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Area industriale San Nicola di Melfi: TERREMOTO SOCIALE

COMUNICATO – DIOCESI MELFI-RAPOLLA-VENOSA

Area industriale San Nicola di Melfi: TERREMOTO SOCIALE

 

«Il lavoro è una realtà fondamentale per la vita sociale,

perché è attraverso il lavoro che l’uomo non solo trasforma il mondo,

ma realizza anche sé stesso come persona.»

(San Giovanni Paolo II, Laborem Exercens, 4)

 

Ieri pomeriggio il Vescovo della diocesi di Melfi–Rapolla–Venosa, mons. Ciro Fanelli, insieme a rappresentanti degli uffici di curia, su richiesta dei lavoratori degli indotti Stellantis PMC e Tiberina, si è recato presso i loro sit-in per ascoltare da vicino un disagio che è ormai diventato insostenibile. La precarietà cresce, la paura di perdere il lavoro si fa più concreta e le conseguenze sociali ed economiche investirebbero non solo la Basilicata, ma l’intero Mezzogiorno d’Italia.

Mons. Fanelli ha scelto di rivolgersi alla comunità in un momento che ha definito senza esitazione un terremoto sociale, non sono le case a crollare, ma le persone: affetti, famiglie, storie di dignità ferita. È un dolore che attraversa il territorio e che non può lasciare inerti o indifferenti. Egli ha ribadito di essere con i lavoratori e per i lavoratori: non vi è altro interesse che il bene delle persone. Oggi la cosa più urgente è prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo, lasciare che la realtà parli con le sue parole , riconoscere ciò che accade senza ambiguità, perché è da una verità condivisa che nasce la capacità di affrontare il problema come comunità.

Viene sottolineata la necessità che una voce autorevole della politica nazionale faccia finalmente sentire la propria presenza, rendendo necessario che tutte le parti coinvolte, inclusa Stellantis, si siedano a un unico tavolo che abbracci l’intero comparto produttivo: non momenti di confronto isolati, non soluzioni parziali, ma un dialogo serio, unitario e complessivo capace di tenere insieme tutte le realtà dell’indotto.

Gli operai lo hanno affermano con forza: “non intendiamo vivere di assistenzialismo, desideriamo soltanto la nostra dignità”, e ricordano come, quando fu chiesto loro di sostenere turni più pesanti, abbiano risposto senza esitazione, mettendo da parte il tempo con le proprie famiglie pur di garantire continuità al lavoro. Nonostante questo impegno generoso, oggi si trovano davanti a produzioni trasferite e contratti delocalizzati verso paesi dove il costo del lavoro è inferiore e le tutele sono fragili, una dinamica che assume i tratti di un vero neo-colonialismo industriale.

Il Vescovo ha  richiamato con forza che non compete alla Chiesa individuare soluzioni tecniche a questioni che nel tempo sono divenute complesse e radicate;  è indispensabile un impegno unitario, concreto e realmente condiviso, capace di rimettere al centro la dignità delle persone e di aprire prospettive di futuro per i territori colpiti. Solo un’azione corale, ha sottolineato, può interrompere il circolo dell’incertezza e restituire fiducia a comunità già provate da anni di fragilità.

Per il vescovo è indispensabile che sindacati, istituzioni e rappresentanze territoriali trovino una convergenza autentica, capace di andare oltre le dichiarazioni di principio e di tradursi in impegni concreti e condivisi. Solo un passo corale che unisca tutte le energie del territorio può offrire ai lavoratori quella stabilità e quelle garanzie che oggi mancano, e disinnescare una vera e propria bomba sociale che si addensa all’orizzonte.

Mons. Fanelli ha rinnovato il suo impegno a restare accanto ai lavoratori, perché in un momento tanto delicato nessuno si senta abbandonato o privo di sostegno.

«Nessuna famiglia, nessun gruppo di persone e neppure uno Stato può affrontare da solo le difficoltà del nostro tempo. Occorre una comunità che sostiene, che aiuta, che accompagna.» (Papa Francesco, Fratelli Tutti, 8)

 


La parola N. 9 novembre 2025

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L’editoriale

La Chiesa unita come i due laghi di Monticchio

Sulle pendici del Monte Vulture, incastonati in una cornice di boschi rigogliosi, si trovano i due laghi di Monticchio: il Lago Grande e il Lago Piccolo. A prima vista appaiono distinti, separati da un lembo di terra che ne delimita le acque. Eppure, chi conosce il loro segreto sa che condividono la stessa origine: il cratere di un antico vulcano. Le loro acque, pur seguendo percorsi diversi, si alimentano da una medesima sorgente sotterranea e appartengono a un unico, delicato ecosistema.
Questa immagine può diventare una splendida metafora della Chiesa di Cristo. Anche le comunità cristiane, nelle loro diverse tradizioni – cattolica, ortodossa, protestante – possono sembrare distanti nella forma, nei riti, nelle espressioni della fede. Tuttavia, al di sotto di ciò che appare, scorrono legami profondi e invisibili: la stessa Parola, lo stesso Battesimo, la stessa fede nel Signore Gesù, la stessa linfa dello Spirito Santo.
Come i due laghi di Monticchio, la Chiesa vive di una comunione sotterranea che la unisce al suo centro, Cristo risorto, sorgente viva e inesauribile. Le differenze non cancellano l’unità, ma la arricchiscono, come diverse sfumature di uno stesso paesaggio spirituale.
Guardando i due laghi, possiamo allora lasciarci ispirare da questa armonia: anche noi, popolo di Dio, siamo chiamati a riscoprire ciò che ci unisce più di ciò che ci divide, a valorizzare i legami che, nel silenzio dello Spirito, continuano a scorrere sotto la superficie della storia.
Come il Lago Grande e il Piccolo, che sembrano divisi ma condividono la stessa sorgente, così la Chiesa, pur nelle sue differenze, è unita nella radice viva di Cristo.

