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22 agosto: digiuno e preghiera

22 agosto: digiuno e preghiera

La Chiesa italiana aderisce all’invito del Papa

Questa mattina, 20 agosto, al termine dell’Udienza Generale, Papa Leone XIV ha invitato “tutti i fedeli a vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e preghiera, supplicando il Signore che ci conceda pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti in corso”. La Chiesa in Italia aderisce a questo invito, chiedendo alle comunità ecclesiali di invocare il dono della riconciliazione per la nostra Terra che, ha sottolineato il Pontefice, “continua ad essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina, e in molte altre regioni del mondo”.
“Ci uniamo al pressante appello del Santo Padre: il perdurare di situazioni di violenza, odio e morte ci impegna a intensificare la preghiera per una pace disarmata e disarmante, supplicando la Beata Vergine Maria Regina della Pace di allontanare da ogni popolo l’orrore della guerra e di illuminare le menti di quanti hanno responsabilità politiche e diplomatiche”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI ricordando che “la pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa (Leone XIV, Udienza ai Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, 17 giugno 2025).

NON SABOTIAMO LA PACE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

NON SABOTIAMO LA PACE

“Non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato”

 

Carissimi,

  1. quest’anno, mentre ci prepariamo a celebrare la solennità dell’Assunta – facendo eco all’appello di Papa Leone XIV e della Chiesa italiana – sento nell’animo il dovere morale di raggiungervi con questo messaggio per chiedervi una corale preghiera per la pace e un forte impegno civico, affinché non si lasci nulla di intentato per porre fine alla tragedia della guerra che sta colpendo in particolare il cuore dell’Europa e il Medio Oriente. Il nostro cuore credente – illuminato dalla luce della fede in Cristo, re della Pace – non può non rivolgersi all’Altissimo con la forza della preghiera affinché cessi quanto prima l’orrore della guerra in ogni parte della terra e i popoli possano convivere nella pace, nella libertà e nella giustizia. Noi cristiani, infatti, siamo fermamente convinti che, come affermava san Giovanni Crisostomo, «l’uomo che prega ha le mani sul timone della storia». Con questa certezza nel cuore chiediamo nella preghiera il dono di una pace che sia, come ci ha detto Papa Leone XIV, «disarmata e disarmante».
  1. La necessità della preghiera per la pace nel mondo, per noi cristiani, si fa più urgente in questo giorno solenne nel quale onoriamo Maria Santissima, assunta in cielo in anima e corpo, segno di sicura speranza per l’intera umanità. Contemplando la Vergine di Nazareth, vittoriosa sul peccato e sulla morte, sentiamo innanzitutto il dovere morale di uscire da ogni possibile forma di indifferenza con la quale possiamo rapportarci alle tragiche e drammatiche notizie che ci provengono dai luoghi martoriati da una guerra ingiusta e ingiustificata. Papa Leone XIV ha ricordato di recente che «il Signore, infatti, ci invia al mondo a portare il suo stesso dono: “La pace sia con voi!”, e a diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana. (…) Deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione. L’apostolo Paolo ci esorta così: ‘Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti’ (Rm 12,18); è un invito che affida a ciascuno una porzione concreta di responsabilità».
  1. Pensando in particolare all’Ucraina e a Gaza, il dolore e la preoccupazione ci spingono a stare dalla parte di quanti soffrono ingiustamente per gli orrori della guerra e di tutti coloro chiedono il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi.  Il nostro tempo sta vivendo una grave crisi umanitaria, soprattutto in quei luoghi dove la guerra schiaccia la popolazione civile: bambini, donne, anziani, persone vulnerabili. Tutti abbiamo il dovere di far giungere ai capi delle nazioni il grido delle popolazioni, che soffrono a causa di questi disumani conflitti, affinché cessino queste guerre fratricide e le nazioni coinvolte si incammino sinceramente sulla via del dialogo. La logica del conflitto, purtroppo, sta distruggendo ogni principio del diritto internazionale e sta calpestando la dignità delle persone, soprattutto dei più fragili. Questa tragica prospettiva ha un solo obiettivo condurre a stravincere su tutti, a non voler cedere in nulla, a non accettare nessuna di quelle soluzioni che hanno come unico obiettivo il bene complessivo. Molto spesso queste logiche perverse si presentano anche con ragionamenti geopolitici apparentemente rispettabili, ma che in realtà mostrano soltanto sete di sangue umano e volontà di asservire gli altri.  Questi ragionamenti accecano le coscienze, boicottano la pace e fanno incamminare l’umanità verso il baratro dell’autodistruzione.
  1. Non si difendono i diritti di un popolo quando vengono annullati i più elementari principi umanitari, ma si mostra semplicemente che a muovere le decisioni è la vendetta e la ritorsione! La Parola di Dio ce lo ricorda con chiarezza che chi è schiavo di queste logiche diventa cieco riguardo al volto umano dell’altro. Le atroci violenze che si perpetuano oggi in Ucraina e Gaza, e in tante altre parti del mondo, sono il segno che c’è una spudorata adorazione dell’idolo del potere. Chi ha fiducia solo nella violenza e nel potere prima o poi tende ad eliminare e distruggere l’altro, non accorgendosi che alla fine giunge a distruggere anche sé stesso. Già san Paolo ammoniva: “Non vi fate illusioni: non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato” (Lettera ai Galati 5,15 e 6,7).
  1. Siamo nel vortice di una crisi di umanità che intacca il vincolo di solidarietà fra tutto quanto ha un volto umano. Oggi è l’idea stessa di uomo, di umanità, che viene offesa; è il volto stesso di Dio che viene deturpato nell’immagine sfigurata e ferita dell’uomo: bambini, donne, anziani, persone vulnerabili! Ma proprio da questa situazione, dalla presa di coscienza di trovarsi in un tragico vicolo cieco di violenza – a cui più volte hanno fatto riferimento sia Papa Francesco che Papa Leone XIV – può scaturire un grande e corale grido di allarme, più forte di ogni logica sacrilega che vede, paradossalmente, la violenza come la via per garantire la pace. È un grido che si traduce concretamente nel proclamare che non vi sono alternative al dialogo: se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la pace e credere nella forza del dialogo!
  1. Questo grido dell’umanità sofferente, precede ogni dichiarazione pubblica, per quanto necessaria e accorata. Di alternativo alla pace oggi vi è solo la violenza, comunque espressa. Soprattutto in questo momento in cui sembrano prevalere il male e il terrore, la sola alternativa è il dialogo come una necessità ineludibile. Per questo i leader di tutte le parti tra loro contrastanti debbono ritrovare le ragioni del diritto e costruire senza esitazioni ponti di pace. Anche le nostre comunità e le nostre istituzioni locali devono avvertire forte il dovere di non tacere e di esprimere nelle forme consentite la ferma condanna di ogni guerra, riconoscendo a tutti i popoli il diritto a vivere nella pace e nella libertà nella propria terra. La Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa esprime, anche visibilmente ponendo sulla casa episcopale accanto ai tradizionali drappi le bandiere della pace – la più ferma condanna ad ogni violazione del diritto internazionale umanitario, che diventa sempre preludio di mali più gravi: crimini contro l’umanità, genocidio, pulizia etnica ecc… Come credenti in Cristo Gesù, unico salvatore del mondo ieri oggi e sempre, noi affermiamo la piena solidarietà a tutte le vittime di questi conflitti. Siamo infatti fermamente convinti che “dare voce al dolore altrui – come affermava il cardinale C. M. Martini – è premessa di ogni futura politica di pace”.
  1. La Vergine Santa, regina della pace, interceda per il mondo intero. Al suo Cuore Immacolato vogliamo rivolgerci con le parole di Papa Francesco raccogliendo le preghiere di tutti: «Ricorriamo a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto».

