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Puntate verso l’Alto!

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

Puntate verso l’Alto!

MESSAGGIO AL MONDO DELLA SCUOLA
ALL’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO 2025-2026

 

Alle studentesse e agli studenti,
ai docenti e al personale tutto,
ai dirigenti scolastici

 

Carissime e carissimi,

  1. all’inizio di questo nuovo anno scolastico, dopo l’esperienza della Visita Pastorale, che mi ha condotto a varcare le soglie dei vostri istituti scolastici, desidero insieme a voi ringraziare tutti i dirigenti con i collegi-docenti per la bellissima opportunità che mi hanno concesso e per l’accoglienza calorosa che mi hanno riservata: grazie! Un ringraziamento particolare mi sia consentito di rivolgerlo agli insegnanti di religione che, con grande capacità di coinvolgimento, hanno fatto in modo che ogni incontro della Visita pastorale fosse bello, ricco e arricchente creando interessanti momenti di dialogo con voi studenti. Ma, mentre si avvia questo nuovo scolastico 2025-2026, voglio soprattutto raggiungere voi ragazze e ragazzi, insieme ai vostri genitori e ai vostri stimatissimi docenti, con un pensiero di augurio, vicinanza e riflessione, perché il tempo che si apre dinanzi a voi non sia solo un susseguirsi di lezioni e verifiche, ma un vero e proprio cammino di crescita umana e spirituale.
    La vostra è un’età importantissima, che va non solo valuta, ma sopravvalutata. Mi spiego. E’ l’età-laboratorio di tutta la vita. E’ l’età in cui succede una cosa fondamentale: si semina il futuro. Ciascuno è irrepetibile.

 

  1. Carissime e carissimi, per questa ragione, dovete portare con sano orgoglio il vostro nome, che ogni mattina viene pronunciato in aula con l’appello scolastico. Voi potete e dovete essere l’inizio di qualcosa di unico. Vorrei iniziare questo mio messaggio prendendo in prestito l’immagine potente di un grande vescovo e un grande studioso della bibbia, il Cardinale Carlo Maria Martini.
    Il Cardinale, arcivescovo di Milano per lunghi anni, ci ha consegnato una riflessione importante su una pagina bellissima del vangelo di San Luca: i due discepoli di Emmaus (Luca 24, 13-35). Da questa pagina ricaviamo una grande verità: La vita è un “lungo” viaggio! Anche l’anno scolastico, anche questo anno che ora inizia, è un meraviglioso viaggio. Come i due discepoli viandanti, anche voi, ragazze e ragazzi, potreste iniziare questa avventura con il “volto triste”, carichi di incertezze, con la “marcia indietro”, forse anche un po’ delusi dalle difficoltà del passato o timorosi per le sfide future. Sono sentimenti umani, comprensibili. La scuola, a volte, può sembrare un luogo che ci espone a “situazioni di vita estreme”, come quelle narrate dalla scrittrice sudcoreana Han Kang (27 novembre 1970), premio Nobel per la letteratura (conseguito il 10 ottobre 2024 con la seguente motivazione: “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”; grazie al romanzo, Atti umani, Adelphi Edizioni), situazioni che mettono a nudo la nostra fragilità e ci costringono a confrontarci con la fatica e il dolore.

 

  1. Eppure, carissimi, proprio come i due discepoli di Emmaus, voi non siete soli in questo cammino. Un compagno di viaggio si fa accanto a voi, spesso in modo discreto. Può avere il volto di una insegnante appassionata, di un compagno di banco che vi offre il suo aiuto, o la voce di una parola letta su un libro che improvvisamente illumina la vostra mente e, come per i discepoli, fa “ardere” il vostro cuore nel petto.  Carissimi, non temete le domande, soprattutto quelle che sembrano non avere risposta.
    È attraverso l’ascolto e il dialogo che ogni paura, piccola o grande, si scioglie e lascia il posto alla comprensione. Ma qual è il metodo per valorizzare il tempo dello studio senza ridurlo ad un impegno sterile che porta ad accumulare nozioni, ma un vero nutrimento per la vita? Carissimi, ogni vero apprendimento inizia sempre dal silenzio e dall’ascolto. Non abbiate paura di fermarvi per capire ed ascoltare, non abbiate vergogna di fare una sosta di fronte a una pagina difficile o a un concetto che vi sfugge. Non cedete alla tentazione immediata di correre avanti, create invece uno spazio interiore per chiedervi: “Cosa significa veramente questo? Perché è importante?”. Da questo silenzio-interrogante, nasce la capacità di ascoltare veramente l’altro che, in qualche modo, ha una correlazione anche con la lezione del vostro insegnante, il capitolo del vostro libro di testo, l’esercizio di matematica, con tutto ciò che accade non per caso ogni giorno. Tutto ha un senso.

