia Nardiello
Direttore Responsabile

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