Melfi, 14 agosto 2025

+ Ciro Fanelli
Vescovo


INVITO DELLA CEI A PREGARE PER LA PACE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

INVITO DELLA CEI A PREGARE PER LA PACE

 

Carissimi fratelli e sorelle,

in considerazione del drammatico momento di violenza a cui stiamo assistendo, il cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, accogliendo il pressante appello di Papa Leone XIV, invita tutte le comunità a chiedere nella preghiera al Re della Pace di allontanare al più presto dall’umanità gli orrori della guerra.

Nell’attesa di ulteriori indicazioni da parte della CEI per momenti da vivere “coralmente”, tenendo in considerazione le precedenze dei giorni liturgici, è bene che per le celebrazioni dell’Eucaristia si utilizzino i formulari delle Messe “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano pp. 894-896).

Altresì, è auspicabile che nella Liturgia delle Ore si inseriscano particolari intenzioni per implorare dal Signore il dono della pace e che si organizzino momenti di preghiera e di adorazione.

Vi saluto tutti cordialmente.

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 

Pubblichiamo la lettera che il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ha inviato ai Vescovi e alle comunità ecclesiali invitando a intensificare la preghiera per una “pace disarmata e disarmante”.

Il drammatico momento di violenza, odio e morte a cui stiamo assistendo ci impegna a intensificare la preghiera per una “pace disarmata e disarmante”. Accogliendo il pressante appello di Papa Leone XIV, tutte le nostre comunità sono invitate a chiedere al Re della Pace di allontanare al più presto dall’umanità gli orrori e le lacrime della guerra.

