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COMUNICAZIONE DEL VESCOVO CIRCA LA MORTE DI PAPA FRANCESCO

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

COMUNICAZIONE DEL VESCOVO CIRCA LA MORTE DI PAPA FRANCESCO

 

O Dio, che dai la giusta ricompensa agli operai del Vangelo,
accogli nel tuo regno il tuo servo, il Santo Padre, Papa Francesco,
che hai costituito successore di Pietro e pastore della tua Chiesa,
e donagli la gioia di contemplare in eterno
i misteri della grazia e della misericordia
che sulla terra ha fedelmente dispensato al tuo popolo.

 

Invito tutte le comunità parrocchiali, religiose e le aggregazioni laicali a riunirsi in preghiera e a celebrare messe in suffragio del  Santo Padre Papa Francesco.

Per la messa è opportuno utilizzare uno dei formulari proposti dal Messale Romano per le Messe dei defunti «Per il Papa» (pp. 976-977).

Quanto prima comunicherò il giorno in cui a livello diocesano presiederò in Cattedrale a Melfi una santa messa di suffragio alla quale è opportuno che si partecipi tutti.

Il Messale Romano precisa che «questa Messa si può utilizzare dopo aver ricevuto la notizia della morte del Sommo Pontefice» (MR, p. 976).

Mi riservo di comunicare ulteriori informazioni utili per affidare nella comunione ecclesiale alla divina misericordia un vero discepolo missionario del Signore Risorto e il Pastore innamorato del Vangelo, servitore della chiesa e difensore dei poveri.

In comunione.

21 aprile 2025 – Lunedì dell’Angelo

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 

Indicazioni liturgiche e preghiera per il Papa defunto

 

Papa Francesco


MESSA DEL CRISMA NEL GIUBILEO 2025 “PELLEGRINI Di SPERANZA” – Lettera del Vescovo

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

MESSA DEL CRISMA NEL GIUBILEO 2025 “PELLEGRINI DI SPERANZA”

Melfi – Basilica Cattedrale – Mercoledì santo 16 aprile 2025 – ore 18:00

 

Cari fratelli e sorelle,

in questo tempo di grazia, che è l’Anno Giubilare 2025, ci incamminiamo come “Pellegrini di Speranza” verso la celebrazione del mistero pasquale sorgente viva della speranza cristiana. Quest’anno la celebrazione della Pasqua assume un significato tutto particolare: il Giubileo, infatti, ci impegna ad essere veri costruttori di pace, e quindi di speranza, in questo nostro mondo profondamente lacerato da lotte e discordie.

Liturgicamente, secondo un’antica tradizione, ci appresteremo a varcare la soglia del triduo pasquale radunandoci come comunità ecclesiale per la celebrazione della Messa Crismale. Essa si colloca al centro della Grande Settimana Santa in cui rivivremo i misteri centrali della nostra Fede.

La Messa del Crisma è l’epifania della Chiesa locale. Essa si caratterizza come la “manifestazione della comunione dei Presbiteri con il proprio Vescovo nell’unico e medesimo sacerdozio e ministero di Cristo”, chiamata e costituita al fine di allargare i confini del Regno di Dio nel tempo e nello spazio unitamente a tutti i battezzati.

A questa Messa, infatti, insieme a tutte le componenti del popolo santo Dio, partecipano in special modo i Presbiteri, quali cooperatori del vescovo nella consacrazione del crisma e collaboratori nella guida pastorale delle comunità parrocchiali, nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza della carità per comunicare il volto attrattivo della Chiesa. La Visita Pastorale, che si sta per concludere, infatti, ci ha aiutato a scoprire la gioia e la bellezza di essere Chiesa.

La Messa del Crisma è liturgicamente il momento più alto per rafforzare la nostra appartenenza a Cristo Gesù e per sentirsi un’unica comunità radunata nel nome della SS. Trinità.

La messa del Crisma quest’anno consegnerà simbolicamente ad ogni parrocchia il compito di essere “luogo di santità ospitale” per aiutare l’umanità a camminare, attraverso i sentieri, a volte tortuosi e ripidi, della storia, con la forza della forza dello spirito Santo e la luce del Vangelo, verso la Pasqua Eterna.