 

  1. Ascoltate le lezioni non con l’ansia di memorizzarle, ma con il desiderio di comprenderle. È così che lo studio si trasforma in un incontro, un momento quasi di “nutrimento” in cui la conoscenza viene “spezzata” per voi e diventa “cibo”, qualcosa da assimilare e fare vostro.
    Questo processo vi renderà capaci di raccontare agli altri, cioè di non tenere per voi ciò che avete imparato, ma di condividerlo con gli altri, aiutando chi è in difficoltà e diventando voi stessi testimoni di una cultura che genera vita felice. In questo percorso, vi propongo un modello, un giovane come voi che ha saputo trasformare l’ordinario in straordinario: Pier Giorgio Frassati, che il Papa ha proclamato santo proprio ieri, 7 settembre. Anche Pier Giorgio fu studente. Conosceva la fatica dello studio e le incomprensioni in famiglia. Eppure, la sua vita non fu mai mediocre. La sua vita di giovane cristiano non era fatta di cose strane, ma di una intimità e di un’amicizia speciale vissuta con gioia e fedeltà nella quotidianità. Gesù di Nazareth. Il suo Vangelo.

 

  1. Pier Giorgio insegna, soprattutto a noi adulti, che la fede non è un’abitudine, ma una “convinzione”, una scelta libera e personale. Per Pier Giorgio, l’incontro quotidiano con Gesù non era l’incontro vuoto con un personaggio inesistente, ma l’amicizia con una persona viva, Gesù, che come ogni amicizia vera genera un’energia inesauribile che lo spingeva non a fuggire dagli altri, ma ad andare verso di loro riconoscendoli come fratelli.
    Pier Giorgio diceva ai suoi coetanei: “Gesù mi fa visita con la comunione ogni mattina e io gliela restituisco nel modo che posso, visitando i poveri”. Meraviglioso.

 

  1. Ecco la prima lezione per il vostro nuovo anno: lo studio, la cultura, le competenze che acquisite non sono un tesoro da custodire gelosamente per voi stessi. Sono doni da condividere, strumenti per servire, per riparare la casa, cioè ciò che conta davvero della nostra società. Infatti, un Vescovo eccezionale, don Tonino Bello diceva una frase che amo ripetere spesso, perché è straordinaria: “chi non vive per servire, non serve per vivere!”.
    Frassati era un giovane come voi, pieno di voglia di vivere e abitato da tanti desideri: egli amava stare con gli amici, era innamorato della montagna, dello sport, delle escursioni ed aveva creato un gruppo di amici chiamato “Compagnia dei Tipi Loschi”. Con questo gruppo condivideva tutto. Egli ci mostra che la vita cristiana è ricerca, è sorgente di gioia piena, amicizia e bellezza. Pier Giorgio, era sensibile, ma non era un vigliacco. Era un giovane coraggioso, con un forte senso della giustizia, che non esitò a schierarsi contro la violenza e la prevaricazione del fascismo nascente, arrivando anche ad essere arrestato per difendere i valori in cui credeva. Anche il nostro tempo si trova ad attraversare il tornante difficile dell’orrore delle guerre. Tutti sentiamo il bisogno e l’urgenza di una pace che  – come ha affermato papa Leone XIV –   sia “disarmata e disarmante”. La  testimonianza di Pier Giorgio Frassati ci ricorda che anche noi, oggi, possiamo essere studenti che sanno essere cittadini consapevoli e responsabili, capaci di un “impegno di servizio cristiano al bene comune”.

 

  1. Mi permetto di fare anche un riferimento letterario: la scrittrice Han Kang. Come vi dicevo, le opere del premio Nobel Han Kang – soprattutto il romanzo Atti umani – pur nella loro durezza, ci parlano di corpi che diventano segno di protesta contro la violenza del mondo.
    Anche i vostri gesti quotidiani, le vostre scelte, possono diventare comportamenti veri, cioè “azioni profetiche”: scegliere l’onestà quando sarebbe più facile copiare, difendere un compagno bullizzato, dedicare tempo al volontariato, usare i social network per costruire ponti e non per alzare muri, fare visita agli ammalati e ai sofferenti, stare vicino ai nonni, coltivare il senso di responsabilità per il creato, sognare un futuro pieno di bellezza e impegnarsi per lo sviluppo del nostro territorio.
    Sono queste le “scelte determinanti” che danno qualità alla vostra vita.

 

  1. Carissime e carissimi,  imitate dunque i due discepoli di Emmaus che, dopo aver messo “la marcia indietro” per andare a rinchiudersi nella “zona confort” di Emmaus, cambiano totalmente solo dopo aver  fatto  l’esperienza di un incontro speciale e diventano capaci di dare una nuova direzione al loro cammino. Ritornano a Gerusalemme. Si sentono liberi di ricominciare.
    Voi, ragazzi, infatti, non dovete restare fermi. Avvertite in voi  l’urgenza di “partire senza indugio” con la “marcia in avanti” che vi riporta a Gerusalemme, per condividere con altri la gioia di ciò che avete scoperto.
    L’anno che vi attende è per voi un’occasione unica, che noi adulti, purtroppo, non abbiamo più con la stessa vostra intensità.
    Non lasciatevela sfuggire. Siate curiosi, studiate con passione, coltivate amicizie vere, non abbiate paura di puntare “verso l’Alto”.

Vi accompagno tutti con affetto, con la mia preghiera e la mia benedizione.

Buon anno scolastico!

Melfi, 8 settembre 2025.

