IDEE PER “RI-PARTIRE”…

Chiamati a riscoprire e a vivere la DIGNITÀ BATTESIMALE - Figli nel Figlio e fratelli nella Chiesa

Ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose,
alle comunità parrocchiali,
agli operatori pastorali e agli organismi diocesani

Carissimi,

mentre ci prepariamo ad entrare nella “Fase 2” dell’emergenza sanitaria e ad accogliere le nuove disposizioni governative che consentiranno la ripresa  –  sia pure in modo graduale e controllato – della vita sociale dopo la lunga e dolorosa battuta d’arresto dovuta alla diffusione del Covid-19, desidero tornare a dialogare con voi per riprendere il nostro cammino diocesano e per preparare progressivamente la ripresa della vita delle nostre comunità e dei servizi pastorali.

La constatazione che la pandemia ha bloccato tutti i programmi e che continua a chiederci di modificare ancora in modo radicale tutti i rapporti sociali, ci costringe anche come comunità ecclesiale a maturare e strutturare un diverso modo di pensare, ad assumere atteggiamenti nuovi e a cercare nuove vie per servire il popolo. Questa rimodulazione pastorale, a cui saremo inevitabilmente costretti, passerà evidentemente anche attraverso la recezione attenta delle disposizioni che saranno emanate dalle Autorità.

Questa particolare e inconsueta situazione spinge tutti a fare una profonda riflessione. Anche noi, come comunità cristiana, siamo chiamati a fare una lettura di ciò che è accaduto e di ciò che sta accadendo. La nostra lettura, evidentemente, pur abbracciando tutti gli aspetti umani, sociali, economici e sanitari coinvolti, non potrà non essere – come ha detto la CEI in una recente nota – una “lettura spirituale e biblica”. In questa lettura secondo molti osservatori è importante ricordare che ad oggi una cosa è certa: “la ripresa non sarà contraddistinta da ritmi e abitudini precedenti alla crisi”.

Questo tempo di pandemia, tra le tante priorità, ci porta anche a ridare uno spazio nuovo ad alcuni aspetti del nostro agire ecclesiale (la preghiera, l’intercessione, ecc …), che pur essendo stati sempre presenti nell’esercizio della vita della Chiesa, oggi richiedono comunque una consapevolezza rinnovata e una evidenza maggiore.

Alla luce della complessità e delicatezza della situazione, rinnovo la mia gratitudine a tutti i nostri sacerdoti perché sono “sentinelle di speranza e di carità”; ringrazio anche la Caritas diocesana, i Centri di ascolto e le Caritas parrocchiali per il prezioso e faticoso servizio che stanno svolgendo per rispondere ai molteplici ed  emergenti bisogni delle fasce più deboli della nostra gente (poveri, famiglie senza lavoro, ecc…).

Spero, quanto prima, di comune accordo con i confratelli Vescovi della Basilicata, di comunicarvi – come già vi preannunciavo nella mia lettera sulle disposizioni per la celebrazione dei Riti della Settimana Santa – la data della Messa Crismale, con la quale riprenderemo comunitariamente il nostro cammino diocesano. La data, evidentemente, potrà essere decisa solo con la modifica delle restrizioni in vigore e di comune accordo con le altre diocesi lucane.

 Invece, circa il cammino pre-convegno e post-convegno è chiaro che dovrà essere tutto opportunamente rivisto. Nel frattempo, però, vi faccio giungere lo strumento di lavoro – approvato nel Consiglio Presbiterale del 25 febbraio u.s. –   che doveva essere il sussidio di riflessione con il quale le singole comunità parrocchiali, coinvolgendo tutti gli operatori pastorali, avrebbero dovuto avviare formalmente il percorso di preparazione al Convegno Pastorale Diocesano.

Purtroppo, la situazione attuale – determinata dai divieti governativi – ci impone ancora di rinviare tutte le iniziative pastorali fino al momento in cui rientrerà completamente l’emergenza sanitaria. Ciò non toglie, però, che questo tempo – per quanto difficile – potrà essere utilizzato anche per mentalizzare, con maggiore lucidità e riflessione, mete, motivazioni e percorsi da attuare per riavviare in maniera propositiva e significativa il nuovo cammino pastorale.

Lo strumento di riflessione è intitolato “Chiamati a riscoprire e a vivere la dignità battesimale – Figli nel Figlio e fratelli nella Chiesa”. Esso intende accompagnare la nuova fase del progetto diocesano, delineando un ulteriore punto di svolta e di approfondimento. Il testo approvato il 25 febbraio u.s. dal Consiglio Presbiterale, infatti, offre spunti di riflessione sia per approfondire il tema della “comunione e ministerialità, per una Chiesa in uscita”, sperimentando che “pur essendo molti siamo un solo corpo in Cristo” (Rm 12, 5), e sia per delineare un nuovo snodo del nostro cammino diocesano.

Il nostro percorso diocesano pre-convegno e post-convegno continua ad essere modulato sulle attenzioni pastorali emerse nei Convegni ecclesiali di Verona (2006) e di Firenze (2015). Questa scelta, pur segnata da inevitabili imperfezioni e difficoltà, si rivela comunque feconda e significativa in quanto in grado di aiutarci a dare una svolta missionaria al nostro essere Chiesa e al nostro agire pastorale. Essa intende, infatti, anche illuminare la riflessione pastorale, guidare la ristrutturazione degli organismi diocesani e orientare l’agire ecclesiale mutando criteri e prospettive dai cinque ambiti di vita (affettività, lavoro e festa, fragilità, tradizione, cittadinanza) e dai i cinque verbi (uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare) che declinano il percorso della Chiesa italiana per attuare gli orientamenti dell’Evangelii Gaudium.

Questa fase diocesana doveva anche affiancare il cammino parrocchiale per ricostituire i nuovi Consigli Pastorali, dai quali sarebbero nati i quattro nuovi Consigli Pastorali Zonali e il Consiglio Pastorale Diocesano.

Questa non facile esperienza sociale e comunitaria determinata dalla pandemia ci spinge a riconoscere la validità di un principio che sta molto a cuore al Papa, secondo il quale “il tempo è superiore allo spazio” e che noi siamo chiamati “ad avviare percorsi” piuttosto che ad “occupare spazi” (cfr. EG 222-223).

Questo strumento di riflessione può diventare anche un’ottima base per delineare una buona pista per aiutarci a ripartire in maniera più convinta e più entusiasta nel nostro impegno di edificare il corpo di Cristo che è la Chiesa (cfr. Ef 4, 12) e di  dare un nuovo impulso al rinnovamento missionario di tutta la comunità (cfr. EG 25).

Chiedo a tutti di accogliere questo strumento come un aiuto per la missione che abbiamo in comune.

Melfi, 25 aprile 2020 – Festa di San Marco Evangelista.

+ Ciro Fanelli

Vescovo