Come ogni anno, anche per offrire maggiore possibilità di partecipare a tutte le componenti del Popolo di Dio pellegrinante nella nostra Chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa,

celebreremo

LA SANTA MESSA CRISMALE

nel pomeriggio di mercoledì santo,

il 16 APRILE ALLE ORE 18:00

nella Cattedrale di Melfi.

Invito, pertanto, tutti con particolare calore – i Sacerdoti, i Diaconi, le Religiose e i Religiosi, i componenti dei Consigli Pastorali, le famiglie, i cresimandi, gli operatori pastorali, i componenti delle aggregazioni laicali – a partecipare.

Ai Parroci chiedo di informare le rispettive comunità ed incoraggiare quest’anno la partecipazione alla Messa del Crisma in forma di pellegrinaggio Giubilare, essendo la Cattedrale una delle quattro Chiese giubilari della Diocesi.

L’Ufficio liturgico diocesano farà giungere quanto prima le indicazioni pratiche relative alla partecipazione alla celebrazione. Vi aspetto numerosi.

Con la circostanza mentre chiedo la vostra preghiera per il mio ministero pastorale in mezzo a voi, vi assicuro la mia costante preghiera e vi benedico tutti di cuore nel nome del Signore Gesù, nostra unica speranza.

Da Ruvo del Monte, 6 aprile 2025 in occasione della Visita pastorale.

 

+ Ciro Fanelli
Vescovo

 

 


Piccoli Pellegrini di Speranza – Giubileo diocesano di bambini e ragazzi

Piccoli Pellegrini di Speranza

Giubileo diocesano di bambini e ragazzi

1 maggio 2025 -Santuario di Pierno

Il Giubileo indetto dal Papa per il 2025 è per tutti un’occasione di Grazia, in cui sperimentare intensamente la gioia del tornare a Dio, dell’appartenere alla Chiesa, dello sperare insieme a tutta l’umanità un mondo nuovo, più giusto e più fraterno.

Desideriamo condividere questo “dono” anche con i nostri bambini e ragazzi vivendo insieme una giornata che li metta al centro e li faccia essere protagonisti.
Invitiamo, per vostro tramite, tutte le Comunità parrocchiali della diocesi a partecipare giovedì 1 maggio 2025 presso il Santuario della Madonna di Pierno al Giubileo diocesano di bambini e ragazzi per essere anche loro Piccoli Pellegrini di Speranza”.

Mons. Ciro Fanelli accompagnerà i Piccoli Pellegrini in questo pellegrinaggio.

Catechisti, genitori e i Piccoli Pellegrini sono invitati ad iscriversi al Giubileo entro sabato 5 aprile 2025 tramite il Responsabile/catechista della propria parrocchia a ucd.melfi@gmail.com con il modulo che viene inviato in allegato insieme alla locandina.

Chiediamo, cortesemente, di rispettare la scadenza indicata per comprensibili motivi legati alla logistica, suggeriamo un abbigliamento comodo per tutti.

Ad ogni pellegrino verrà consegnato un gadget, a tutti chiediamo un contributo di partecipazione di €.5,00 che andrà a sostenere un progetto della Fondazione Missio come abbiamo già fatto in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini il 26 maggio 2024 a Rionero in Vulture. Domenica 23 marzo, al II Incontro di Formazione Unitaria consegneremo la Locandina ad ogni Parrocchia.

Certi che accoglierete questo invito, vi auguriamo di proseguire il cammino che ci vede protesi tutti insieme verso la Pasqua.