+ Ciro Fanelli

Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

 


ALLA RICERCA DI SOLUZIONI POSSIBILI E CONCRETE PER LE PRESTAZIONI SANITARIE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

COMUNICATO

PER DARE VOCE ALLA GENTE E PER FAVORIRE IL DIALOGO
ALLA RICERCA DI SOLUZIONI POSSIBILI E CONCRETE
PER LE PRESTAZIONI SANITARIE NEL VULTURE-MELFESE-ALTO BRADANO

 

L’incertezza che circonda in questi giorni i presidi sanitari convenzionati  preoccupa tutti i cittadini del nostro territorio. Come Vescovo sento il dovere di farmi portavoce delle persone fragili di questa nostra comunità, che hanno necessità di interventi diagnostici e prestazioni sanitarie urgenti e facilmente raggiungibili, dato che ogni anno vengono assisti un numero importante di pazienti del nostro territorio.

Ogni legittima valutazione sull’ottimizzazione della spesa sanitaria non può e non deve minimamente intaccare il diritto alla salute dei cittadini, un bene pubblico indiscutibile che va non solo difeso ma coltivato e promosso sempre di più. E questo obiettivo non può che coincidere con il sostegno fattivo ai presidi sanitari convenzionati, centri che negli anni hanno raggiunto traguardi importanti nel campo della diagnostica, della cura e dell’assistenza e che oggi costituiscono un patrimonio di competenze e professionalità importante nel sistema sanitario regionale.

Mi appello alle istituzioni politiche e sanitarie della Regione Basilicata. Spero fortemente che all’ascolto attento seguano decisioni a tutela del diritto alla salute di tutti ma in modo particolare delle persone più fragili. Confido che tutti sapranno fare squadra per risolvere questa emergenza avendo a cuore innanzitutto il bene delle famiglie, dei pazienti e degli operatori nel settore sanitario. Di certo la Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa continuerà a prestare la sua voce alla propria gente e farà la sua parte per favorire il dialogo alla ricerca di soluzioni possibili e concrete.

Melfi, 6 settembre 2025

+ Ciro Fanelli

Vescovo

NON SABOTIAMO LA PACE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

NON SABOTIAMO LA PACE

“Non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato”

 

Carissimi,

  1. quest’anno, mentre ci prepariamo a celebrare la solennità dell’Assunta – facendo eco all’appello di Papa Leone XIV e della Chiesa italiana – sento nell’animo il dovere morale di raggiungervi con questo messaggio per chiedervi una corale preghiera per la pace e un forte impegno civico, affinché non si lasci nulla di intentato per porre fine alla tragedia della guerra che sta colpendo in particolare il cuore dell’Europa e il Medio Oriente. Il nostro cuore credente – illuminato dalla luce della fede in Cristo, re della Pace – non può non rivolgersi all’Altissimo con la forza della preghiera affinché cessi quanto prima l’orrore della guerra in ogni parte della terra e i popoli possano convivere nella pace, nella libertà e nella giustizia. Noi cristiani, infatti, siamo fermamente convinti che, come affermava san Giovanni Crisostomo, «l’uomo che prega ha le mani sul timone della storia». Con questa certezza nel cuore chiediamo nella preghiera il dono di una pace che sia, come ci ha detto Papa Leone XIV, «disarmata e disarmante».
  1. La necessità della preghiera per la pace nel mondo, per noi cristiani, si fa più urgente in questo giorno solenne nel quale onoriamo Maria Santissima, assunta in cielo in anima e corpo, segno di sicura speranza per l’intera umanità. Contemplando la Vergine di Nazareth, vittoriosa sul peccato e sulla morte, sentiamo innanzitutto il dovere morale di uscire da ogni possibile forma di indifferenza con la quale possiamo rapportarci alle tragiche e drammatiche notizie che ci provengono dai luoghi martoriati da una guerra ingiusta e ingiustificata. Papa Leone XIV ha ricordato di recente che «il Signore, infatti, ci invia al mondo a portare il suo stesso dono: “La pace sia con voi!”, e a diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana. (…) Deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione. L’apostolo Paolo ci esorta così: ‘Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti’ (Rm 12,18); è un invito che affida a ciascuno una porzione concreta di responsabilità».
  1. Pensando in particolare all’Ucraina e a Gaza, il dolore e la preoccupazione ci spingono a stare dalla parte di quanti soffrono ingiustamente per gli orrori della guerra e di tutti coloro chiedono il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi.  Il nostro tempo sta vivendo una grave crisi umanitaria, soprattutto in quei luoghi dove la guerra schiaccia la popolazione civile: bambini, donne, anziani, persone vulnerabili. Tutti abbiamo il dovere di far giungere ai capi delle nazioni il grido delle popolazioni, che soffrono a causa di questi disumani conflitti, affinché cessino queste guerre fratricide e le nazioni coinvolte si incammino sinceramente sulla via del dialogo. La logica del conflitto, purtroppo, sta distruggendo ogni principio del diritto internazionale e sta calpestando la dignità delle persone, soprattutto dei più fragili. Questa tragica prospettiva ha un solo obiettivo condurre a stravincere su tutti, a non voler cedere in nulla, a non accettare nessuna di quelle soluzioni che hanno come unico obiettivo il bene complessivo. Molto spesso queste logiche perverse si presentano anche con ragionamenti geopolitici apparentemente rispettabili, ma che in realtà mostrano soltanto sete di sangue umano e volontà di asservire gli altri.  Questi ragionamenti accecano le coscienze, boicottano la pace e fanno incamminare l’umanità verso il baratro dell’autodistruzione.
  1. Non si difendono i diritti di un popolo quando vengono annullati i più elementari principi umanitari, ma si mostra semplicemente che a muovere le decisioni è la vendetta e la ritorsione! La Parola di Dio ce lo ricorda con chiarezza che chi è schiavo di queste logiche diventa cieco riguardo al volto umano dell’altro. Le atroci violenze che si perpetuano oggi in Ucraina e Gaza, e in tante altre parti del mondo, sono il segno che c’è una spudorata adorazione dell’idolo del potere. Chi ha fiducia solo nella violenza e nel potere prima o poi tende ad eliminare e distruggere l’altro, non accorgendosi che alla fine giunge a distruggere anche sé stesso. Già san Paolo ammoniva: “Non vi fate illusioni: non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato” (Lettera ai Galati 5,15 e 6,7).
  1. Siamo nel vortice di una crisi di umanità che intacca il vincolo di solidarietà fra tutto quanto ha un volto umano. Oggi è l’idea stessa di uomo, di umanità, che viene offesa; è il volto stesso di Dio che viene deturpato nell’immagine sfigurata e ferita dell’uomo: bambini, donne, anziani, persone vulnerabili! Ma proprio da questa situazione, dalla presa di coscienza di trovarsi in un tragico vicolo cieco di violenza – a cui più volte hanno fatto riferimento sia Papa Francesco che Papa Leone XIV – può scaturire un grande e corale grido di allarme, più forte di ogni logica sacrilega che vede, paradossalmente, la violenza come la via per garantire la pace. È un grido che si traduce concretamente nel proclamare che non vi sono alternative al dialogo: se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la pace e credere nella forza del dialogo!
  1. Questo grido dell’umanità sofferente, precede ogni dichiarazione pubblica, per quanto necessaria e accorata. Di alternativo alla pace oggi vi è solo la violenza, comunque espressa. Soprattutto in questo momento in cui sembrano prevalere il male e il terrore, la sola alternativa è il dialogo come una necessità ineludibile. Per questo i leader di tutte le parti tra loro contrastanti debbono ritrovare le ragioni del diritto e costruire senza esitazioni ponti di pace. Anche le nostre comunità e le nostre istituzioni locali devono avvertire forte il dovere di non tacere e di esprimere nelle forme consentite la ferma condanna di ogni guerra, riconoscendo a tutti i popoli il diritto a vivere nella pace e nella libertà nella propria terra. La Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa esprime, anche visibilmente ponendo sulla casa episcopale accanto ai tradizionali drappi le bandiere della pace – la più ferma condanna ad ogni violazione del diritto internazionale umanitario, che diventa sempre preludio di mali più gravi: crimini contro l’umanità, genocidio, pulizia etnica ecc… Come credenti in Cristo Gesù, unico salvatore del mondo ieri oggi e sempre, noi affermiamo la piena solidarietà a tutte le vittime di questi conflitti. Siamo infatti fermamente convinti che “dare voce al dolore altrui – come affermava il cardinale C. M. Martini – è premessa di ogni futura politica di pace”.
  1. La Vergine Santa, regina della pace, interceda per il mondo intero. Al suo Cuore Immacolato vogliamo rivolgerci con le parole di Papa Francesco raccogliendo le preghiere di tutti: «Ricorriamo a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto».

