MESSAGGIO DEL VESCOVO AL MONDO DELLA SCUOLA

Riparte un nuovo anno scolastico, tra speranze e preoccupazioni.

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI–RAPOLLA-VENOSA

BUON ANNO SCOLASTICO!

Carissimi,

  1. dopo la dura e lunga esperienza delle restrizioni determinate dalla pandemia, nelle nostre scuole ci si sta preparando per iniziare il nuovo anno scolastico in sicurezza e in presenza, nella speranza di poter finalmente tornare a vivere la scuola gli uni accanto agli altri anche fisicamente, giorno dopo giorno. A tutti e ad ognuno rivolgo innanzitutto una parola di incoraggiamento in un momento in cui la complessità delle norme da osservare per garantire la salute di tutti e per assicurare il contenimento degli eventuali contagi costituisce ancora un motivo di preoccupazione. Desidero anche in amicizia, ma con grande rispetto e gratitudine, manifestare la stima e la vicinanza della comunità ecclesiale agli studenti, alle famiglie, ai docenti, ai dirigenti e al personale non docente.

 

  1. Con questo mio messaggio voglio in particolare raggiungere le studentesse e gli studenti, veri protagonisti della scuola e costruttori non solo del nostro comune futuro, ma già oggi parte essenziale del nostro presente. La società odierna, soprattutto in questo difficile momento storico, deve guardare alle nuove generazioni per costruire un nuovo tempo di speranza. La scuola ha un ruolo fondamentale: catalizzare tutte le energie possibili sui giovani per costruire insieme ad essi un mondo nuovo, più rispettoso dei diritti e della dignità umana, più consapevole dei doveri di giustizia ed equità, più responsabile del creato e delle risorse naturali.

 

  1. È dalla scuola che possiamo iniziare a “pensare e generare un mondo aperto”, come chiede papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”, perché è il luogo del dialogo e dello scambio intergenerazionale, nel quale è possibile aprirci insieme a forme concrete di incontro per aiutare il mondo giovanile a superare le difficoltà di questo tempo, che spesso pesano sulle nostre comunità e famiglie e che non possiamo ignorare. Con papa Francesco voglio ringraziare tutti i docenti, che pur tra tante fatiche e difficoltà, svolgono un ruolo educativo importantissimo. Non dobbiamo dimenticare che “insegnare è un lavoro bellissimo, perché consente di veder crescere giorno per giorno le persone che sono affidate alla nostra cura. È un po’ come essere genitori, almeno spiritualmente. È una grande responsabilità”.

 

  1. La scuola, infatti, è uno dei luoghi privilegiati di impegno non solo culturale, ma anche etico e sociale. Essa è pienamente comunità educante, e costituisce una delle sintesi più efficaci di umanità e di professionalità poste a servizio della formazione dei più giovani e del bene comune. La nostra gioventù è il segno più concreto e vivo della bellezza della vita e del sogno di Dio sull’umanità. La famiglia con la scuola e, per quanti fanno un cammino di fede, anche con la parrocchia, sono lo spazio privilegiato dove si cresce e ci si esprime con i propri talenti personali per arricchirsi, per impreziosire la comunità e per scoprire la propria vocazione a come meglio contribuire materialmente e spiritualmente alla crescita della società. Perciò, come ci ricorda Papa Francesco, bisogna prendere atto dei mutamenti che hanno riguardato sia la famiglia sia la scuola, e rinnovare l’impegno per una costruttiva collaborazione – ossia, ricostruire l’alleanza e il patto educativo – per il bene dei ragazzi e dei giovani.

 

  1. A voi ragazze e ragazzi dico: siate entusiasti, non scoraggiatevi; non permettete che le ingiustizie e le prevaricazioni vi fermino. Siate positivi, allontanate dal vostro cuore il pessimismo. Non sentitevi inadeguati: ognuno di voi è prezioso, ha un valore inestimabile. Abbiate sogni grandi per il vostro futuro; coltivate desideri forti; nutrite la vostra intelligenza di verità; innervate le vostre relazioni di amicizie autentiche; lasciatevi affascinare dalla ricerca del bello. Lo studio, con la sua disciplina, a volte anche faticosa, vi aiuterà a camminare con sicurezza verso questi traguardi. Questa terra ha bisogno di voi e della vostra formazione. “Studiare” non è tempo perso; il tempo che dedicate allo studio è tempo guadagnato, per voi stessi e per gli altri.

 

La scuola è continuamente chiamata a trasformare le energie giovanili, sapendo che lo studio serio e qualificato permette sia il riscatto personale e collettivo che una visione matura di ciò che è bene locale e di ciò che è bene globale.

Buon anno scolastico, allora! Vi saluto con stima e amicizia.

Melfi, 2 settembre 2021

+ Ciro Fanelli
Vescovo