Don Rocco di Pierro
Direttore Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali

La parola N.9Indice La parola N.9

CENTRO PASTORALE PER LA FAMIGLIA “MONS. VINCENZO COZZI”

La progettualità della nostra Chiesa diocesana dopo la Visita Pastorale del Vescovo Mons. Ciro Fanelli intende incrementare l’azione a favore delle famiglie.

Ricordando l’azione del Servo di Dio S.E. Mons. Vincenzo Cozzi nel far nascere in diocesi una speciale cura pastorale per le famiglie mercoledì 26 novembre verrà inaugurato il CENTRO PASTORALE PER LA FAMIGLIA “MONS. VINCENZO COZZI”.

La salute è un bene comune e un diritto di tutti

DIOCESI DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA

UFFICIO PASTORALE SANITARIA

UFFICIO PASTORALE SOCIALE – LAVORO – LEGALITÀ

CONSULTA DIOCESANA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI

COMUNICATO

 

La salute è un bene comune e un diritto di tutti

(Papa Francesco, Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato, 2022)

“Curare significa prendersi carico dell’altro, non solo guarirlo;

e questo richiede tempo, attenzione e prossimità.”

(Papa Francesco, Discorso ai medici cattolici italiani, 15 novembre 2014)

 

Negli ultimi giorni, da più parti del territorio diocesano, sono giunte segnalazioni che destano profonda preoccupazione per la condizione del sistema sanitario locale: dai presidi ospedalieri di Melfi e Venosa, dove si registrano tempi di attesa lunghissimi e carenza di personale, fino alla grave crisi del servizio di continuità assistenziale nel Vulture.

Si tratta di una situazione grave e allarmante che mette in evidenza la crescente fragilità del nostro sistema sanitario territoriale. In particolare, desta profonda preoccupazione lo stato del Servizio Territoriale di Continuità Assistenziale (Guardia Medica), ormai incapace di garantire un’assistenza costante a causa della drammatica carenza di medici e della conseguente impossibilità di coprire regolarmente i turni.

La chiusura della sede e l’accorpamento dell’utenza di Rionero in Vulture con quelle di Barile e Atella hanno generato un effetto a catena che ha compromesso la qualità e la tempestività del servizio, lasciando cittadini e operatori in una condizione di crescente disorientamento e fatica.

Ciò che oggi accade a Rionero e nei comuni limitrofi è il sintomo di un problema più profondo: un vuoto istituzionale che mina la garanzia dei servizi pubblici essenziali, a partire dal diritto fondamentale alla salute. Non è solo una questione di inefficienza organizzativa, ma di responsabilità civile e morale.

È una ferita che interpella le coscienze, una chiamata urgente alle istituzioni affinché restituiscano dignità, risorse e attenzione a un sistema sanitario che rischia di perdere il suo volto umano.

La Dottrina Sociale della Chiesa ricorda con chiarezza che «la persona umana deve essere sempre il fine e non il mezzo dell’agire sociale ed economico» (Compendio DSC, n. 132), e che «il diritto alla salute, fondato sulla dignità della persona, impone di garantire condizioni di accesso alle cure per tutti, specialmente per i più poveri» (Papa Francesco, Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato, 2022). Come Chiesa diocesana esprimiamo vicinanza e sostegno:

  • ai cittadini che vivono con amarezza il venir meno del diritto alla salute;
  • agli operatori sanitari che, pur in condizioni difficili, continuano a servire con dedizione e senso del dovere;
  • alle istituzioni civili e sanitarie affinché si aprano con urgenza percorsi di confronto e corresponsabilità.

Non si può accettare che la salute diventi un privilegio o che l’efficienza si anteponga alla dignità della persona. Ogni struttura sanitaria, pubblica o convenzionata, deve restare luogo di cura e di umanità, non di solitudine o di abbandono.

Rivolgiamo un appello alla Regione Basilicata e ai vertici dell’ASP perché si garantisca la piena funzionalità dei servizi ospedalieri e territoriali, restituendo fiducia ai cittadini e valore al lavoro di chi opera nel settore sanitario.

Come operatori ecclesiali, rinnoviamo l’impegno a promuovere, in collaborazione con associazioni, sindacati, amministratori e cittadini, un patto di corresponsabilità per la tutela del diritto alla salute, segno concreto di una comunità che non lascia indietro nessuno.

Melfi, 15 novembre 2025

Ufficio Pastorale Sanitaria

Ufficio Pastorale Sociale – Lavoro – Legalità

Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali


Chiusura della Visita Pastorale e indizione del Sinodo diocesano

DIOCESI DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA

 

UFFICIO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI

COMUNICATO

 

Chiusura della Visita Pastorale e indizione del Sinodo diocesano

 

Domenica 5 ottobre 2025 la diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa vivrà un momento di alto valore ecclesiale. Alle ore 18.00 nella Cattedrale S. Maria Assunta di Melfi il vescovo mons. Ciro Fanelli presiederà la S. Messa a conclusione della sua prima Visita Pastorale e, nella stessa celebrazione, indirà il primo Sinodo diocesano. Il precedente, celebrato nel 1950, vedeva le due diocesi unite solo nella persona del vescovo e non nell’attuale configurazione ecclesiastica.