Melfi, 14 agosto 2025

+ Ciro Fanelli
Vescovo


INVITO DELLA CEI A PREGARE PER LA PACE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

INVITO DELLA CEI A PREGARE PER LA PACE

 

Carissimi fratelli e sorelle,

in considerazione del drammatico momento di violenza a cui stiamo assistendo, il cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, accogliendo il pressante appello di Papa Leone XIV, invita tutte le comunità a chiedere nella preghiera al Re della Pace di allontanare al più presto dall’umanità gli orrori della guerra.

Nell’attesa di ulteriori indicazioni da parte della CEI per momenti da vivere “coralmente”, tenendo in considerazione le precedenze dei giorni liturgici, è bene che per le celebrazioni dell’Eucaristia si utilizzino i formulari delle Messe “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano pp. 894-896).

Altresì, è auspicabile che nella Liturgia delle Ore si inseriscano particolari intenzioni per implorare dal Signore il dono della pace e che si organizzino momenti di preghiera e di adorazione.

Vi saluto tutti cordialmente.

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 

Pubblichiamo la lettera che il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ha inviato ai Vescovi e alle comunità ecclesiali invitando a intensificare la preghiera per una “pace disarmata e disarmante”.

Il drammatico momento di violenza, odio e morte a cui stiamo assistendo ci impegna a intensificare la preghiera per una “pace disarmata e disarmante”. Accogliendo il pressante appello di Papa Leone XIV, tutte le nostre comunità sono invitate a chiedere al Re della Pace di allontanare al più presto dall’umanità gli orrori e le lacrime della guerra.

Nell’attesa di ulteriori indicazioni per momenti da vivere “coralmente” nelle nostre Chiese, tenendo in considerazione le precedenze dei giorni liturgici, è bene che per le celebrazioni dell’Eucaristia si utilizzino i formulari delle Messe “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano pp. 894-896). Altresì, è auspicabile che nella Liturgia delle Ore si inseriscano particolari intenzioni per
implorare dal Signore il dono della pace e che si organizzino momenti di preghiera e di adorazione.