Nell’attesa di ulteriori indicazioni per momenti da vivere “coralmente” nelle nostre Chiese, tenendo in considerazione le precedenze dei giorni liturgici, è bene che per le celebrazioni dell’Eucaristia si utilizzino i formulari delle Messe “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano pp. 894-896). Altresì, è auspicabile che nella Liturgia delle Ore si inseriscano particolari intenzioni per
implorare dal Signore il dono della pace e che si organizzino momenti di preghiera e di adorazione.

+Matteo Maria Card. Zuppi
Presidente CEI

 


Santuari: ricognizione ufficiale e nuove istituzioni in Calabria e Basilicata

Santuari: ricognizione ufficiale e nuove istituzioni in Calabria e Basilicata

Si è conclusa la chiarificazione giuridico-pastorale, sulla base del Codice di Diritto Canonico (cann. 1230-1234) e i nn. 136-137 dell’Istruzione in materia amministrativa della Conferenza Episcopale Italiana del 31 maggio 2005, nella regione ecclesiastica della Basilicata e Calabria.

Santuari in Basilicata: nuovi titoli e centralità pastorale

In Basilicata, dopo aver pubblicato i dati nella monografia Classificazione e Decreti dei Santuari (Giustina Aceto, LEV, 2019) sono stati eretti: L’11 febbraio 2020 il luogo sacro dedicato all’Adorazione Perpetua Sante Lucia e Agata alla Fontana in Matera con il titolo di Santuario Diocesano (Prot. N.12/2020), unico Santuario Eucaristico in Basilicata e Calabria, istituito con decreto dall’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo.

Volendo istituire il primo Santuario dedicato alla Famiglia, in Basilicata, il 17 luglio 2022, memoria liturgica di Santa Sinforosa l’ordinario diocesano mons. Vincenzo Carmine Orofino vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro ha eretto il Santuario Diocesano della Famiglia “Santa Sinforosa, San Getulio e figli martiri” nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo.

Il 12 ottobre 2022 (XXV anniversario dalla Beatificazione del sacerdote Lentini e inizio del «Giubileo Lentiniano – 12 ottobre 2022-12 ottobre 2023»), mons. Vincenzo Carmine Orofino vescovo di Tursi-Lagonegro ha eretto la chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari in Santuario Diocesano con il titolo “Beato Domenico Lentini”.

Il 1° dicembre 2022 mons. Giovanni Intini vescovo di Tricarico ha eretto la piccola chiesa della Parata a Santuario Diocesano dedicandola a San Giuseppe Lavoratore, unico luogo sacro presente in Basilicata e Calabria, allo sposo della Beata Vergine Maria e padre putativo di Gesù.

Il 25 aprile 2023 la chiesa parrocchia San Nicola in Tolve e Santuario Diocesano con il titolo di “San Rocco”, Patrono principale della Città da tempo immemorabile, è da molti secoli punto di riferimento spirituale e luogo di pellegrinaggio di fedeli dell’Arcidiocesi di Acerenza, è stato insignito con il titolo e della dignità di Basilica Minore.

Il 2 luglio 2024 (Boll. vol. II fol. 18 n. 018) l’arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ha confermato e dichiarato la chiesa di Santa Maria Fonte delle Grazie, ubicato a 12 chilometri da Tricarico (MT), a Santuario Mariano Diocesano come luogo di pellegrinaggi, di preghiera e di pietà popolare per i fedeli della diocesi di Tricarico e delle diocesi limitrofe «ab immemorabili».

L’11 febbraio 2025 mons. Ciro Fanelli vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa ha eretto con decreto (Prot. 10/25/V R.G.) i «luoghi di culto presenti nel territorio della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa».

Santuari in Calabria: nuovi riconoscimenti e decreti generali

In Calabria al Censimento dei luoghi Sacri – iniziato il 1° novembre 1999 (Ordinamento generale di mons. Giuseppe Agostino in I Santuari dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000, pp. 30-32) – si sono aggiunti:

L’11 settembre 2019 (Prot. 041/2019 – decreto 028/2019) la chiesa di Santa Liberata in Santo Stefano di Rogliano (CS), già Santuario Foraniale, con prot. 032 e decreto 027 del 7 settembre 2004, è stata eretta alla dignità di “Santuario Diocesano di Santa Liberata” dall’arcivescovo di Cosenza-Bisignano mons. Francescantonio Nolè.

Il 16 luglio 2021 l’arcivescovo di Rossano-Cariati mons. Maurizio Aloise ha dichiarato, con decreto (Prot. n. 10/2021), la chiesa parrocchiale di San Francesco di Paola in Corigliano Calabro con il titolo di Santuario Diocesano.

Il Santuario Diocesano Madonna del Castello in Castrovillari, appartenente alla diocesi di Cassano all’Jonio, è stato elevato alla dignità di Basilica Minore il 3 gennaio 2022.