La Visita Pastorale, dal tema “Sto alla porta e busso” (Ap 3,20), riprende lo stesso slogan della Visita del vescovo mons. Cozzi, di cui è in corso la fase diocesana del processo di beatificazione, e, oltre agli aspetti amministrativi che le sono propri, si è nutrita di valori umani e spirituali.

Essa è nata da un lavoro corale e sinodale, poiché debitamente preparata da una apposita commissione, e il suo calendario si è sviluppato valorizzando le quattro zone pastorali in cui la diocesi è suddivisa.

Il vescovo si è recato in tutte le parrocchie della diocesi, dove ha sostato una settimana, condividendo in pieno con i rispettivi parroci le attività ordinarie di ciascuna comunità, dalla più piccola alla più grande.

Oltre che alle comunità ecclesiali, la Visita si è estesa al territorio e a tutte le sue espressioni istituzionali: consigli comunali, scuole di ogni ordine e grado, ospedali e case di cura, caserme, attività commerciali, strutture ricreative e di natura sociale.
Si è trattato di un’esperienza di grande intensità, che ha permesso al vescovo di avere una conoscenza capillare della diocesi, anche attraverso le tante visite agli ammalati che sono state programmate. Nel contempo, le comunità ecclesiali hanno avuto modo di creare rete e proficue collaborazioni con il mondo civile, mondo che ha manifestato una grande attenzione e cordialità a tale esperienza ecclesiale, in cui mons. Fanelli è stato anche coadiuvato da sacerdoti e membri di Uffici di Curia.

A dimostrazione della significatività del legame con il pastore della diocesi, nei Comuni di Barile e di San Fele è stata conferita al vescovo la cittadinanza onoraria.

Per non disperdere il lavoro svolto e dare piuttosto efficace continuità, durante la celebrazione eucaristica del 5 ottobre, il vescovo consegnerà ai parroci e ai segretari dei Consigli Pastorali Parrocchiali una prima e particolare restituzione della Visita Pastorale e farà proclamare il decreto di indizione del primo Sinodo diocesano della Chiesa che è in Melfi-Rapolla-Venosa, come già preannunciato in una lettera indirizzata al popolo di Dio alla vigilia della solennità di Pentecoste.

Il contesto liturgico della Pentecoste ben comunica l’espressione teologica e comunitaria del Sinodo, esperienza che invita tutto il popolo di Dio ad essere lievito e sale per il territorio che la diocesi, in tutte le sue espressioni, abita.

La scelta del vescovo, inoltre, è ottimamente inserita nel Cammino sinodale, che ha conosciuto una dimensione universale e che, a fine ottobre, vedrà anche la fase finale del Sinodo delle Chiese che sono in Italia.

Il Sinodo diocesano, così come la Visita Pastorale, avrà un periodo preparatorio, uno celebrativo vero e proprio, e uno attuativo.

Si auspica che possa essere un momento di grande coinvolgimento, di risveglio e di maggiore determinazione per l’efficacia dell’annuncio del Vangelo agli uomini e alle donne che abitano l’oggi complesso della storia.

Melfi, 1 ottobre 2025


Partecipa anche tu alla marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità – 12 ottobre 2025

Marcia PerugiAssisi
della pace e della fraternità

La Diocesi invita tutti a mobilitarsi e unirsi con cuore e piedi alla Marcia PerugiAssisi per la Pace e la Fraternità, che si terrà il 12 ottobre 2025. Con partenza dai Giardini del Frontone di Perugia e arrivo ad Assisi, lungo un percorso di circa 24 chilometri, la marcia rappresenta da oltre sessant’anni un segno profetico di unità e impegno civile.
In un tempo in cui guerre e conflitti continuano a ferire interi popoli, la nostra comunità ecclesiale sente l’urgenza di mobilitarsi: non basta indignarsi, occorre farsi artigiani di pace, dare voce a chi soffre, testimoniare che la fraternità è possibile. La marcia è un’occasione per incontrarsi, camminare insieme e ribadire con forza che la pace non è un’utopia, ma una responsabilità condivisa, che si costruisce con gesti concreti di solidarietà, dialogo e giustizia.
La Diocesi invita giovani, famiglie, associazioni e parrocchie a partecipare numerosi. Unirsi a questa esperienza significa rispondere all’appello del Vangelo e del nostro tempo: scegliere la pace come cammino, la fraternità come orizzonte, la nonviolenza come stile di vita.
Camminiamo insieme, un passo dopo l’altro, perché il futuro non appartenga alla paura e alla violenza, ma alla speranza e alla dignità di ogni persona.

Sito web: perugiassisi.org

Puntate verso l’Alto!

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

Puntate verso l’Alto!