+Matteo Maria Card. Zuppi
Presidente CEI

 


Sesto incontro diocesano Apostolato della preghiera

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Carissimi fratelli e sorelle,

l’Apostolato della Preghiera della nostra Diocesi anche quest’anno ha organizzato un momento di riflessione e di celebrazione non solo per gli aderenti all’associazione, ma anche per quanti si sentono “attratti” dal mistero del cuore di Cristo.

Questo è il sesto appuntamento diocesano. L’evento, organizzato dal direttore diocesano dell’Adp, don Giuseppe Cacosso, si inserisce nel cammino giubilare e nella memoria dei 350 anni dalla prima apparizione del Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque a Paray-le-Monial.

Il Cuore trafitto di Cristo è la sintesi simbolica del mistero pasquale.
La Pasqua del Signore, nella sua realtà ed efficacia spirituale, è infatti perennemente presente al cospetto di Dio, anzi, nella Persona del Verbo incarnato e glorificato, e quindi appartiene ora alla realtà eterna.

Il Magistero recente dei Pontefici ha evidenziato con chiarezza di dottrina che la devozione e la spiritualità al Cuore di Cristo sono l’architrave di una vita cristiana che nel contempo incarna la duplice fedeltà a Dio e all’uomo. In questo orizzonte si inserisce l’enciclica di Papa Francesco “Dilexit nos”.

L’incontro diocesano dell’Apostolato della Preghiera si svolgerà a Melfi, giovedì 26 giugno nel Salone degli Stemmi, alle ore 17:30; si aprirà con una mia relazione sull’enciclica di Papa Francesco “Dilexit nos” a cui seguirà, in Cattedrale alle ore 19:00, la santa messa giubilare.

L’evento diocesano, che precede la Solennità del Cuore di Gesù, vuole anche aiutare il popolo di Dio a contemplare “il disegno eterno del Padre, dispiegatosi nella Storia della salvezza, (che) si è riavvolto per così dire in Cristo glorificato ed assiso alla destra del Padre” (Ch. A. Bernard).

E’ quanto mai attuale ed urgente riconoscere – come ci ha aiutato a fare durante il suo pontificato Papa Francesco – il mistero pasquale non solo come oggetto di contemplazione, ma quale vera fonte di energia per l’apostolato

Ogni battezzato, ogni discepolo missionario, trova nella conoscenza e nella contemplazione del mistero di Cristo la vera sorgente per vivere pienamente la propria vocazione battesimale e ministeriale per la crescita del Regno di Dio.

In attesa di poterci incontrare giovedì 26 giugno per vivere insieme questo evento giubilare di riflessione e di celebrazione nella luce del S. Cuore di Gesù, vi invito a ringraziare Dio per la vita donata dei nostri sacerdoti e a chiedere al Signore Gesù nuove e sante vocazioni sacerdotali per la nostra Chiesa particolare.

Vi benedico di cuore.

Melfi, 24 giugno 2025 – Solennità della Natività di S. Giovanni Battista

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 

CORPUS DOMINI DI SOLIDARIETA’

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

CORPUS DOMINI DI SOLIDARIETA’

CON I POPOLI CHE SOFFRONO LA FAME

 

L’Eucaristia ‘luogo’ di missione

(anno pastorale 2024-2025)

“Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura (Mc 16, 15).

  