Con decreto vescovile l’8 maggio 2022 mons. Donato Oliverio vescovo dell’Eparchia di Lungro ha eretto la chiesa della Madonna della Stella, posta nel territorio del comune di San Costantino Albanese in provincia di Potenza, a Santuario Diocesano Mariano.

L’8 settembre 2023 mons. Stefano Rega vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea ha stilato il Decreto sui Santuari della Diocesi di San Marco Argentano-Scale (Prot. N. 09/2023/D).

Il 12 settembre 2023 l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago ha confermato e dichiarato la chiesa della Madonna della Rocca in Settingiano (CZ) a Santuario Mariano Parrocchiale.

La chiesa Cuore Immacolata di Maria Rifugio delle Anime, sorta a Paravati, voluta dalla Serva di Dio Natuzza Evolo (1924-2009) è stata elevata da mons. Attilio Nostro vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea alla dignità di Santuario il 23 agosto 2024 (Prot. N. 31/24/D).

Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).

Il Censimento dei Santuari in Calabria si conclude con il Decreto Generale di Qualificazione e Riordino dei Santuari dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova (Prot. N. A/16/25 del 1° maggio 2025) dell’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra (CEC) mons. Fortunato Morrone.

 Mappatura e digitalizzazione dei dati: un progetto condiviso

L’obiettivo del Censimento è realizzare la schedatura e “mappatura” dei Santuari, registrandone gli elementi più caratteristici e significativi, corredati da una ricca e spesso inedita documentazione, con lo scopo finale di pubblicare le schede – secondo fasi incrementali – sul sito del catalogo gestito dall’ICCD (Censimento dei santuari italiani – ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (cultura.gov.it)): considerato l’interesse di questa attività di ricognizione sistematica, le schede prodotte sono disponibili sul sito della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI) (https://www.pami.info/santuari-censimento/), a corredo di una mappa con la georeferenziazione dei luoghi santuariali.

Dal mese di maggio 2024 è stata avviata la pubblicazione dei dati sui siti diocesani delle diocesi ecclesiastiche della Basilicata e Calabria; la fase di immissione si concluderà entro il mese di agosto.

Verso il Giubileo 2025: volumi, QR code e contenuti multimediali

I risultati della ricerca verranno pubblicati, in occasione del Giubileo 2025 pellegrini di speranza, anche in una collana di monografie a colori riguardanti i Santuari; si inizierà con I Santuari della Basilicata e Calabria, in uscita per il nuovo anno pastorale (ottobre 2025), con la presentazione dell’arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo vescovo di Cesena-Sarsina e membro della Commissione Episcopale per la Liturgia, e si continuerà con Sardegna e Sicilia, Campania e Puglia.

Visita la pagina:
I Santuari della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa

La parola N. 8 luglio 2025

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L’editoriale

… e state con noi

Bentrovati nel nuovo numero del giornale diocesano “La Parola”. Questa edizione estiva racchiude tanti temi e tanti eventi accomunati dal filo conduttore della speranza, la virtù protagonista dell’anno giubilare che stiamo vivendo. E già la copertina di questo numero porta con sé un messaggio forte e chiaro con la raffigurazione del quadro realizzato dall’artista Massimiliano Ferragina: la “Madonna dei pellegrini di speranza”. Una tela di grandi dimensioni che nel suo tour nazionale ha esordito proprio nella nostra diocesi. Il cammino giubilare come pellegrini di speranza sulle orme di San Paolo, che ha visto protagonista la diocesi lo scorso 17 giugno a Roma, è racchiuso nelle parole del nostro Vescovo che sapientemente traccia l’insegnamento dell’ “apostolo delle genti” e ci parla della speranza come “forza viva che fa vedere oltre le difficoltà e mette in movimento”.

Di grande importanza l’annuncio del Sinodo diocesano per rinnovare l’azione pastorale e annunciare il Vangelo. Ripercorreremo, poi, per immagini le tappe della visita pastorale a Pescopagano, Rapone, Ruvo del Monte, San’Ilario e Cecci. Il giubileo è protagonista anche nel racconto di Mario Miglionico parlando della giornata dedicata agli adolescenti e poi della giornata giubilare degli adulti di Azione Cattolica a cura di Vincenzo Cascia. Spazio alla seconda assemblea sinodale tenutasi a Roma, cui hanno partecipato i delegati diocesani don Mauro Gallo, Donatina Allamprese e Teresa Sperduto, e spazio anche al percorso di formazione unitaria, a cura di Angela Boccomino, e al convegno ecclesiale diocesano raccontato da Roberta Martino. Inoltre, troverete l’esperienza di Emma Spennacchio come facilitatore, un’interessante riflessione sulla genitorialità a cura di Daniele Lagatta, il racconto emozionante ed emozionato di Domenico Marchitiello sulla fumata bianca e il ricordo del giudice Livatino nel racconto di Gaetano Araneo. Chiude questo numero una delle “10 storie prima della buonanotte” a cura di Emilia D’Arace in un progetto di sostegno alla genitorialità a favore dei detenuti, di cui vi avevamo parlato nello scorso numero.