MESSAGGIO AL MONDO DELLA SCUOLA
ALL’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO 2025-2026

 

Alle studentesse e agli studenti,
ai docenti e al personale tutto,
ai dirigenti scolastici

 

Carissime e carissimi,

  1. all’inizio di questo nuovo anno scolastico, dopo l’esperienza della Visita Pastorale, che mi ha condotto a varcare le soglie dei vostri istituti scolastici, desidero insieme a voi ringraziare tutti i dirigenti con i collegi-docenti per la bellissima opportunità che mi hanno concesso e per l’accoglienza calorosa che mi hanno riservata: grazie! Un ringraziamento particolare mi sia consentito di rivolgerlo agli insegnanti di religione che, con grande capacità di coinvolgimento, hanno fatto in modo che ogni incontro della Visita pastorale fosse bello, ricco e arricchente creando interessanti momenti di dialogo con voi studenti. Ma, mentre si avvia questo nuovo scolastico 2025-2026, voglio soprattutto raggiungere voi ragazze e ragazzi, insieme ai vostri genitori e ai vostri stimatissimi docenti, con un pensiero di augurio, vicinanza e riflessione, perché il tempo che si apre dinanzi a voi non sia solo un susseguirsi di lezioni e verifiche, ma un vero e proprio cammino di crescita umana e spirituale.
    La vostra è un’età importantissima, che va non solo valuta, ma sopravvalutata. Mi spiego. E’ l’età-laboratorio di tutta la vita. E’ l’età in cui succede una cosa fondamentale: si semina il futuro. Ciascuno è irrepetibile.

 

  1. Carissime e carissimi, per questa ragione, dovete portare con sano orgoglio il vostro nome, che ogni mattina viene pronunciato in aula con l’appello scolastico. Voi potete e dovete essere l’inizio di qualcosa di unico. Vorrei iniziare questo mio messaggio prendendo in prestito l’immagine potente di un grande vescovo e un grande studioso della bibbia, il Cardinale Carlo Maria Martini.
    Il Cardinale, arcivescovo di Milano per lunghi anni, ci ha consegnato una riflessione importante su una pagina bellissima del vangelo di San Luca: i due discepoli di Emmaus (Luca 24, 13-35). Da questa pagina ricaviamo una grande verità: La vita è un “lungo” viaggio! Anche l’anno scolastico, anche questo anno che ora inizia, è un meraviglioso viaggio. Come i due discepoli viandanti, anche voi, ragazze e ragazzi, potreste iniziare questa avventura con il “volto triste”, carichi di incertezze, con la “marcia indietro”, forse anche un po’ delusi dalle difficoltà del passato o timorosi per le sfide future. Sono sentimenti umani, comprensibili. La scuola, a volte, può sembrare un luogo che ci espone a “situazioni di vita estreme”, come quelle narrate dalla scrittrice sudcoreana Han Kang (27 novembre 1970), premio Nobel per la letteratura (conseguito il 10 ottobre 2024 con la seguente motivazione: “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”; grazie al romanzo, Atti umani, Adelphi Edizioni), situazioni che mettono a nudo la nostra fragilità e ci costringono a confrontarci con la fatica e il dolore.

 

  1. Eppure, carissimi, proprio come i due discepoli di Emmaus, voi non siete soli in questo cammino. Un compagno di viaggio si fa accanto a voi, spesso in modo discreto. Può avere il volto di una insegnante appassionata, di un compagno di banco che vi offre il suo aiuto, o la voce di una parola letta su un libro che improvvisamente illumina la vostra mente e, come per i discepoli, fa “ardere” il vostro cuore nel petto.  Carissimi, non temete le domande, soprattutto quelle che sembrano non avere risposta.
    È attraverso l’ascolto e il dialogo che ogni paura, piccola o grande, si scioglie e lascia il posto alla comprensione. Ma qual è il metodo per valorizzare il tempo dello studio senza ridurlo ad un impegno sterile che porta ad accumulare nozioni, ma un vero nutrimento per la vita? Carissimi, ogni vero apprendimento inizia sempre dal silenzio e dall’ascolto. Non abbiate paura di fermarvi per capire ed ascoltare, non abbiate vergogna di fare una sosta di fronte a una pagina difficile o a un concetto che vi sfugge. Non cedete alla tentazione immediata di correre avanti, create invece uno spazio interiore per chiedervi: “Cosa significa veramente questo? Perché è importante?”. Da questo silenzio-interrogante, nasce la capacità di ascoltare veramente l’altro che, in qualche modo, ha una correlazione anche con la lezione del vostro insegnante, il capitolo del vostro libro di testo, l’esercizio di matematica, con tutto ciò che accade non per caso ogni giorno. Tutto ha un senso.

 

  1. Ascoltate le lezioni non con l’ansia di memorizzarle, ma con il desiderio di comprenderle. È così che lo studio si trasforma in un incontro, un momento quasi di “nutrimento” in cui la conoscenza viene “spezzata” per voi e diventa “cibo”, qualcosa da assimilare e fare vostro.
    Questo processo vi renderà capaci di raccontare agli altri, cioè di non tenere per voi ciò che avete imparato, ma di condividerlo con gli altri, aiutando chi è in difficoltà e diventando voi stessi testimoni di una cultura che genera vita felice. In questo percorso, vi propongo un modello, un giovane come voi che ha saputo trasformare l’ordinario in straordinario: Pier Giorgio Frassati, che il Papa ha proclamato santo proprio ieri, 7 settembre. Anche Pier Giorgio fu studente. Conosceva la fatica dello studio e le incomprensioni in famiglia. Eppure, la sua vita non fu mai mediocre. La sua vita di giovane cristiano non era fatta di cose strane, ma di una intimità e di un’amicizia speciale vissuta con gioia e fedeltà nella quotidianità. Gesù di Nazareth. Il suo Vangelo.