Cari fratelli e sorelle,

  1. domenica prossima 22 giugno celebreremo la Solennità del Corpo e del Sangue del Signore. Il Consiglio Missionario Nazionale, che riunisce rappresentanti di tutte le forze missionarie della Chiesa in Italia, fa eco all’appello del Consiglio Episcopale Permanente della CEI “denunciando l’inaccettabile tributo che intere popolazioni stanno pagando e ribadendo la necessità che il diritto umanitario internazionale sia sempre garantito“. Anche la nostra comunità diocesana non può  ignorare che a Gaza si muore di fame e perciò sente il dovere di sostenere e promuovere azioni concrete di solidarietà che ciascun uomo e donna di buona volontà può fare.
  1. Invito, pertanto, le parrocchie, le comunità religiose e le aggregazioni laicali, perché,  in occasione della prossima festa del Corpus Domini, in cui celebriamo Cristo Pane di vita per tutti, si facciano promotrici di iniziative concrete di preghiera, digiuno e solidarietà verso tutte le persone che, a causa delle guerre e di ogni altra forma di prevaricazione e violenza, patiscono la mancanza di cibo. Ogni comunità, riflesso e presenza di Cristo incarnato, trovi la forma e il tempo per vivere questo gesto concreto di digiuno in unione alle membra sofferenti dell’umanità: “quando un membro soffre, tutto il corpo soffre”. Per ciascuno di noi la solennità del  Corpus Domini sia un occasione forte di solidarietà con i popoli che soffrono la fame.
  1. La liturgia della Parola che ascolteremo domenica prossima ci aiuterà a riconoscere nel mistero eucaristico Cristo Gesù, nostra unica speranza, come il pane vivo disceso dal Cielo e sempre in mezzo a noi. Questo grande mistero è la vera sorgente e il culmine della vita e della missione della Chiesa (SC 10).
  1. Nella vigilia del Corpus Domini del 2023, dando il via al triennio eucaristico, consegnai alla Diocesi le Linee pastorali dal titolo “Nell’Eucaristia nasce e rinasce la Chiesa”; in quella circostanza abbiamo condiviso una tappa importante del “pellegrinaggio” della Visita Pastorale,  annunciandone la data di apertura e costituendo l’equipe dei con-visitatori (10 giugno 2023). Ora ci avviamo alla conclusione di questa singolare esperienza di vita ecclesiale, che ha coinvolto tutte le comunità parrocchiali della nostra Diocesi. Infatti, il prossimo  5 ottobre  – dopo che avrò visitato le comunità di Maschito e San Fele – come già programmato ci sarà la celebrazione diocesana per la chiusura della Visita Pastorale. L’itinerario eucaristico ha di fatto scandito il cammino della Visita e ci sta introducendo contemporaneamente all’esperienza forte del Sinodo diocesano, evento sicuramente impegnativo, ma esaltante. Il Sinodo diocesano è, infatti, a servizio della rinascita della vitalità della nostra Chiesa particolare. La nostra Diocesi, docile ai suggerimenti dello Spirito Santo mediante l‘ascolto assiduo della Parola di Dio, è chiamata ad essere “giovane gioiosa e missionaria” per mostrare a tutti il volto di Cristo e riqualificare l’annuncio.
  1. La Solennità del Corpus Domini ci introduce nel tema del prossimo anno pastorale: L’Eucaristia ‘luogo’ di missione! Le tappe individuate per il triennio pastorale in corso (2023-2026) sono una esplicitazione delle finalità essenziali sia della Visita Pastorale che del prossimo Sinodo diocesano. L’Eucaristia intesa e vissuta come ‘luogo’ di missione ci ricorda che “la celebrazione eucaristica non è infatti solo ‘momento’ funzionale a qualcosa che si deve vivere fuori di essa come se la missione fosse un’altra cosa rispetto al celebrare. No, la Chiesa è missionaria anche quando celebra il suo Signore, lo loda e lo benedice” (Linee pastorali, p. 56). Celebriamo l’Eucaristia per conformarci a Lui e per divenire Chiesa. Dall’Eucaristia nascono i veri discepoli missionari che si sentono amati e inviati per allargare i confini del Regno di Dio. Il Signore risorto in ogni celebrazione eucaristica ci ripete: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.  Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,  prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (cfr. Mc  16, 15-20).
  1. La Missione di annunciare il Vangelo è l’unica ragion d’essere della Chiesa ed il criterio guida per mettere mano a riforme e cambiamenti nelle istituzioni e nelle dinamiche ecclesiali. Questa trasformazione “missionaria” è frutto di una celebrazione eucaristica non solo celebrata ma vissuta ed incarnata. Il congedo della Messa include un forte e chiaro invito alla missione, che la Chiesa, sorretta dall’Eucaristia, preceduta e accompagnata dall’esempio e dall’intercessione di Maria, porta a compimento nell’evangelizzare il mondo odierno. L’Eucaristia ha lo scopo di farci crescere nell’amore di Cristo e nel suo desiderio di portare il Vangelo a tutti.
  1. Carissimi, con la domenica del Corpus Domini nella quale Gesù è posto visibilmente al centro delle nostre comunità e noi, attraverso la processione eucaristica, siamo invitati a camminare con lui lungo le strade delle nostre città e dei nostri paesi, diamo dunque inizio nella preghiera di adorazione al terzo anno del cammino diocesano; chiediamo anche al Signore Gesù di aiutarci a metterci in ascolto dello Spirito e dei segni dei tempi, affinché la nostra Chiesa particolare di Melfi-Rapolla-Venosa, attraverso il Sinodo, si rafforzi nella comunione e sappia riqualificare il modo di annunciare il Vangelo. Maria, la donna eucaristica, tenga sempre aperto il nostro cuore verso i popoli che soffrono la fame e ci aiuti a crescere nella misericordia e nella pace.

Melfi, 20 giugno 2025

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 


Giubileo 2025 – Pellegrinaggio diocesano

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

L’Anno Santo, che la benevolenza divina e la maternità della Chiesa ci donano con il Giubileo 2025, è un dono da accogliere con viva gratitudine.

Tutti dobbiamo sperimentare il dono della Divina Misericordia e gustare il lieto compito di vivere l’anno giubilare come “tempo di grazia”: sarà una preziosa occasione per rigenerare la nostra appartenenza ecclesiale e mettere a frutto la nostra missione di “servi della speranza”, di amici di “Cristo, nostra speranza”.

Il pellegrinaggio è una delle forme privilegiata per vivere nella comunione ecclesiale il camminare insieme.

Papa Francesco, nella bolla di indizione del Giubileo, “Spes non confundit” raccomanda che “nelle Chiese particolari si curi in modo speciale la preparazione dei sacerdoti e dei fedeli alle confessioni e l’accessibilità al sacramento nella forma individuale” (n. 5).

Unitamente a questa indicazione Papa Francesco, ribadisce l’importanza della carità e della misericordia verso i fratelli più deboli e il grande valore pedagogico del pellegrinare.