Venosa, 16 marzo 2025

L’Equipe diocesana dell’Ufficio Catechistico
Suor Barbara, Gennaro, Giuseppina,
Lucia, Marilena, Savina e Angela

Per prepararsi al Giubileo diocesano di bambini e ragazzi

Materiali utili per la preparazione

Note tecniche

Brochure Giubileo


La parola N. 7 marzo 2025

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L’editoriale

HOPE

Speranza. È questo il tema che abbiamo scelto per il numero di marzo del nostro giornale diocesano. Una parola che rimbalza con particolare energia in questo anno giubilare diventando protagonista del motto ufficiale “pellegrini di speranza”. Un motto che rimanda ad uno sguardo sulla virtù della speranza, fondamento della vita cristiana insieme alle altre due virtù teologali che sono la fede e la carità. Un richiamo ad essere tutti responsabili costruttori di un mondo migliore. Il logo scelto per il Giubileo è un’immagine con quattro figure stilizzate che indicano l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. “Una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e la fratellanza che devono accomunare i popoli, con l’apri fila aggrappato alla croce” ha spiegato Mons. Fisichella durante la presentazione del logo. La parte inferiore della Croce, poi, si prolunga trasformandosi in un’ancora, metafora della speranza, che si impone sul moto ondoso così come attraversato dalle onde è il cammino della vita. Una virtù, la speranza, che il nostro Vescovo nel suo intenso editoriale ci ricorda essere la “virtù creativa per antonomasia”. E in questo numero abbiamo cercato di raccontare le varie sfaccettature della speranza che coinvolgono la nostra Diocesi. Speranza come accoglienza nella storia del giovane Daniel che, partito dall’Etiopia con la sua mamma, dopo tante sofferenze, arriva in Basilicata per ricevere cure mediche e trova una casa e tanto affetto. Speranza come sogno di un futuro migliore nei seminari di vita nuova tenuti nelle carceri. Speranza di guarigione dalla malattia o accettazione del dolore in un abbraccio che avvicina a Dio. Speranza che porta alla pace. Speranza che ci fa pellegrini raccontando il Giubileo delle comunicazioni sociali. Speranza che abbiamo immaginato come una strada, come quella raffigurata in copertina. Una strada di cui intuiamo solo un pezzo. Una strada dritta o tortuosa. Una strada, quella della speranza, che vorremmo sempre seguire per cercare di compiere la volontà di Dio.

Lucia Nardiello
Direttore Responsabile

La parola N.7Indice

SUPERARE INSIEME LA CRISI IDRICA NELLA VALLE DELL’OFANTO E DEI TERRITORI DI LAVELLO, MELFI E MONTEMILONE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

APPELLO

SUPERARE INSIEME LA CRISI IDRICA

NELLA VALLE DELL’OFANTO E DEI TERRITORI DI LAVELLO, MELFI E MONTEMILONE

 