 

  1. Pier Giorgio insegna, soprattutto a noi adulti, che la fede non è un’abitudine, ma una “convinzione”, una scelta libera e personale. Per Pier Giorgio, l’incontro quotidiano con Gesù non era l’incontro vuoto con un personaggio inesistente, ma l’amicizia con una persona viva, Gesù, che come ogni amicizia vera genera un’energia inesauribile che lo spingeva non a fuggire dagli altri, ma ad andare verso di loro riconoscendoli come fratelli.
    Pier Giorgio diceva ai suoi coetanei: “Gesù mi fa visita con la comunione ogni mattina e io gliela restituisco nel modo che posso, visitando i poveri”. Meraviglioso.

 

  1. Ecco la prima lezione per il vostro nuovo anno: lo studio, la cultura, le competenze che acquisite non sono un tesoro da custodire gelosamente per voi stessi. Sono doni da condividere, strumenti per servire, per riparare la casa, cioè ciò che conta davvero della nostra società. Infatti, un Vescovo eccezionale, don Tonino Bello diceva una frase che amo ripetere spesso, perché è straordinaria: “chi non vive per servire, non serve per vivere!”.
    Frassati era un giovane come voi, pieno di voglia di vivere e abitato da tanti desideri: egli amava stare con gli amici, era innamorato della montagna, dello sport, delle escursioni ed aveva creato un gruppo di amici chiamato “Compagnia dei Tipi Loschi”. Con questo gruppo condivideva tutto. Egli ci mostra che la vita cristiana è ricerca, è sorgente di gioia piena, amicizia e bellezza. Pier Giorgio, era sensibile, ma non era un vigliacco. Era un giovane coraggioso, con un forte senso della giustizia, che non esitò a schierarsi contro la violenza e la prevaricazione del fascismo nascente, arrivando anche ad essere arrestato per difendere i valori in cui credeva. Anche il nostro tempo si trova ad attraversare il tornante difficile dell’orrore delle guerre. Tutti sentiamo il bisogno e l’urgenza di una pace che  – come ha affermato papa Leone XIV –   sia “disarmata e disarmante”. La  testimonianza di Pier Giorgio Frassati ci ricorda che anche noi, oggi, possiamo essere studenti che sanno essere cittadini consapevoli e responsabili, capaci di un “impegno di servizio cristiano al bene comune”.

 

  1. Mi permetto di fare anche un riferimento letterario: la scrittrice Han Kang. Come vi dicevo, le opere del premio Nobel Han Kang – soprattutto il romanzo Atti umani – pur nella loro durezza, ci parlano di corpi che diventano segno di protesta contro la violenza del mondo.
    Anche i vostri gesti quotidiani, le vostre scelte, possono diventare comportamenti veri, cioè “azioni profetiche”: scegliere l’onestà quando sarebbe più facile copiare, difendere un compagno bullizzato, dedicare tempo al volontariato, usare i social network per costruire ponti e non per alzare muri, fare visita agli ammalati e ai sofferenti, stare vicino ai nonni, coltivare il senso di responsabilità per il creato, sognare un futuro pieno di bellezza e impegnarsi per lo sviluppo del nostro territorio.
    Sono queste le “scelte determinanti” che danno qualità alla vostra vita.

 

  1. Carissime e carissimi,  imitate dunque i due discepoli di Emmaus che, dopo aver messo “la marcia indietro” per andare a rinchiudersi nella “zona confort” di Emmaus, cambiano totalmente solo dopo aver  fatto  l’esperienza di un incontro speciale e diventano capaci di dare una nuova direzione al loro cammino. Ritornano a Gerusalemme. Si sentono liberi di ricominciare.
    Voi, ragazzi, infatti, non dovete restare fermi. Avvertite in voi  l’urgenza di “partire senza indugio” con la “marcia in avanti” che vi riporta a Gerusalemme, per condividere con altri la gioia di ciò che avete scoperto.
    L’anno che vi attende è per voi un’occasione unica, che noi adulti, purtroppo, non abbiamo più con la stessa vostra intensità.
    Non lasciatevela sfuggire. Siate curiosi, studiate con passione, coltivate amicizie vere, non abbiate paura di puntare “verso l’Alto”.

Vi accompagno tutti con affetto, con la mia preghiera e la mia benedizione.

Buon anno scolastico!

Melfi, 8 settembre 2025.

+ Ciro Fanelli

Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

 


ALLA RICERCA DI SOLUZIONI POSSIBILI E CONCRETE PER LE PRESTAZIONI SANITARIE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

COMUNICATO

PER DARE VOCE ALLA GENTE E PER FAVORIRE IL DIALOGO
ALLA RICERCA DI SOLUZIONI POSSIBILI E CONCRETE
PER LE PRESTAZIONI SANITARIE NEL VULTURE-MELFESE-ALTO BRADANO

 

L’incertezza che circonda in questi giorni i presidi sanitari convenzionati  preoccupa tutti i cittadini del nostro territorio. Come Vescovo sento il dovere di farmi portavoce delle persone fragili di questa nostra comunità, che hanno necessità di interventi diagnostici e prestazioni sanitarie urgenti e facilmente raggiungibili, dato che ogni anno vengono assisti un numero importante di pazienti del nostro territorio.