Un numero ricco e pieno di contenuti.

Non resta che augurarvi una buona lettura, magari sotto l’ombrellone.

Lucia Nardiello
Direttore Responsabile

La parola N.8Indice La parola N.8

Progetto Policoro: bando per l’assegnazione di Borsa di studio per l’anno 2025

Giovani – Vangelo – Lavoro: un’esperienza a servizio dei giovani!

Progetto Policoro: bando per l’assegnazione di Borsa di studio per l’anno 2025

 

Il Progetto Policoro della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, in collaborazione con i tre uffici Caritas, Pastorale Sociale e del Lavoro e Pastorale Giovanile, è alla ricerca del prossimo Animatore di Comunità.

Il bando è rivolto a giovani dai 20 ai 32 anni.

Il Progetto Policoro è un progetto organico della Chiesa italiana che tenta di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia, attivando iniziative di formazione a una nuova cultura del lavoro, promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile.

La Conferenza Episcopale Italiana, INECOOP, in collaborazione con la Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa ha istituito una borsa di studio del valore di € 3.120,00, per la formazione di Animatori di Comunità finalizzata a sostenere la formazione in materia di lavoro, imprenditorialità giovanile e animazione territoriale.

La domanda di partecipazione deve essere indirizzata direttamente alla Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa tramite posta elettronica (diocesi.melfi@progettopolicoro.it) e deve pervenire entro e non oltre il giorno 31 del mese di Agosto 2025.

Per info 320 8276964 (Andrea).

Si allega

  1. MELFI Bando Borse di Studio PP 2026.pdf
  2. Domanda di partecipazione Bando PP 2026


Il cardinale Repole in visita a Rapone

Il cardinale Repole in visita a Rapone

 

La diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa e la comunità di Rapone accolgono il Cardinale con gioia e gratitudine

 

La diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa e la comunità di Rapone accolgono con gioia e gratitudine Sua Eminenza il Cardinale Roberto Repole, originario di Rapone, attualmente Arcivescovo Metropolita di Torino e Vescovo di Susa. Sua Eminenza sarà a Rapone l’11 e il 12 luglio 2025.

Il Cardinale Repole è stato invitato dal Sindaco di Rapone, ing. Felicetta Lorenzo e dal Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, S.E. Mons. Ciro Fanelli, in occasione del conferimento delle Chiavi della Comunità raponese, paese natale del suo papà. Questa lieta circostanza sarà una felice opportunità per consentire a tutti i cittadini di Rapone e alla Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa di esprimere la propria gioia per la Sua elezione ad Arcivescovo e per la Sua creazione a Cardinale.

Il Cardinale Repole è testimonianza vivente di un prestigioso “figlio” della nostra terra lucana, che ha dato lustro alle Sue origini non solo offrendo  una significativa testimonianza con la sua alta competenza teologica e il suo zelo pastorale, ma essendo segno riconosciuto ed apprezzato di squisita premura episcopale e di grande fedeltà alla Chiesa e al Santo Padre.

La comunità di Rapone e l’intera diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa si uniscono in questi giorni della visita alla gioia delle comunità di Torino e Susa e con cuore grato ringraziano il Signore per il dono e l’attenzione concessi dal Pontefice ai due territori diocesani piemontesi scegliendolo quale pastore e padre nella fede. Rapone e la diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa accompagnano nella preghiera il Cardinale Repole in questo tratto esaltante ed impegnativo del suo cammino pastorale.

Il Cardinale Repole è onore e vanto della Chiesa piemontese e dell’intera comunità lucana; la Basilicata oggi, attraverso la comunità di Rapone e la diocesi melfitana, intende onorare con affetto e gratitudine l’Eminentissimo presule.

La presenza del Cardinale Repole a Rapone è un evento atteso: i rapporti di parentela, di amicizia e comunione tra il presule e la diocesi melfitana e il comune di Rapone sono il segno di un legame che non si è mai interrotto. Nel 2019, prima di essere elevato alla dignità episcopale, il teologo Repole a Melfi, nel Salone degli Stemmi nel Palazzo Vescovile, ha tenuto una apprezzatissima relazione sulla “sinodalità”, dimensione fondamentale di una chiesa che vuole incarnare nell’oggi la missione affidatale dal Signore Risorto di essere fermento di una nuova umanità.

