IL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI PALAZZO S.G.

I Vescovi della Basilicata, riunitisi a Potenza, presso la sede della CEB, in seduta ordinaria, lunedì 04 aprile u.s., dopo aver dedicato la loro attenzione ai problemi pastorali previsti dall’ordine del giorno, hanno chiesto a S.E. Mons. Ricchiuti, arcivescovo di Acerenza, informazioni sul Centro di Accoglienza di Palazzo San Gervasio che da sabato 02 aprile ospita 520 immigrati tunisini giunti in Italia in questi giorni a motivo della grave situazione politica venutasi a creare in Tunisia.Partendo da quanto ha riferito Mons. Ricchiuti, e da quanto appreso dalla televisione e dagli organi di stampa, i Vescovi lucani, facendosi interpreti dei sentimenti delle comunità loro affidate, esprimono innanzitutto profonda preoccupazione per la situazione emergenziale venutasi a creare nel Centro di Accoglienza.  In questi primi giorni, il clima che si respira nel Centro è abbastanza tranquillo per la vigilanza discreta e rispettosa delle forze dell’ordine, per la gestione attenta affidata alla Croce Rossa Italiana, per la continua presenza dell’Amministrazione Comunale di P.S.G., e per il contributo generoso e disponibile della Protezione Civile,  delle Associazioni locali di volontariato, della Caritas Diocesana, dei due parroci e dei volontari della Caritas  interparrocchiale di P.S.G.La C.E.B. auspica che, nel pieno e totale rispetto della dignità umana degli immigrati (tutti giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni),  il periodo di permanenza nel Centro possa essere il più breve possibile, consentendo l’identificazione degli ospiti,  e la concessione di un  permesso di soggiorno temporaneo per potersi recare liberamente nelle città e nei Paesi europei dove poi dovranno regolarizzare legalmente la loro presenza.Un prolungato e indeterminato periodo di permanenza nel Centro, al di là dell’impegno organizzativo richiesto, deve fare i conti con oggettive difficoltà logistiche, insufficienti a garantire a tutti un sereno trascorrere dei giorni,   che potrebbero suscitare negli immigrati reazioni non facilmente prevedibili, dal momento che, allo stato attuale della situazione, non è concesso loro di uscire dal Centro.La struttura di accoglienza si trasformerebbe così in luogo d’ingiusta detenzione, e (in quanto) limitativa dei diritti fondamentali di libertà e di movimento di quanti sono temporaneamente ospitati. Nel frattempo, i Vescovi invitano tutte le comunità parrocchiali a pregare per questi nostri fratelli, e sollecitano le Caritas Diocesane a venire incontro alle richieste di aiuto donando indumenti, tute,  biancheria intima,  scarpe, materiale per l’igiene personale, asciugamani e accappatoi, che verranno coordinate dalla Caritas Diocesana di Acerenza, secondo modalità che verranno presto indicate.Al termine dell’incontro i Vescovi rivolgono un pressante appello al Governo e a tutte le istituzioni civili, regionali e provinciali, perché si adoperino per una soluzione rapida e soddisfacente dei problemi posti da questa emergenza per tanti aspetti grave e drammatica.Don Mauro GalloPortavoce CEB