Ogni legittima valutazione sull’ottimizzazione della spesa sanitaria non può e non deve minimamente intaccare il diritto alla salute dei cittadini, un bene pubblico indiscutibile che va non solo difeso ma coltivato e promosso sempre di più. E questo obiettivo non può che coincidere con il sostegno fattivo ai presidi sanitari convenzionati, centri che negli anni hanno raggiunto traguardi importanti nel campo della diagnostica, della cura e dell’assistenza e che oggi costituiscono un patrimonio di competenze e professionalità importante nel sistema sanitario regionale.

Mi appello alle istituzioni politiche e sanitarie della Regione Basilicata. Spero fortemente che all’ascolto attento seguano decisioni a tutela del diritto alla salute di tutti ma in modo particolare delle persone più fragili. Confido che tutti sapranno fare squadra per risolvere questa emergenza avendo a cuore innanzitutto il bene delle famiglie, dei pazienti e degli operatori nel settore sanitario. Di certo la Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa continuerà a prestare la sua voce alla propria gente e farà la sua parte per favorire il dialogo alla ricerca di soluzioni possibili e concrete.

Melfi, 6 settembre 2025

+ Ciro Fanelli

Vescovo

Aree interne: Lettera aperta al Governo e al Parlamento

Aree interne: Lettera aperta al Governo e al Parlamento

Pubblichiamo la “Lettera aperta al Governo e al Parlamento”, sottoscritta a conclusione dell’annuale convegno dei Vescovi delle Aree interne. Il documento, firmato al momento da 139 tra Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Abati, resta aperto per ulteriori adesioni. Il testo sarà consegnato all’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili”.

Nella difficile fase in cui siamo immersi è indubbio che nel Paese si stia allargando la forbice delle disuguaglianze e dei divari, mentre le differenze non riescono a diventare risorse, tanto da lasciare le società locali – e in particolare i piccoli centri periferici – alle prese con nuove solitudini e dolorosi abbandoni. Sullo sfondo, assistiamo alla più grave eclissi partecipativa mai vissuta. S’impone, dunque, una diversa narrazione della realtà, capace nel contempo di manifestare una chiara volontà di collaborazione e di sostegno autentico ed equilibrato, al fine di favorire le resistenze virtuose in atto nelle cosiddette Aree Interne, dove purtroppo anche il senso di comunità è messo a rischio dalle continue emergenze, dalla scarsa consapevolezza e dalla rassegnazione.
La recente pubblicazione del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne, che aggiorna la Strategia Nazionale per questi territori, delinea per l’ennesima volta il quadro di una situazione allarmante, soprattutto per il calo demografico e lo spopolamento, ritenuti nella sostanza una condanna definitiva, tale da far scrivere agli esperti che «la popolazione può crescere solo in alcune grandi città e in specifiche località particolarmente attrattive» (p. 45). Nel testo, vengono a un certo punto indicati alcuni obiettivi che, però, per la stragrande maggioranza delle aree interne, risultano irraggiungibili per mancanza di «combinazione tra attrattività verso le nuove generazioni e condizioni favorevoli alle scelte di genitorialità» (ivi). Sono molti gli indicatori che fanno prevedere all’ISTAT un destino delle aree interne che, sotto tanti aspetti, sarebbe definitivamente segnato, al punto che l’Obiettivo 4 della Strategia nazionale s’intitola: «Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile». In definitiva, un invito a mettersi al servizio di un “suicidio assistito” di questi territori. Si parla, infatti, di struttura demografica ormai compromessa, «con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività. Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse». In sintesi, il sostegno per una morte felice.
In questo quadro complesso – e preoccupante! –, la comunità ecclesiale resta una delle poche realtà presenti ancora in modo capillare sul territorio nazionale. Già nel maggio 2019 i vescovi della Metropolia beneventana sottoscrissero un documento (Mezzanotte del Mezzogiorno? Lettera agli Amministratori) che metteva a fuoco il persistente e grave ritardo nello sviluppo delle cosiddette “aree interne”. Prese avvio allora un percorso che ha avuto i suoi sviluppi. Via via s’è andata difatti manifestando in maniera crescente anche l’esigenza di mettere a fuoco la questione da un punto di vista più strettamente pastorale: è per questo che, dal 2021 ogni anno, a Benevento, s’incontrano vescovi provenienti da tutte le regioni d’Italia al fine di avviare un confronto con l’obiettivo, se non di enucleare una pastorale per le aree interne, almeno di abbozzarne qualche linea.
Va inoltre precisato che la stessa Caritas italiana, facendo seguito alle richieste delle Caritas diocesane, sta avviando un coordinamento nazionale per le aree interne, pure con l’intento di sostenere le realtà territoriali nell’elaborazione di progetti che promuovano la coesione sociale e favoriscano la “restanza”, ovvero la possibilità concreta per le persone, soprattutto i giovani, di scegliere di rimanere e costruire il proprio futuro nei luoghi in cui sono nati: un lavoro frutto di un processo dal basso, fondato sull’ascolto dei bisogni e sulla mappatura partecipata delle risorse locali.
Anche diversi interventi promossi con i fondi dell’8xmille testimoniano questa attenzione concreta: attivazione di una rete d’infermieri e operatori sociosanitari di comunità, servizi di taxi sociale, valorizzazione delle risorse esistenti per favorire occupazione e imprenditorialità locale.
Come vescovi e pastori di moltissime comunità fragili e abbandonate, quindi, non possiamo e non vogliamo rassegnarci alla prospettiva adombrata dal Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne; risuonano anzi ancor più forti, dentro di noi, le parole del profeta: «Figlio dell’uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele» (Ez 3,17). Non possiamo del resto non considerare come, nel corso degli anni, documenti e decreti governativi e regionali siano finiti in un ingorgo di dispositivi legislativi per lo più inapplicati, non di rado utili soltanto a consolidare la distribuzione di finanziamenti secondo logiche politico-elettorali, mettendo spesso le piccole realtà in contrasto tra loro e finendo per considerare come progetti strutturali piccoli interventi stagionali.
Chiediamo perciò che venga esplorata con realismo e senso del bene comune ogni ipotesi d’invertire l’attuale narrazione delle aree interne. Sollecitiamo le forze politiche e i soggetti coinvolti a incoraggiare e sostenere, responsabilmente e con maggiore ottimismo politico e sociale, le buone prassi e le risorse sul campo, valorizzando un sistema di competenze convergenti, utilizzate non più per marcare differenze, ma per accorciare le distanze tra le diverse realtà nel Paese. Chiediamo altresì di avviare un percorso plurale e condiviso in cui gli attori contribuiscano a costruire partecipazione e confronto così da generare un ripopolamento delle idee ancor prima di quello demografico.
Riteniamo, inoltre, che si debba ribaltare la definizione delle aree interne, passando da un’esclusiva visione quantitativa dello spazio e del tempo – in cui è ancora il concetto di lontananza centro-periferia a creare subalternità – a una narrazione che lasci emergere una visione qualitativa delle storie, della cultura e della vita di certi luoghi: si favoriscano esperienze di rigenerazione coerenti con le originalità locali e in grado di rilanciare l’identità rispetto alla frammentazione sociale; s’incoraggi il controesodo con incentivi economici e riduzione delle imposte, soluzioni di smart working e co working, innovazione agricola, turismo sostenibile, valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, piani specifici di trasporto, recupero dei borghi abbandonati, co-housing, estensione della banda larga, servizi sanitari di comunità, telemedicina.
In questi luoghi in cui la vita rischia di finire, essa può invece assumere una qualità superiore: guardarli con lo stesso spirito con cui ci si pone al capezzale di un morente sarebbe – oltre che segno di grave miopia politica – un torto fatto alla Nazione intera, poiché un territorio non presidiato dall’uomo è sottoposto a una pressione maggiore delle forze della natura, con il rischio – per nulla ipotetico – di favorire nuovi e sempre più vasti disastri ambientali, senza contare il rischio della perdita di parte di quell’immenso patrimonio artistico-architettonico che fa dell’Italia intera un museo a cielo aperto.
Ci auguriamo che queste nostre riflessioni, frutto di esperienze maturate sul campo, che offriamo in spirito di serena collaborazione, siano fatte oggetto di attenta riflessione da parte del Governo e del Parlamento. Per questo, saremmo lieti di poter esporre le nostre riflessioni in un dialogo sereno e costruttivo, qualora ciò si ritenesse opportuno.