Approfittiamo di questo “tempo santo” per vivere a livello diocesano il pellegrinare verso Roma per attraversare la porta santa, segno visibile, del cuore di Cristo, spalancato ad accoglierci nelle nostre umane fragilità e modello di uno stile di vita orientato ad essere accoglienti ed inclusivi.

Ogni comunità – parrocchia, comunità religiose – e tutte le aggregazioni laicali sappiano coinvolgere ragazzi, giovani, famiglie, operatori pastorali a vivere la bellezza e la singolarità di questo tempo di grazia.

Attraverso la preghiera, la catechesi e le opere di carità tutti possano gustare la ricchezza di grazia dell’Anno Santo ordinario e la fecondità del cammino pastorale diocesano che ci orienta a vivere l’eucaristia come il grande mistero nel quale nasce e rinasce la chiesa tacendo diventare l’assemblea eucaristica luogo di santità ospitale e di missione.

L’Eucaristia, pertanto, soprattutto in questo anno di grazia, celebrata e adorata, divenga la sorgente e la mente di ogni cammino di Chiesa rendendoci nei fatti e nella verità autentici “pellegrini di speranza” con il portare a tutti la luce vera, quella che illumina ogni uomo: Cristo Gesù, nostro unico salvatore, ieri oggi e sempre.

Melfi, 14 giugno 2025

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 

ANNUNCIO DEL SINODO DIOCESANO DELLA CHIESA DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

Prot. N. 45/2025/VE

 ANNUNCIO

DEL SINODO DIOCESANO

DELLA CHIESA DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA

 

A seguito dell’esperienza della Visita Pastorale (2023-2025) alla Chiesa particolare di Melfi-Rapolla-Venosa, che sta volgendo alla sua conclusione, ho maturato la convinzione dell’opportunità di celebrare un Sinodo diocesano, affinché la nostra Chiesa viva un periodo di intenso discernimento su ciò che deve essere intrapreso per rinnovare l’azione pastorale di fronte alle attuali sfide, per annunciare il Vangelo in modo nuovo e sognare una Chiesa “missionaria” verso la vita delle persone e della società.

E’ per la nostra diocesi il primo Sinodo dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II e il primo dopo la definizione dell’attuale assetto della nostra circoscrizione ecclesiastica; esso nel comune ascolto della Parola di Dio e nel dialogo reciproco con tutte le componenti dell’organismo ecclesiale cercherà di “disegnare” la Chiesa di Cristo che è chiamata ad abitare l’oggi e a protendersi verso il domani, per rigenerare la vita delle nostre comunità, rendendole capaci di comunicare a tutti la “gioia del Vangelo”.

La finalità fondamentale del Sinodo è quella di evidenziare le linee essenziali del volto della Chiesa che ci stimoli a “camminare insieme” valorizzando carismi e ministeri nella prospettiva del futuro.

Il Sinodo trova il suo quadro di riferimento nel cammino pastorale svolto in questi anni e descritto nelle linee pastorali “Comunione e ministerialità” (2018-2020); “Capire e vivere il battesimo per essere Chiesa in uscita” (2020-2023) e “Nell’Eucaristia nasce e rinasce la Chiesa” (2023-2026). L’itinerario pastorale, soprattutto alla luce del cammino in corso, ha trovato durante quest’anno una significativa espressione nel percorso di formazione unitaria improntata al tema “Oltre i confini pastorali. Nuove forme pastorali in un cambiamento di epoca”.  Il tema è stato  proposto, condiviso e meditato negli incontri formativi unitari e soprattutto nel dinamismo proprio della Visita Pastorale, che ha messo in evidenza alcune importanti “urgenze pastorali”.

Ritengo, infatti, urgente e necessario che per sperimentare come lo Spirito del Signore Risorto “genera e rigenera la Chiesa” il punto di partenza debba essere quello di ritrovare il senso di appartenenza ecclesiale, la passione del Vangelo, risvegliare nella coscienza dei presbiteri, dei diaconi, delle persone consacrate e dei laici il desiderio di una Chiesa “giovane, gioiosa e missionaria” (2018).

Per far questo occorre rinnovare anche lo sguardo sul “volto delle parrocchie ” per giungere a costruire un presbiterio fraterno e “missionario” e comunità parrocchiali aperte alla collaborazione pastorale che vivono con convinzione la comunione in una fraternità generatrice di disponibilità ad abbracciare le necessità del nostro territorio diocesano con gratuità e slancio missionario.

Nel perseguire questo obiettivo, il Sinodo – partendo da una lettura realistica della situazione ecclesiale e sociale della nostra Chiesa particolare, mettendosi in ascolto attento della Parola di Dio –  farà costantemente tesoro degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, delle indicazioni pastorali del Magistero del Sommo Pontefice e degli orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana, delle conclusioni della mia prima Visita Pastorale e del magistero dei Vescovi miei immediati predecessori, il servo di Dio S.E. Mons. Vincenzo Cozzi e S.E. Mons. Gianfranco Todisco.

Pertanto, avendo udito il Consiglio Presbiterale nella sessione ordinaria del 20 maggio 2025 e l’Assemblea Diocesana del 2 giugno 2025, a norma della legge canonica,

visti i canoni 461, § 1, e 462 del Codice di Diritto Canonico;

vista l’Istruzione sul Sinodo diocesano delle Congregazioni per i Vescovi e per l’Evangelizzazione dei popoli del 19 marzo 1997 (parte III, lett. A e B);

con la presente lettera

ANNUNCIO FORMALMENTE

che nella Chiesa particolare di Melfi-Rapolla-Venosa, espletati tutti gli adempimenti previsti, si celebri

IL SINODO DIOCESANO.