Il programma della visita del Cardinale prevede i seguenti appuntamenti:

 

Venerdì 11 luglio 2025:

ore 18.00: accoglienza del Cardinale all’ingresso del comune Rapone.

ore 19.00: in dialogo con il Cardinale in Piazza XX Settembre

ore 20.00: conferimento delle chiavi della città di Rapone

ore 21:00 il cardinale saluterà autorità ed amici.

Sabato 12 luglio 2025

ore 9.00: Visita privata del cardinale al cimitero, al santuario di S. Vito e alla locale casa di riposo.

ore 10.30: santa Messa presso la Chiesa Madre di Rapone

 

CENNI BIOGRAFICI

Il Cardinale Roberto Repole, Arcivescovo di Torino (Italia), è nato a Torino il 29 gennaio 1967. Entrato in Seminario all’età di undici anni, ha svolto gli studi superiori presso il Seminario Minore, conseguendo la maturità classica presso il Liceo Salesiano Valsalice di Torino nel 1986. Ha studiato Filosofia e Teologia nel Seminario Arcivescovile di Torino e ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 13 giugno 1992. Dal 1992 al 1996 è stato Vicario Parrocchiale presso Gesù Redentore e Collaboratore della Parrocchia del Ss. Nome di Maria in Torino. Ha proseguito gli studi di Teologia Sistematica presso la Pontificia Università Gregoriana di  Roma, conseguendo la Licenza nel 1998 e il Dottorato nel 2001 con una tesi sul pensiero di Henri de Lubac in dialogo con Gabriel Marcel. Dal 2001 ha insegnato Teologia Sistematica presso la sede parallela di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della stessa città. Canonico della Real Chiesa di San Lorenzo a Torino dal 2010, è stato Presidente dell’Associazione Teologica Italiana dal 2011 al 2019; Preside della Sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e Collaboratore della Parrocchia di Santa Maria della Stella a Druento. Il 19 febbraio 2022 è stato nominato da Papa Francesco 95º Arcivescovo Metropolita di Torino e Vescovo di Susa, unendo così in persona episcopi le due Sedi. Il 7 maggio successivo, ha ricevuto l’ordinazione episcopale. Nel settembre 2022, il Consiglio Episcopale Permanente della CEI lo ha nominato Membro della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università. Nell’ottobre 2022, i Vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta lo hanno eletto Vicepresidente della Conferenza Episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta (CEP). Il Papa Francesco lo ha nomindato membro del XVI Consiglio Ordinario della Segreteria Generale il 4 dicembre 2024 e del Dicastero per la dottrina della Fede. Ha partecipato al Conclave che ha eletto al sommo pontificato Papa Leone XIV.

Da Papa Francesco creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 7 dicembre 2024 del Titolo di Gesù Divin Maestro alla Pineta Sacchetti.

Sesto incontro diocesano Apostolato della preghiera

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Carissimi fratelli e sorelle,

l’Apostolato della Preghiera della nostra Diocesi anche quest’anno ha organizzato un momento di riflessione e di celebrazione non solo per gli aderenti all’associazione, ma anche per quanti si sentono “attratti” dal mistero del cuore di Cristo.

Questo è il sesto appuntamento diocesano. L’evento, organizzato dal direttore diocesano dell’Adp, don Giuseppe Cacosso, si inserisce nel cammino giubilare e nella memoria dei 350 anni dalla prima apparizione del Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque a Paray-le-Monial.

Il Cuore trafitto di Cristo è la sintesi simbolica del mistero pasquale.
La Pasqua del Signore, nella sua realtà ed efficacia spirituale, è infatti perennemente presente al cospetto di Dio, anzi, nella Persona del Verbo incarnato e glorificato, e quindi appartiene ora alla realtà eterna.

Il Magistero recente dei Pontefici ha evidenziato con chiarezza di dottrina che la devozione e la spiritualità al Cuore di Cristo sono l’architrave di una vita cristiana che nel contempo incarna la duplice fedeltà a Dio e all’uomo. In questo orizzonte si inserisce l’enciclica di Papa Francesco “Dilexit nos”.

L’incontro diocesano dell’Apostolato della Preghiera si svolgerà a Melfi, giovedì 26 giugno nel Salone degli Stemmi, alle ore 17:30; si aprirà con una mia relazione sull’enciclica di Papa Francesco “Dilexit nos” a cui seguirà, in Cattedrale alle ore 19:00, la santa messa giubilare.

L’evento diocesano, che precede la Solennità del Cuore di Gesù, vuole anche aiutare il popolo di Dio a contemplare “il disegno eterno del Padre, dispiegatosi nella Storia della salvezza, (che) si è riavvolto per così dire in Cristo glorificato ed assiso alla destra del Padre” (Ch. A. Bernard).

