Carissimi Parroci,
l’emergenza legata alla diffusione del COVID-19 oltre che sanitaria, sta diventando sempre più sociale. Colpisce soprattutto chi già viveva situazioni di difficoltà o di fragilità, creando nuove situazioni di povertà.
Alla luce della lettura dei bisogni reali del nostro territorio diocesano di fronte all’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia di Covid-19, anche la nostra Chiesa diocesana, attraverso la Caritas, ha attivato tutte le sue dimensioni, materiali e spirituali, senza dimenticare i più poveri e vulnerabili.
Occorre evidentemente proseguire su questa linea avviando una grande gara di solidarietà e cura.
Essa anzi ha mille aspetti, mille volti, fino ad arrivare al sacrificio estremo della propria vita, come tanti medici, suore e preti stroncati dal Covid-19.
Attraverso la BCC di Gaudiano abbiamo aperto un servizio di prestito a famiglie e piccole imprese a conduzione familiare.
Tra i destinatari delle opere di carità messe in campo dalla diocesi attraverso la Caritas ci sono i malati, ma anche i lavoratori precari, le famiglie disagiate, gli anziani soli che non possono nemmeno uscire a fare la spesa e i “preferiti di Dio” che la crisi in atto rischia di far cadere nel dimenticatoio.
La crisi colpisce tutti, ma a pagarne di più le conseguenze, come sempre, sono le fasce sociali più deboli. Saremo vicini a queste fasce anche attraverso i contributi CEI destinati alle Caritas diocesane.
Abbiamo avviato un’attività di ascolto telefonico “In ascolto con il cuore” per anziani soli e persone fragili.
Abbiamo avviato contatti con la Caritas di Bergamo per far dono al Vescovo di Bergamo di alcuni ventilatori polmonari.
Manteniamo contatti con i presidi ospedalieri presenti sul territorio diocesano e con il carcere per offrire, nelle modalità che riterranno necessarie, contributi qualora insorgessero emergenze.
Circa quanto concretamente ad oggi è stato fatto possiamo relazionare nel modo seguente.
1) La Caritas diocesana, grazie all’impegno dei volontari, non cessa di garantire i propri servizi rimodulandoli alla situazione contingente, operando in condizioni via via più difficili sempre con le opportune precauzioni (mascherine, guanti, ingressi contingentati, ecc).
a. In molti casi si è dovuto far fronte a problematiche nuove. Abbiamo attivato servizi domiciliari per la distribuzione di beni alimentari, numeri telefonici dedicati per raccogliere i bisogni delle persone costrette in casa, anziani soprattutto.
b. In quasi tutti i comuni la Caritas collabora con i C.O.C (Centro Operativo Comunale). Sono organismi di supporto ai Sindaci, quali autorità di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione in caso di calamità.
c. Nei Comuni dove opera il Centro di Ascolto le attività di aiuto vengono svolte dagli operatori in collaborazione con i Parroci, mentre negli altri comuni direttamente dalle Caritas Parrocchiali con l’aiuto ed il sostegno della Caritas Diocesana.
2. In molti casi si sono resi necessari, certamente si renderanno ancora, interventi straordinari rispetto al passato.
a. Una delle necessità più urgenti resta proprio quella degli aiuti alimentari. Già prima di questa emergenza i Centri d’Ascolto e le Caritas parrocchiali avevano erogato beni e servizi materiali (viveri, vestiario, prodotti per l’igiene personale, ecc.) in loro dotazione proveniente dai prodotti della FEAD.
b. In questo periodo tutte le Caritas segnalano purtroppo un aumento significativo delle richieste di aiuti alimentari dal 20 al 50%, nelle varie forme in cui sono stati rimodulati i servizi.
c. Fondamentale è dunque la collaborazione con i supermercati, lì dove ci sono, con carrelli per le donazioni perché consente di reperire beni di prima necessità.
3. Lì dove ciò non è possibile diventa necessario l’acquisto e la distribuzione dei viveri e di altri beni materiali. Si chiede di documentare le spese attraverso fatturazione in modo da poter documentare le somme erogate ed il loro utilizzo.
4. Questa emergenza ci deve far sentire tutti uniti e solidali e non ci stancheremo di starvi accanto nelle modalità che riterrete opportuno.
a. Come comunità ecclesiale siamo chiamati a pensare nuove forme di carità e, come ci ha ricordato Papa Francesco, a “riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa”.
b. Per far fronte a questa emergenza, che vede ancora una volta esposte le persone più fragili, la Caritas Diocesana rinnova l’appello a tutti alla solidarietà concreta invitando a sostenere – direttamente o per suo tramite – le iniziative e gli interventi mirati in favore delle persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie.
5. E per questo ha già lanciato, subito dopo il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri circa le misure sanitarie da adottare per contenere il diffondersi del contagio da Covid-19 la Campagna “LA CONCRETEZZA DELLA CARITÀ: DONARSI E DONARE” LA DIOCESI DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA E L’EMERGENZA COVID-19 presentata in un comunicato dalla Diocesi del 24 marzo 2020 ed inviatovi per posta elettronica.
IL DIRETTORE CARITAS IL VESCOVO
Dott. Giuseppe Grieco + Mons. Ciro Fanelli
Per far fronte a questa emergenza, che vede ancora una volta esposte le persone più fragili, la Caritas Diocesana rinnova a tutti l’appello alla solidarietà concreta invitando a sostenere le iniziative e gli interventi mirati della Diocesi in favore delle persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie. È possibile sostenere gli interventi, utilizzando il bonifico bancario (causale “Emergenza Coronavirus”) tramite:
INTESTAZIONE: DIOCESI DI MELFI RAPOLLA VENOSA CARITAS DIOCESANA
BANCA: BANCA CREDITO COOPERATIVO DI GAUDIANO LAVELLO – FILIALE DI MELFI
IBAN: IT 39 O 08554 42100 000000 403566