Con apposito atto provvederò, quanto prima, ad indire formalmente il Sinodo diocesano, a definire gli adempimenti necessari per la preparazione dei lavori ed a stabilire la data della convocazione dell’Assemblea sinodale di apertura del Sinodo.

Al decreto di indizione verrà allegato, come previsto dalle norme vigenti, il Regolamento del  Sinodo diocesano, debitamente promulgato e approvato.

Dispongo infine, che la presente lettera venga comunicata nella giornata di domani, Solennità di Pentecoste, a tutte le parrocchie della Diocesi, affinché ogni fedele possa esserne a conoscenza ed accompagnare il cammino in vista della celebrazione sinodale con un’intensa preghiera, in spirito di amore sincero per la nostra Chiesa particolare, per il buon esito del Sinodo.

Affido sin d’ora il lavoro Sinodale all’intercessione di Maria SS. Madre della Chiesa e ai nostri Santi Patroni Alessandro, Biagio e Felice, insieme con tutti i Santi e Beati della Chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa.

Dato a Melfi, lì 7 giugno 2025 – Vigilia di Pentecoste – Anno giubilare ordinario “Pellegrini di Speranza”.

+ Ciro Fanelli
Vescovo


IL VESCOVO ANNUNCIA IL SINODO DIOCESANO

VIGILIA DI PENTECOSTE 2025

VIGILIA DI PENTECOSTE 2025

IL VESCOVO ANNUNCIA IL SINODO DIOCESANO

Mentre si sta per concludere la visita Pastorale ed il cammino sinodale della Chiesa italiana, nell’anno giubilare “Pellegrini di Speranza”, è arrivato il momento di iniziare il Sinodo diocesano nella nostra diocesi: il primo dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II.

Obiettivo del Sinodo diocesano è il rinnovamento del modo di essere Chiesa e di vivere il Vangelo. Tanti sono i motivi di questa scelta, fra i quali soprattutto l’esperienza della Visita Pastorale. Il Sinodo è un tempo propizio per ripensare la Chiesa di domani, a partire dalla realtà dell’oggi. Dal Sinodo potranno venire indicazioni concrete per questo rinnovamento.

Il Sinodo darà la parola a tutti, perché ciascuno possa dare il proprio contributo e perché dall’ascolto di tutti possano nascere scelte significative ovvero “Generare speranza per costruire futuro”.

Assemblea Diocesana – Praticare la speranza, pellegrini in un cambiamento di epoca

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

Assemblea Diocesana

Praticare la speranza, pellegrini in un cambiamento di epoca

 

Rionero 2 giugno 2025
Centro Pastorale San Gerardo

Alla Chiesa di Dio che è in Melfi-Rapolla-Venosa

Carissimi,

il prossimo 2 giugno concluderemo a Rionero, presso il centro pastorale San Gerardo, in forma assembleare, il percorso annuale di formazione unitaria.

In questo ultimo incontro – aiutati da Centro Studi Missione Emmaus – ci poniamo l’obiettivo di definire la visione di fondo che la nostra diocesi, anche a partire dalla Visita Pastorale, intende vivere e sperimentare nei prossimi anni.

La cornice di riferimento risponde, alla luce del discernimento fatto e del magistero ecclesiale in atto, all’esigenza di essere sempre più una Chiesa evangelica e missionaria, che riesce ad adottare uno stile sinodale caratterizzato dalla corresponsabilità, dall’ascolto e dal dialogo, dal discernimento comune e dall’avviare processi più dell’occupare spazi.

Per incarnare questa visione di comunità cristiana si chiede di acquisire uno stile comune, in grado di suscitare una rinnovata appartenenza alla Chiesa locale.

Questa visione kairologica richiede ora di essere incarnata nelle singole comunità parrocchiali e nel nostro territorio. Evidentemente “i facilitatori” di questo cammino restano gli operatori pastorali: presbiteri, diaconi, persone consacrati e fedeli laici impegnati attivamente nelle parrocchie.

In questo senso un ruolo chiave viene assegnato alla formazione. Una formazione che accompagni, crei le condizioni per generare un cambiamento di “postura” e di sguardo in chi vi partecipa; una formazione graduale che, piano piano, si estenda a tutti; una formazione multi-ministeriale e non separata tra presbiteri, consacrati e laici.

Trattandosi di una Assemblea diocesana, un elemento importante sarà quello favorire il dialogo tra i partecipanti e il loro ascolto sulle prospettive evidenziate sopra. Questo ci permetterà di porre le basi per il “nostro” futuro, per praticare quella speranza incarnandola nella propria realtà, da pellegrini / discepoli missionari, che sanno abitare questo tempo.

Unitamente agli amici della Missione Emmaus, che guideranno la nostra assemblea diocesana, agli uffici di Curia e ai facilitatori dei gruppi di lavoro assembleare, vi saluto tutti fraternamente e vi chiedo di accompagnare questo momento assembleare con la preghiera.

+ Ciro Fanelli
Vescovo