  1. Unisco la mia voce a quella degli agricoltori della Valle dell’Ofanto e dei territori di Lavello, Melfi e Montemilone che chiedono risposte urgenti per dare certezza al loro lavoro e alle loro famiglie. Infatti, sia in occasione della Visita Pastorale e sia in queste ultime, ore ho accolto con profonda e sincera apprensione l’allarme che si leva dagli agricoltori della Valle dell’Ofanto e dei territori di Lavello, Melfi e Montemilone. Essi sono i custodi di una terra generosa, oggi messa a dura prova dall’emergenza idrica e dalla crisi industriale, due piaghe che scuotono non solo la sicurezza delle nostre comunità del Vulture-Melfese, ma anche le nostre coscienze. La siccità e la gestione delle risorse idriche hanno prostrato un intero comparto, quello agricolo in particolare, con conseguenze drammatiche per il lavoro, le famiglie e il tessuto sociale del nostro territorio.
  2. In questo problematico contesto, che accentua sofferenze e incertezze, apprendo con soddisfazione che la Regione Basilicata ha assegnato fondi per il recupero della Diga del Rendina. Questa scelta può diventare un segno di speranza e può contribuire a far ripartire una possibilità concreta di riscatto del nostro territorio e del mondo agricolo in particolare; auspico che questa attenzione si possa concretizzare così da far diventare l’attenzione al mondo agricolo una delle priorità strutturali per la crescita economica delle nostre comunità; infatti, l’agricoltura è una delle vocazioni specifiche della terra di Basilicata. Confido, pertanto, nell’impegno di quanti hanno ruoli di responsabilità nelle istituzioni. Questa infrastruttura potrebbe diventare un’opera segno nella nostra Regione, tale da poter sostenere sforzi e fatiche dei nostri agricoltori ed aprire in questo modo anche squarci concreti di opportunità per il futuro.
  3. Il mio auspicio è che nel dialogo franco e collaborativo fra tutte le forze in campo, animate dal bene comune, si possa operare con unità di intenti e fermezza d’azione per salvaguardare un bene di eccellenza della nostra Regione. Chiedo, a coloro che hanno responsabilità istituzionali, di mettere in campo ogni sforzo, anche ricorrendo a misure straordinarie, per dare concretezza ad attese e speranze!
  4. Dalle interlocuzioni che ho avuto in queste ultime ore con i rappresentanti del mondo agricolo della Valle dell’Ofanto e dei territori di Lavello, Melfi e Montemilone, resto sempre più convinto che non solo è imprescindibile un impegno corale delle istituzioni, ma anche che si debba procedere con tempestività, scongiurando ritardi e inefficienze. L’acqua, insegna Papa Francesco facendo eco alla Dottrina sociale della Chiesa, non è solo una risorsa: è un diritto fondamentale. È condizione essenziale per la dignità di chi, con fatica e sacrificio, coltiva la terra e nutre le nostre comunità; in ogni messa il Sacerdote celebrante presentando il pane per l’Eucaristia prega dicendo: “benedetto sei tu Signore, Dio dell’universo, dalla Tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo”.
  5. Per questa ragione, umilmente, spinto unicamente dalla paternità evangelica, senza invadere competenze e ruoli altrui, unisco la mia voce a quella di quanti chiedono un intervento rapido e risolutivo. La dichiarazione dello stato di emergenza idrica potrebbe essere una via da percorrere. C’è, infatti, l’urgenza assoluta da parte degli agricoltori di avviare l’annuale programmazione agricola.
  6. Agli agricoltori, ai lavoratori dell’indotto e alle loro famiglie esprimo la mia più sentita e paterna vicinanza e solidarietà. La loro “battaglia” per l’acqua è una battaglia di giustizia, di dignità e di futuro. Come cristiani, non possiamo rimanere indifferenti davanti alle sofferenze di chi, con il proprio lavoro quotidiano, contribuisce al bene comune e alla solidità economica della propria famiglia. Solo camminando insieme, con fiducia e senso di responsabilità, si può fare in modo che l’acqua torni a essere fonte di vita e di prosperità per la nostra terra.

Melfi, 24 marzo 2025.

+ Ciro Fanelli
Vescovo


La Sindone tra scienza e fede

Mercoledì 26/03/2025 ore 18:30 - Chiesa Madre Rionero

La Sindone tra scienza e fede

Mercoledì 26/03/2025 ore 18:30 – Chiesa Madre Rionero

 

In preparazione alla antica processione del sabato santo di Rionero in vulture, espressione della devozione popolare alla passione di Cristo, si organizza una conferenza sulla sacra sindone dal titolo: la sindone tra scienza e fede.
Questo tema sarà trattato dalla dottoressa Emanuela Marinelli sindonologa di fama mondiale, autrice di numerose pubblicazioni sulla sindone, medaglia d’oro al merito della cultura cattolica e cavaliere della repubblica italiana.
La dottoressa Marinelli sarà collegata in diretta streaming con la Chiesa Madre di Rionero in Vulture alla presenza di monsignor Ciro Fanelli che concluderà l’incontro.

Questa serata sulla sindone rientra tra gli eventi che caratterizzano le celebrazioni del bicentenario della fondazione della Confraternita Maria SS. del Carmelo di Rionero, fondatrice e organizzatrice della importante processione del sabato santo, che si avvale della preziosa collaborazione di validissime signore professioniste.

La confraternita e la parrocchia propongono questo incontro come un mezzo significativo per preparare la manifestazione dal punto di vista culturale e spirituale.