Con vivissima cordialità.

   Mons. Felice Accrocca, Arcivescovo di Benevento

Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, Presidente CEI

Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari, Segretario Generale CEI

Card. Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma

Card. Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli

Card. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino, Arcivescovo-Vescovo di Susa

Card. Francesco Montenegro, Amministratore Apostolico dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, Arcivescovo emerito di Agrigento

Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena Nonantola, Vescovo di Carpi, Vicepresidente CEI

Mons. Gianpiero Palmieri, Vescovo di Ascoli Piceno, Vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, Vicepresidente CEI

Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio, Vicepresidente CEI

Mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Presidente COMECE

Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù

Mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti

Mons. Adriano Cevolotto, Vescovo di Piacenza-Bobbio

Mons. Domenico Pompili, Vescovo di Verona

Mons. Franco Moscone, Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

Mons. Mario Vaccari, Vescovo di Massa Carrara-Pontremoli

Mons. Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace

Mons. Giacomo Cirulli, Vescovo di Teano-Calvi, Vescovo di Alife-Caiazzo,
Vescovo di Sessa Aurunca

Mons. Sabino Iannuzzi, Vescovo di Castellaneta

Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Caserta, Vescovo di Capua

Mons. Gaetano Castello, Vescovo ausiliare di Napoli

Mons. Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona

Mons. Arturo Aiello, Vescovo di Avellino

Mons. Carlo Villano, Vescovo di Pozzuoli, Vescovo di Ischia

Mons. Lauro Tisi, Arcivescovo di Trento

Mons. Giuseppe Vegezzi, Vescovo ausiliare di Milano

Mons. Andrea Bellandi, Arcivescovo di Salerno

Mons. Francesco Soddu, Vescovo di Terni-Narni-Amelia

Mons. Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Mons. Benoni Ambarus, Arcivescovo di Matera-Irsina, Vescovo di Tricarico

Mons. Ciro Fanelli, Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

Mons. Vincenzo Carmine Orofino, Vescovo di Tursi-Lagonegro

Mons. Stefano Rega, Vescovo di San Marco Argentano-Scalea

Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa

Mons. Antonello Mura, Vescovo di Nuoro, Vescovo di Lanusei

Mons. Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia

Mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo

Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano, Vescovo di Ales-Terralba