E’ quanto mai attuale ed urgente riconoscere – come ci ha aiutato a fare durante il suo pontificato Papa Francesco – il mistero pasquale non solo come oggetto di contemplazione, ma quale vera fonte di energia per l’apostolato

Ogni battezzato, ogni discepolo missionario, trova nella conoscenza e nella contemplazione del mistero di Cristo la vera sorgente per vivere pienamente la propria vocazione battesimale e ministeriale per la crescita del Regno di Dio.

In attesa di poterci incontrare giovedì 26 giugno per vivere insieme questo evento giubilare di riflessione e di celebrazione nella luce del S. Cuore di Gesù, vi invito a ringraziare Dio per la vita donata dei nostri sacerdoti e a chiedere al Signore Gesù nuove e sante vocazioni sacerdotali per la nostra Chiesa particolare.

Vi benedico di cuore.

Melfi, 24 giugno 2025 – Solennità della Natività di S. Giovanni Battista

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 

CORPUS DOMINI DI SOLIDARIETA’

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

CORPUS DOMINI DI SOLIDARIETA’

CON I POPOLI CHE SOFFRONO LA FAME

 

L’Eucaristia ‘luogo’ di missione

(anno pastorale 2024-2025)

“Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura (Mc 16, 15).

  

Cari fratelli e sorelle,

  1. domenica prossima 22 giugno celebreremo la Solennità del Corpo e del Sangue del Signore. Il Consiglio Missionario Nazionale, che riunisce rappresentanti di tutte le forze missionarie della Chiesa in Italia, fa eco all’appello del Consiglio Episcopale Permanente della CEI “denunciando l’inaccettabile tributo che intere popolazioni stanno pagando e ribadendo la necessità che il diritto umanitario internazionale sia sempre garantito“. Anche la nostra comunità diocesana non può  ignorare che a Gaza si muore di fame e perciò sente il dovere di sostenere e promuovere azioni concrete di solidarietà che ciascun uomo e donna di buona volontà può fare.
  1. Invito, pertanto, le parrocchie, le comunità religiose e le aggregazioni laicali, perché,  in occasione della prossima festa del Corpus Domini, in cui celebriamo Cristo Pane di vita per tutti, si facciano promotrici di iniziative concrete di preghiera, digiuno e solidarietà verso tutte le persone che, a causa delle guerre e di ogni altra forma di prevaricazione e violenza, patiscono la mancanza di cibo. Ogni comunità, riflesso e presenza di Cristo incarnato, trovi la forma e il tempo per vivere questo gesto concreto di digiuno in unione alle membra sofferenti dell’umanità: “quando un membro soffre, tutto il corpo soffre”. Per ciascuno di noi la solennità del  Corpus Domini sia un occasione forte di solidarietà con i popoli che soffrono la fame.
  1. La liturgia della Parola che ascolteremo domenica prossima ci aiuterà a riconoscere nel mistero eucaristico Cristo Gesù, nostra unica speranza, come il pane vivo disceso dal Cielo e sempre in mezzo a noi. Questo grande mistero è la vera sorgente e il culmine della vita e della missione della Chiesa (SC 10).
  1. Nella vigilia del Corpus Domini del 2023, dando il via al triennio eucaristico, consegnai alla Diocesi le Linee pastorali dal titolo “Nell’Eucaristia nasce e rinasce la Chiesa”; in quella circostanza abbiamo condiviso una tappa importante del “pellegrinaggio” della Visita Pastorale,  annunciandone la data di apertura e costituendo l’equipe dei con-visitatori (10 giugno 2023). Ora ci avviamo alla conclusione di questa singolare esperienza di vita ecclesiale, che ha coinvolto tutte le comunità parrocchiali della nostra Diocesi. Infatti, il prossimo  5 ottobre  – dopo che avrò visitato le comunità di Maschito e San Fele – come già programmato ci sarà la celebrazione diocesana per la chiusura della Visita Pastorale. L’itinerario eucaristico ha di fatto scandito il cammino della Visita e ci sta introducendo contemporaneamente all’esperienza forte del Sinodo diocesano, evento sicuramente impegnativo, ma esaltante. Il Sinodo diocesano è, infatti, a servizio della rinascita della vitalità della nostra Chiesa particolare. La nostra Diocesi, docile ai suggerimenti dello Spirito Santo mediante l‘ascolto assiduo della Parola di Dio, è chiamata ad essere “giovane gioiosa e missionaria” per mostrare a tutti il volto di Cristo e riqualificare l’annuncio.
  1. La Solennità del Corpus Domini ci introduce nel tema del prossimo anno pastorale: L’Eucaristia ‘luogo’ di missione! Le tappe individuate per il triennio pastorale in corso (2023-2026) sono una esplicitazione delle finalità essenziali sia della Visita Pastorale che del prossimo Sinodo diocesano. L’Eucaristia intesa e vissuta come ‘luogo’ di missione ci ricorda che “la celebrazione eucaristica non è infatti solo ‘momento’ funzionale a qualcosa che si deve vivere fuori di essa come se la missione fosse un’altra cosa rispetto al celebrare. No, la Chiesa è missionaria anche quando celebra il suo Signore, lo loda e lo benedice” (Linee pastorali, p. 56). Celebriamo l’Eucaristia per conformarci a Lui e per divenire Chiesa. Dall’Eucaristia nascono i veri discepoli missionari che si sentono amati e inviati per allargare i confini del Regno di Dio. Il Signore risorto in ogni celebrazione eucaristica ci ripete: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.  Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,  prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (cfr. Mc  16, 15-20).
  1. La Missione di annunciare il Vangelo è l’unica ragion d’essere della Chiesa ed il criterio guida per mettere mano a riforme e cambiamenti nelle istituzioni e nelle dinamiche ecclesiali. Questa trasformazione “missionaria” è frutto di una celebrazione eucaristica non solo celebrata ma vissuta ed incarnata. Il congedo della Messa include un forte e chiaro invito alla missione, che la Chiesa, sorretta dall’Eucaristia, preceduta e accompagnata dall’esempio e dall’intercessione di Maria, porta a compimento nell’evangelizzare il mondo odierno. L’Eucaristia ha lo scopo di farci crescere nell’amore di Cristo e nel suo desiderio di portare il Vangelo a tutti.
  1. Carissimi, con la domenica del Corpus Domini nella quale Gesù è posto visibilmente al centro delle nostre comunità e noi, attraverso la processione eucaristica, siamo invitati a camminare con lui lungo le strade delle nostre città e dei nostri paesi, diamo dunque inizio nella preghiera di adorazione al terzo anno del cammino diocesano; chiediamo anche al Signore Gesù di aiutarci a metterci in ascolto dello Spirito e dei segni dei tempi, affinché la nostra Chiesa particolare di Melfi-Rapolla-Venosa, attraverso il Sinodo, si rafforzi nella comunione e sappia riqualificare il modo di annunciare il Vangelo. Maria, la donna eucaristica, tenga sempre aperto il nostro cuore verso i popoli che soffrono la fame e ci aiuti a crescere nella misericordia e nella pace.