Ci metteremo davanti alla sindone attraverso la scienza e la fede, due vie necessarie per guardare l’uomo dei dolori che ha impresso sul sacro lino il suo volto santo. La scienza ne dimostra l’autenticità e la fede ci spinge ad amare e a contemplare Gesù che per noi ha sofferto e offerto la sua vita per amore.

La sindone è il luogo del sabato santo dove si trova Gesù morto ma anche risorto. Un corpo che mostra evidentemente le sofferenze e le ferite, ma che ha impresso e irradiato la luce della resurrezione.

In tale occasione sarà esposta nella Chiesa Madre di Rionero una copia della sindone a grandezza naturale che rientra nell’ambito di una iniziativa chiamata ostensione diffusa in tante chiese d’Italia in occasione del giubileo in corso.

Formazione unitaria – Oltre i confini pastorali

Domenica 23/03/2025 ore 15:30 - 20:00 Chiesa di San Gerardo Rionero

Un ministero tutto relazionale

 

La visione di Chiesa che, dal concilio a oggi, costituisce l’orizzonte ultimo entro cui si vanno maturando consapevolezze e orientamenti in ordine alle dinamiche proprie della sinodalità, permette di cogliere e interpretare la collocazione e la funzione dei ministri ordinati anzitutto nel e per il popolo di Dio.
È proprio la missione messianica di tale soggetto collettivo a costituire il contesto e la ragione teologica a partire dai quali poter individuare il novum che l’ultima assise conciliare ha riconosciuto come specificità del ministero ordinato. Si tratta di un’unica missione che coinvolge tutti i battezzati e che si realizza per vie molteplici, tante quante sono le forme di vita e di ministeri presenti e operanti nella Chiesa. In un orizzonte del genere, caratterizzato da una ministerialità diffusa e plurale, il ministero della guida non può configurarsi solo come l’esercizio di un potere da esercitare su alcuni sudditi, coinvolti esclusivamente nell’esecuzione di una scelta operata da altri, ma piuttosto deve mostrarsi come l’esercizio di una funzione necessaria e specifica nel e per una missione, realizzata insieme ad altri, che sono protagonisti corresponsabili nella costituzione del soggetto collettivo. In tal senso non è possibile immaginare una figura di ministero ordinato interpretabile in senso assoluto, ossia svincolato da quelle relazioni che fanno emergere la specificità del suo servizio ecclesiale. Nella circolarità di tali relazioni vanno considerate anzitutto quelle dei presbiteri con il vescovo. Quest’ultimo – come afferma il Vaticano I nel terzo capitolo di LG – governa una Chiesa particolare esercitando una potestà, in nome di Cristo, per edificare la comunità, al contempo preservandone l’unità e curando il coinvolgimento attivo di tutti. La sua funzione di leadership non lo colloca in una posizione isolata e frontale rispetto all’intero corpo ecclesiale; posizionato all’interno dello stesso, invece, il suo ministero coinvolge tutti in una dinamica di corresponsabilità, nella promozione della pluralità dei carismi e dei percorsi di vita credente di ciascuno. In modo particolare quello con i presbiteri, suoi primi collaboratori riconosciuti «quali figli e amici» (LG 28), è un rapporto contraddistinto da familiarità e confidenza, presupposti essenziali per esercitare le funzioni di guida in un accordo comune e tenendo fede al bene di tutta intera la Chiesa particolare. Non è un caso che il Vaticano II, a tal proposito, abbia riscoperto il valore del presbiterio per sottolineare la natura comunionale del ministero dei preti, indicando nella via della fraternità sacramentale una forma non autarchica e isolata per l’esercizio dell’autorità e del potere, ma con il vescovo e il collegio dei presbiteri appunto.
Un’acquisizione del genere non può essere data per scontata, soprattutto per le conseguenze da essa derivanti in ordine alla messa in opera di processi e dinamiche ecclesiali che abbiano realmente un respiro sinodale. Nella vita ecclesiale lo stile di un lavoro condotto insieme non è anzitutto il frutto di criteri di efficienza o di razionalizzazione, ma proviene da una corretta interpretazione della cura animarum.
È per il servizio al bene dei fedeli che il lavoro insieme trova la propria giustificazione. Tra l’altro uno stile del genere protegge dalla tentazione di appropriarsi del proprio ministero e del potere che vi è legato. Di non minore importanza è la considerazione che si deve prestare alle relazioni tra ministri ordinati e laici. Questi ultimi partecipano all’unica missione ecclesiale interpretando la specificità della propria identità e condividendo, per la loro parte, l’esercizio della leadership attraverso tutto quello che può contribuire al bene della Chiesa, all’edificazione della comunità e della sua missione. Questa rete di relazioni si alimenta attraverso i contributi specifici che i laici, in modo particolare, possono offrire a favore di percorsi di sinodalità ecclesiale nonché mediante un riconoscimento e una adeguata promozione della dignità e della responsabilità degli stessi nella Chiesa da parte dei ministri. Anche tale ambito relazionale, pur affermato ormai dai tempi del concilio, non pare ancora recepito del tutto nelle consapevolezze ecclesiali e nei processi sinodali, sia per via di forme di esercizio del ministero della guida ancora troppo ingombranti e sia anche per velate e, per certi versi, volute espressioni di assoggettamento all’autorità e al potere dei ministri da parte di laici, abituati piuttosto a una logica di delega. Anche per queste ragioni il tema della leadership è oggi quanto mai decisivo; è necessario conoscerne le potenzialità anche per individuare le vie migliori che rendano praticabile l’autorità e le forme di potere possibili nel Noi ecclesiale.