Mons. Corrado Melis, Vescovo di Ozieri

Mons. Franco Alfano, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia

Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale

Mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento

Mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone

Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta

Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania

Mons. Gualtiero Isacchi, Arcivescovo di Monreale

Mons. Giuseppe Schillaci, Vescovo di Nicosia

Mons. Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto

Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo

Mons. Guglielmo Giombanco, Vescovo di Patti

Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina

Mons. Giuseppe La Placa, Vescovo di Ragusa

Mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa

Mons. Pierino Fragnelli, Vescovo di Trapani

Mons. Cesare Di Pietro, Vescovo ausiliare di Messina

Mons. Luca Raimondi, Vescovo ausiliare di Milano

Mons. Giuseppe Mazzafaro, Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti

Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo

Mons. Ambrogio Spreafico, Amministratore Apostolico di Frosinone-Veroli-Ferentino, Amministratore Apostolico di Anagni-Alatri

Mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio, Vescovo di Città di Castello

Mons. Vito Piccinonna, Vescovo di Rieti

Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Orvieto-Todi

Mons. Daniele Gianotti, Vescovo di Crema

Mons. Mauro Parmeggiani, Vescovo di Tivoli, Vescovo di Palestrina

Mons. Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano-Monopoli

Mons. Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia

Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana

Mons. Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta

Mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo di Potenza

Mons. Francesco Neri, Arcivescovo di Otranto

Mons. Mauro Maria Morfino, Vescovo di Alghero-Bosa

Mons. Mario Farci, Vescovo di Iglesias

Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro

Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra

Mons. Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca

Mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia

Mons. Gianrico Ruzza, Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, Vescovo di Porto-Santa Rufina

Mons. Franco M. G. Agnesi, Vicario Generale di Milano

Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie

Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona-Osimo

Mons. Livio Corazza, Vescovo di Forlì-Bertinoro

Mons. Giovanni Mosciatti, Vescovo di Imola

Mons. Calogero Marino, Vescovo di Savona-Noli

Mons. Andrea Migliavacca, Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Mons. Francesco Beneduce, Vescovo ausiliare di Napoli

Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Cesena-Sarsina

Mons. Marco Brunetti, Vescovo di Alba

Mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo

Mons. Fortunato Morrone, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova

Mons. Daniele Salera, Vescovo di Ivrea

Mons. Claudio Giuliodori, Ass. Eccl. Generale dell’Azione Cattolica Italiana e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Mons. Roberto Fornaciari, Vescovo di Tempio-Ampurias

Mons. Giacomo Morandi, Arcivescovo-Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla

Mons. Domenico Beneventi, Vescovo di San Marino-Montefeltro

Mons. Renato Marangoni, Vescovo di Belluno-Feltre

Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Vescovo di Foligno

Mons. Giuseppe Mengoli, Vescovo di San Severo

Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara

Mons. Francesco Marino, Vescovo di Nola

Mons. Santo Marcianò, Vescovo eletto di Frosinone-Veroli-Ferentino,
Vescovo eletto di Anagni-Alatri

Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi-Cava de’Tirreni

Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli

Mons. Giuseppe Giudice, Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno

Mons. Bernardino Giordano, Vescovo di Grosseto, Vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello

Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova

Mons. Vincenzo Calvosa, Vescovo di Vallo della Lucania

Mons. Gerardo Antonazzo, Vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo

Mons. Ivo Muser, Vescovo di Bolzano-Bressanone

Mons. Pierantonio Pavanello, Vescovo di Adria-Rovigo

Mons. Giuliano Brugnotto, Vescovo di Vicenza

Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia

Mons. Giampaolo Dianin, Vescovo di Chioggia

Mons. Michele Tomasi, Vescovo di Treviso

Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia, Vescovo di Pescia

Mons. Saverio Cannistrà, Arcivescovo di Pisa

Mons. Gherardo Gambelli, Arcivescovo di Firenze

Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia

Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace

Mons. Enrico Solmi, Vescovo di Parma

Mons. Sergio Melillo, Vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia

Mons. Paolo Ricciardi, Vescovo di Jesi

Mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei

Sottoscrive il documento l’intera Conferenza Episcopale Abruzzese Molisana:

Mons. Camillo Cibotti, Vescovo di Isernia-Venafro (Presidente), Vescovo di Trivento

Mons. Emidio Cipollone, Vescovo di Lanciano-Ortona (Vicepresidente)

Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto

Mons. Tommaso Valentinetti, Arcivescovo di Pescara-Penne

Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri

Mons. Michele Fusco, Vescovo di Sulmona-Valva

Mons. Giovanni Massaro, Vescovo di Avezzano

Mons. Biagio Colaianni, Arcivescovo di Campobasso-Bojano

Mons. Claudio Palumbo, Vescovo di Termoli-Larino

Mons. Antonio D’Angelo, Arcivescovo di L’Aquila

Mons. Francesco Sirufo, Arcivescovo di Acerenza

Dom Luca Antonio Fallica, Abate di Montecassino

Dom Diego Gualtiero Rosa, Abate Territoriale di Monte Oliveto

Don Michele Petruzzelli, Abate di Cava de’ Tirreni

Don Riccardo Luca Guariglia, Abate di Montevergine

26 Agosto 2025