Melfi, 20 giugno 2025

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 


Giubileo 2025 – Pellegrinaggio diocesano

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

L’Anno Santo, che la benevolenza divina e la maternità della Chiesa ci donano con il Giubileo 2025, è un dono da accogliere con viva gratitudine.

Tutti dobbiamo sperimentare il dono della Divina Misericordia e gustare il lieto compito di vivere l’anno giubilare come “tempo di grazia”: sarà una preziosa occasione per rigenerare la nostra appartenenza ecclesiale e mettere a frutto la nostra missione di “servi della speranza”, di amici di “Cristo, nostra speranza”.

Il pellegrinaggio è una delle forme privilegiata per vivere nella comunione ecclesiale il camminare insieme.

Papa Francesco, nella bolla di indizione del Giubileo, “Spes non confundit” raccomanda che “nelle Chiese particolari si curi in modo speciale la preparazione dei sacerdoti e dei fedeli alle confessioni e l’accessibilità al sacramento nella forma individuale” (n. 5).

Unitamente a questa indicazione Papa Francesco, ribadisce l’importanza della carità e della misericordia verso i fratelli più deboli e il grande valore pedagogico del pellegrinare.

Approfittiamo di questo “tempo santo” per vivere a livello diocesano il pellegrinare verso Roma per attraversare la porta santa, segno visibile, del cuore di Cristo, spalancato ad accoglierci nelle nostre umane fragilità e modello di uno stile di vita orientato ad essere accoglienti ed inclusivi.

Ogni comunità – parrocchia, comunità religiose – e tutte le aggregazioni laicali sappiano coinvolgere ragazzi, giovani, famiglie, operatori pastorali a vivere la bellezza e la singolarità di questo tempo di grazia.

Attraverso la preghiera, la catechesi e le opere di carità tutti possano gustare la ricchezza di grazia dell’Anno Santo ordinario e la fecondità del cammino pastorale diocesano che ci orienta a vivere l’eucaristia come il grande mistero nel quale nasce e rinasce la chiesa tacendo diventare l’assemblea eucaristica luogo di santità ospitale e di missione.

L’Eucaristia, pertanto, soprattutto in questo anno di grazia, celebrata e adorata, divenga la sorgente e la mente di ogni cammino di Chiesa rendendoci nei fatti e nella verità autentici “pellegrini di speranza” con il portare a tutti la luce vera, quella che illumina ogni uomo: Cristo Gesù, nostro unico salvatore, ieri oggi e sempre.

Melfi, 14 giugno 2025

+ Ciro Fanelli
Vescovo