(Fonte: V. Mignozzi, Tra voi non è così: quale leadership per una chiesa sinodale?, in Centro di Orientamento Pastorale, Redazione web – 28 gennaio 2023)

Il Vescovo Fanelli sulla tragica morte di un giovane detenuto nella Casa Circondariale di Melfi

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

COMUNICATO

Il Vescovo Fanelli sulla tragica morte di un giovane detenuto nella Casa Circondariale di Melfi.

“Una sconfitta per tutti, necessità di un vero cambiamento”

 

Con profonda tristezza e dolore, la Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa ha appreso della morte per suicidio di un giovane detenuto tunisino di 25 anni da pochi giorni assegnato presso la Casa Circondariale di Melfi.

Una tragedia che colpisce l’intera comunità e che interpella le nostre coscienze sulla condizione anche psicologica dei detenuti.

La perdita di una vita umana è sempre un dramma che come cristiani e cittadini non può lasciarci indifferenti.

Pur non essendoci nel penitenziario di Melfi sovraffollamento di detenuti, la morte di questo giovane tunisino apre la riflessione sul sistema carcerario.

Ancora una volta, in molti istituti penitenziari, oggi si evidenziano la fragilità e la sofferenza di chi si trova a vivere in situazioni di estrema solitudine, che possono spingere alla disperazione e a gesti irreparabili.

Ogni suicidio rappresenta una sconfitta per la società, chiamata a garantire la cura e la solidarietà, condizioni indispensabili per offrire ad ogni detenuto nel rispetto della giustizia, la dignità e la speranza di riscatto.

Questo drammatico episodio riporta al centro del dibattito la grave condizione delle carceri italiane, segnate dal sovraffollamento e dalla carenza di risorse umane e strutturali adeguate.

È necessario un impegno concreto da parte di tutti, affinché le carceri non siano solo luoghi di giusta espiazione, ma ambienti in cui sia possibile avviare un cammino di cambiamento e riscatto.

Esprimo, pertanto, la mia vicinanza alla famiglia del giovane scomparso, ai detenuti, ai dirigenti e al personale della Casa Circondariale di Melfi ea tutti coloro che ogni giorno combattono per rendere il sistema penitenziario più umano e giusto.

Come comunità cristiana, siamo chiamati a non voltare lo sguardo dinanzi a queste tragedie, ma a farci promotori di un vero cambiamento.

Melfi, 16 marzo 2025

+Ciro Fanelli
Vescovo